Ho l'onore di essere in rapporti di amicizia con l'ultradistancer Daniele Baranzini, che attualmente è impegnato nella preparazione della sua prima partecipazione al Mondiale 2013 24 ore su strada (che si svolgerà a Steenbergen, Olanda, il prossimo Maggio). Nel racconto molto personale ed insolito che segue, Daniele Baranzini rievoca alcune sensazioni ed impressioni scaturite dalla sua partecipazione alla 24 ore del Sole (che si svolta a Palermo, lo scorso novembre 2012.
E' profondamente vero che quando si corre sulle lunghe distanze si può verificare un rimescolamento delle percezioni sensoriali, con un attutimento di alcune afferenze periferiche e l'esaltazione di altre.
Nell'ultradistancer sicuramente, una parte della mente si disconnette e prende a "galleggiare" un po' al disopra della realtà, mentre una parte della mente, governata da consolodati (ed introiettati) meccanismi neurofisiologici prende il controllo (come se nella guida di un mezzo si innestasse un pilota automatico).
In questo assetto mentale mentale modificato possono assumere rilevanza dele modalità sensoriali più arcaiche.
Non èun caso che Daniele Baranzini si soffermi sulla modalità "olfattiva" del rapporto con la realtà durante una prestazione di endurance: modalità che è quella più arcaica nello sviluppo filogenetico del nostro cervello.
La rilevanza delle sensazioni olfattive che vengono elaborate nella corteccia limbica che è la parte più antica - addirittura rettiliana - del nostro cervello sta ad indicare proprio il fatto che mentre parte della corteccia cerebrale si tiene in connessione con la realtà per mezzo di specifiche afferenze (e, in questo caso, sarebbero per l'appunto quelle olfattive), la parte più evoluta di essa si disconette, poichè altre afferenze sensoriali più complesse potrebbero determinare un arousal neuronale eccessivo e - in definitiva - disturbante ai fini della prestazione di endurance.
(Daniele Baranzini) L’odore è un senso sottovalutato nella corsa, gli odori guidano. Gli odori ti parlano “diretti”, senza veli.
L’odore nelle gare ad anello, in pista, diventa fondamentale per capire dove mi trovo e chi mi trovo vicino. Si, a ognuno il suo odore di corsa….e io lo riconosco e lo ricordo.
Riconosco che atleta passa, e chi è. L’odore dei ventiquattroristi è tartan, asfalto, gomma delle scarpe. Dopo più di 200km di corsa in una gara, l’odore esiste nella sua incommensurabile distanza.
L’odore è distanza corsa con se stessi.
Pelle, pelle fresca e sudata, è puzza, sudore e lacrime con qualche sorriso. L’odore porta il colore alla corsa lunga e ripetuta, concentrica e rotonda.
L’odore di una pista di atletica battuta per ore è l’odore del mio mondo. L’odore della maglia.
E più ripeti i giri di un anello in pista di atletica più quest’odore ti aiuta a soffrire… Io puzzo di alce morto dopo 9 o 10 ore. Le donne invece, anche dopo venti ore profumano.
Riconosco alcuni gruppi dall’odore.
Li riconosco ad occhi chiusi e il gioco del riconoscersi e rivedersi nei profumi e maleodori è un riverbero che ha la forza di uno sguardo, di un'immagine completa.
L’odore delle persone mi guida.
L’odore è dovunque…
L’odore della 24 ore è il muschio in un bosco, il sapore dell’acqua salata, l’odore di un pesce in acqua.
L’odore di ognuno di noi.
L’odore sa di pazienza, l’odore dello sforzo e della fatica.
Il nostro odore è scolpito dentro gli occhi.
È l’odore che mi risveglia quando ne riconosco l’origine sulle gambe che ci portano avanti a fatica.
L’odore è un campo di battaglia acre.
Dove i piedi ne sono il testimone.
Intanto, il mio passo si trasforma in mille narici che annusano come un millepiedi impazzito.
Ogni piccolo foro della mia pelle sente gli altri attorno come se il muro delle competizioni non esistesse più, … se non nella testa dei giudici attorno.
Questo è un odore immortale fatto dei migliori anni della nostra vita. Sprecarne anche una sola goccia è come morire…
Si corre nella forte sensazione del dolore che sta nei sorrisi e nelle rughe che abbozziamo, che condividiamo con il circuito… e con i numerosi chilometri profumati.
E intanto, l’odore è la pioggia delle nostre speranze, che in un torrente corre, e in un torrente rotondo come un anello di atletica ti si conficca sotto la pelle…
La 24 ore è un odore, un genere.
Una vittoria dell’uomo nelle sue scarpe… con un odore per sempre.
Daniele Baranzini, ultradistancer
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