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21 novembre 2012 3 21 /11 /novembre /2012 15:01
Santo_Spirito.jpg(Maurizio Crispi) Oggi, 21 novembre alle ore 11.30, si sono svolte nello splendido scenario dell'antichissima Chiesa di Santo Spirito, detta "dei Vespri" (1173), ubicata all'interno del Cimitero di Sant'Orsola di Palermo, le esequie di Vincenzo Mutoli, lo sfortunato runner deceduto per fatalità, mentre correva la Mezza maratona, in concomitanza con la Maratona di Palermo del 18 novembre 2012.
La chiesa era sssiepata di familiari, amici e conoscenti, ma anche di rappresentanti dell'ASD Fiamma Rossa e di alcuni runner della stessa società.
Presenti anche alcuni podisti palermitani e dei comuni vicini che sono stati spinti dal bisogno di accompagnare il loro amico Vincenzo nella sua ultima corsa.
Ma c'erano anche molti rappresentanti storici del movimento podistico palermitano e siciliano: Giuseppe Giordano (tra l'altro responsabile del Settore Master della FIDAL Sicilia), Giuseppe Sutera (Presidente della ASD Amatori Palermo), alcuni giornalisti tra cui Michele Amato (per Runningsicilia.it).
Presente al completo lo staff del Comitato organizzatore della Maratona di Palermo (Salvatore Gebbia, Vincenzo Alaimo), compreso Edoardo Ullo suo addetto stampa..
Tutti convenuti per tributare un ultimo dolente saluto a Vincenzo Mutoli.
Dopo la cerimonia nel corso della quale è stato molto apprrezzata e commossa l'omelia del sacerdote officiante, e dopo le parole accorate di due nipoti di Mutoli, i presenti si sono stretti attorno ai familiari, cercando di confortarli nel loro straziante dolore con la loro presenza.
Tra i presenti, è spiccata purtroppo l'assenza di tanti (di troppi forse) che, anziché stare a polemizzare sterilmente com'è accaduto nei giorni trascorsi dal triste evento, meglio avrebbero fatto a dare anche loro un segno tangibile di solidarietà e di cordoglio.
Ci sono dei momenti in cui bisognerebbe deporre le armi (spesso improprie) della polemica inutilmente aggressiva per mostrarsi semplicemente "umani".
Ma forse è chiedere troppo.
Un caro addio a Vincenzo Mutoli e le più sentite condoglianze alla famiglia tutta.
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21 novembre 2012 3 21 /11 /novembre /2012 06:52
Maratona-Citta-di-Palermo - Foto di Maurizio Crispi(Maurizio Crispi) Quando qualcuno muore nel corso di una manifestazione sportiva, è sempre un duro ed ingrato compito poter dare testimonianza di ciò che è accaduto, di cosa abbia portato a quella morte.
E questo, ovvio, ancor di più se quella persona non la si conosceva personalmente, se non attraverso immagini di eventi podistici del passato.
E' tanto più diffcile perchè il rischio ancora più ovvio è quello che, nel tentativo di uscire dalle secche di un'apparente indifferenza, si scivoli nella retorica di maniera e nel necrologio olografico.
La morte improvvisa del podista siciliano Vincenzo Mutoli (46 anni, tesserato per l'ASD Fiamma Rossa di Palermo), sopravvenuta dopo che è stato colto da un malore improvviso, mentre correva la distanza della Mezza in occasione della 18^ edizione della Maratona Internazionale Città di Palermo, mi ha colpito, e tanto.
E' questo l'effetto che alcune morti in particolare hanno sugli astanti, specie se si riconnettono con forza ed impeto con loro eventi biografici, con il ricordo lontano della morte improvvisa dei propri cari.
Nel frastuono di mille cose dette, a volte è opportuno il silenzio, un silenzio aperto alla meditazione e alla riflessione.
Dirò soltanto poche cose che hanno a che vedere con le impressioni raccolte di piccole cose accadute attorno all'evento: piccole cose non direttamente collegate, ma sicuramente allineate con esso.
Venivo a piedi da metà circa del tratto di Viale della Libertà, teso tra La Statua e l'incrocio con via Notarbartolo.
E, ancora nella lontananza, vedevo i lampeggianti di due autoambulanze subito oltre l'incrocio.
Il mio animo si è rabbuiato.
Ero con Michele Amato (Siciliarunning) e ci siamo scambiati due parole, chiedendoci se non fosse accaduto qualcosa di grave.
Maratona-Citta-di-Palermo - ombrelli e lacrime di pioggia - Foto di Maurizio CrispiPoi, quando siamo arrivati sul posto all'altezza dei gonfiabili, ha preso a piovere e mi sono dovuto arrangiare a proteggere la mia attrezzatura, prima di continuare a scattare foto.
Così facendo, mi sono allontanato di un poco dalla zona arrivi.
Quando sono ritornato indietro, Michele Amato mi ha chiesto se non avessi saputo.
Cosa? - faccio, sbalordito.
E mi ha detto del fatto doloroso che si era consumato.
Ho pensato che la pioggia che si era scatenata poco prima, fosse una sorta di pianto caduto dall'alto del Cielo: le condizioni meteo avevano tenuto sino a quel punto, e adesso, così all'improvviso, pioveva su di noi: una pioggia fredda che accresceva a dsimisura la malinconia e la tristezza degli archi gonfiabili, ancora gonfi eppure come afflosciati ed implosi per la mancanza di colonna sonora e della voce concitata dello speaker. 
 Tutto spento, tutto abolito in segno di lutto.
Eppure per molti dei podisti impegnati nella Mezza maratona che continuavano ad arrivare al traguardo e per i maratoneti che continuavano a transitare per completare il primo giro di gara della 42,195 km, Vincenzo Mutoli era ancora vivo.
Almeno lo era per tutti coloro che non erano stati ancora raggiunti dalla notizia della sua morte, esattamente come ebbe a dire Luigi Pirandello a proposito della morte della propria madre che gli venne annunciata qualche giorno dopo: raggiunto dalla triste notiza, il grande scrittore e drammaturgo rifletté molto semplicemente che la madre per lui, benchè morta da prima, aveva continuato a vivere sino a quel momento e che quindi non si doleva affatto di aver saputo tardivamente della sua dipartita, anzi al contrario perchè la mamma aveva vissuto nei suoi pensieri per due o tre giorni di più.
Maratona-Citta-di-Palermo - la gioia di vivere malgrado tutto - Foto di Maurizio Crispi Uno sfasamento cognitivo era evidente: noi, fermi in zona arrivi, già sapevamo, loro ancora no.
Dopo la concitazione delle sirene, ecco che adesso dominavano il silenzio, le lacrime di pioggia per Vincenzo Mutoli, lo scalpiccio attuttito dei podisti, foglie secche cadute dai platani raccoltew sul piano stradale, come a segnalare l'arrivo improvviso di un inverno dell'anima.
Poi, ad un certo punto si sono apprestati al traguardo due podisti, hanno preso una bimba tra di loro, forse figlia o nipotina di uno dei due, e gioiosamente hanno tagliato il traguardo in formazione, tenendola per mano: i colori della bimba inneggiavano alla primavera e alla rinascita della vita.
Ho pensato che, dopo la tristezza per l'irruzione improvvisa ed inattesa della morte, quella scena fosse in qualche misura il giusto contraltare: l'affermazione del primato della vita e della gioia del correre.
Forse, proprio quello che Vincenzo Mutoli avrebbe voluto. 

I funerali del compianto Vincenzo Mutoli, si svolgeranno nella mattina del giorno 21 novembre, alle ore 11,30, presso la chiesa di Sant'Orsola all'interno dell'omonimo cimitero di Palermo. 
Presenziate numerosi per dare l'ultimo saluto a questo nostro amico appassionato della corsa.



Foto di Maurizio Crispi
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16 ottobre 2012 2 16 /10 /ottobre /2012 19:34

dolore-luttoIl 14 ottobre 2012, si è svolta la 5^ edizione del Tartufo Trail Running nel territorio parmense (Calestano). La gara si disputava nella variante "corta" (28 km) e in quella "lunga" (50 km).
I percorsi erano stati resi difficili per tutti dalle abbondanti pioggie che hanno trasformato i sentieri in pantani di fango vischioso: ma questo ci sta bene con la filosofia del trail.
Purtroppo nella stessa giornata, proprio nel corso della gara breve sulla distanza di 28 km un runner è deceduto, nel pieno della sua azione sportiva, probabilmente per un infarto.

Sono notizie che non si vorrebbero mai sentire, eppure sono fatti che possono capitare e che colpiscono persone in perfetta salute e valutate positivamente ai più accurati controlli medici. 
Ma la verità è che un infarto può sempre capitare e a chiunque. 
E non ci sono controlli medici che tengano, come mi insegna un mio amico cardiologo.
In questi casi, ci si può dispiacere profondamente, ovvio.
Ma ch scrive - come penso altri che sono abituati ad una vita attiva - penso sempre che quando uno muore così, almeno muore mentre fa ciò che gli piace di più e si risparmia in seguito, magari, un brutto, faticoso e doloroso processo di invecchiamento.
E' anche ovvio che il dolore è immutato - anzi ancora più forte ed intenso, proprio per la subitaneità del decesso - per i familiari che rimangono e che troveranno molto più difficile elaborare il lutto e farsene una ragione.
Le condoglianze di "Ultramaratone maratone e dintorni" e di tutto il mondo del running vanno alla famiglia dello sfortunato podista.
Di seguito le brevi note di cordoglie divulgate dal Comitato organizzatore del Tartufo trail Running.

 

(Il comitato organizzatore) Lunedì 15 ottobe 2012. Sarebbe bello limitarsi a scrivere due semplici righe per ringraziare tutti della partecipazione alla nostra gara e complimentarvi per le vostre ottime prestazioni sportive.
Invece corre l'obbligo di dover ricordare l'amico Giovanni che ci ha lasciato sulle pendici del monte Sporno, colto da un improvviso malore che ha reso vano ogni tentativo di soccorso tempestivamente prestato.

Per questo dobbiamo ringraziare il Soccorso Alpino SAER, il Gruppo Alfa della Protezione Civile e la Pubblica Assistenza di Calestano, il Medico Rianimatore, l'elissoccorso dell'Ospedale Maggiore di Parma, i Carabinieri della Stazione di Calestano nonché la Croce Verde di Fornovo Taro, che hanno dimostrato la propria efficienza, intervenendo sul luogo della disgrazia in pochissimi minuti.
A breve seguiranno tutte le informazioni per coloro che hanno onorato con la loro presenza la nostra manifestazione, provenendo dalle più svariate parti d'Italia, col rispetto dovuto per l'impegno dimostrato, domenica nell'affrontare il percorso.
Ora però, possiamo solo essere vicini ai familiari di Giovanni, ai quali vanno le nostre più sentite condoglianze, in questo triste momento che coinvolge noi tutti appassionati di questa splendita disciplina.

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8 ottobre 2012 1 08 /10 /ottobre /2012 00:55

Ecco il ricordo di Giuseppe Abate, atleta dell'Atletica Blizzard di Bologna recentemente scomparso, nelle parole del suo Presidente Antonino Donato.

 

 

Giuseppe-Abate.jpgGiuseppe  Abate era un Ispettore Capo della Polizia di Stato in pensione.
Era tesserato con l’Atletica Blizzard da 10 anni e condivideva con noi la passione della corsa.
La sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto enorme, nella sua famiglia ma anche tra i tanti amici che nutrivano nei suoi riguardi una grande stima, perchè Giuseppe era un uomo vero, semplice, sempre rispettoso verso gli altri, mai una parola sopra le righe.
Questi suoi grandi valori sono stati confermati dai tanti amici atleti, podisti ed ex colleghi di lavoro, che hanno voluto ricordare Giuseppe anche con semplici gesta.
Giuseppe stava preparando da appassionato della corsa, ma con tutti gli accorgimenti di un vero professionista, la Maratona di Carpi del prossimo 14 ottobre, gara nella quale voleva tentare di fare la sua migliore prestazione.
Purtroppo non e riuscito nell’impresa a cui teneva molto.
Gli amici dell’Atletica Blizzard virtualmente vogliono esaudire questo desiderio, tagliando il traguardo delle prossime gare portando l’immagine di Giuseppe sulle magliette.
Buona Corsa, Giuseppe!

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9 maggio 2012 3 09 /05 /maggio /2012 17:44

Cevenini-02r.jpegE' morto Maurizio Cevenini. Quello che segue è un saluto da parte di Fabo Casadio, presidente della UISP Bologna.
Ciao Maurizio! 
Era un amico di tutti e sappiamo che tra i suoi affetti c’era anche l’UISP che a sua volta annoverava Maurizio tra  coloro i quali erano attenti all’Associazione.
Era lo starter della StraBologna, era l’amico che non si tirava mai indietro per esserci e premiare i nostri atleti!
Ci uniamo al coro della città che ha perso un amico sincero ed affezionato.
Le parole in queste occasioni servono il giusto, ma proviamo ad esprimere un pensiero con la tristezza nel cuore, a dimostrazione della stima nei confronti di una persona affabile, disponibile, che restava anche per noi un punto fermo.
Sappiamo la passione di Maurizio, il Cev, per il mondo del calcio, dei colori rossoblù ma anche l’attenzione per lo sport per tutti che la nostra Associazione rappresenta. Negli ultimi anni abbiamo condiviso i percorsi di promozione della salute attraverso il movimento, che sappiamo avessero il suo supporto istituzionale.
Grazie Maurizio, continua a guardarci e sorriderci, noi non ti dimenticheremo.

Fabio Casadio
Presidente Comitato Provinciale di Bologna
UISP

 

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2 maggio 2012 3 02 /05 /maggio /2012 07:53
oen1.jpg
Morte improvvisa del 26nne nuotatore norvegese Alexander Dale Oen, medaglia d'argento a Pechino e Campione del Mondo stile rana. Grande è la costernazione nel mondo dello sport.
Ancora una volta, dopo la recente scomparsa del pallavolista Bovolenta e delcalciatore Morosini, una morte improvvisa, questa volta non in action (pur se dopo un allenamento. La morte sarebbe sopraggiunta improvvisa mentre il campione norvegese  si attardava a fare una doccia al termine dell'allenamento: i suoi compagni di sqadra non vedendolo comparire, sono tornati indietro a cercarlo e lo hanno trovato a terra, privo di vita, sul pavimento del bagno dell'impianto. 
A nulla sono servite le manovre di primo soccorso per mantenere le funzioni vitali.
Una morte improvvisa, legata anche in questo caso, quasi certamente a fattori imprevedibili e non diagnostibili in anticipo malgrado l'accuratezza degli esami preliminari di idoneità sportiva.
Il nuotatore norvegese si trovava a Flagstaff (Arizona, USA) assieme alla squadra di nuotatori della sua nazione, per completare la preparazione in vista dei Giochi Olimpici di Londra.
Con lui, la piccola, ma valorosa compagine norvegese perde uno dei suoi pilastri portanti.

FLAGSTAFF, Usa — Nuova tragedia nel mondo dello sport. Il nuotatore norvegese Alexander Dale Oen, campione del mondo dello stile rana, è morto durante un allenamento a Flagstaff in Arizona. Lo rende noto la federazione norvegese.
Oen aveva 26 anni. Aveva vinto la medaglia d’oro nei 100 rana agli ultimi Mondiali di Shanghai e quella di argento ai Giochi olimpici di Pechino. Per questo era dato per favorito ai prossimi Giochi di Londra.
A stroncare il campione norvegese sarebbe stato un arresto cardiaco. Il presidente della federazione Rune Eknes ha riferito che Dale Oen è stato trovato morto sul pavimento del bagno della piscina quale si stava allenando. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione nel centro medico di Flagstaff.
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16 aprile 2012 1 16 /04 /aprile /2012 08:30
morosini_620x410.jpgL'improvvisa morte in campo del venticiquenne Piermario Morosini, verificatasi nel pomeriggio del 14 aprile 2012, ha colpito duramente il mondo del calcio e non solo: è dilagata anche - con un duro impatto - tra coloro che non sono necessariamente seguaci del Calcio e fra tutti i non sportivi, come sempre succede quando la morte si abbatte su di una vita ancora giovane e piena di speranze. 
Ciò si è verificato, a maggior ragione, nel caso del calciatore di origini bergamasche, poichè è stata persona duramente colpita dalla vita, avendo di recente subito la scomparsa di entrambi i genitori e di un fratellino disabile, e poiché lascia una sorella maggiore, Maria Carla,  affetta sin da piccola da una forma di disabilità psichica e bisognosa di assistenza continua (e, per quest'aspetto, si sta verificando una generosa mobilitazione per trovare delle soluzioni e riuscire a dare alla govane donna la necessaria continuità di assistenza). 
In lacrime, colpita da un inconsolabile dolore la fidanzata di Piermario.
Attonito il mondo del calcio, dello sport (compagni di squadra, tifosi, fan, addetti ai lavori) che si è espresso direttamente, accorrendo fuori dalle mura dell'ospedale dove sono stati prestati gli ultimi tentativi di rianimazione, e anche attraverso il web, con una vera valanga di messaggi e di espressioni di cordoglio nelle reti sociali, tipo Twitter e Facebook, con las partecipazione di molti personaggi dello spettacolo che, direttamente o indirettamente, conoscevano Morosini.
Nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia sul corpo dell'atleta, confermata per questa mattina, che chiarirà i motivi del decesso. L'ipotesi più accreditata è quella dell'arresto cardiaco, anche se non si scarta l'aneurisma celebrale.
L'autopsia e l'accertamento della causa di morte.  L'autopsia chiarira' ogni dubbio. Io ho messo tra le ipotesi anche quella cerebrale come plausibile". Lorenzo Paloscia, responsabile dell'Unità Coronarica dell'Ospedale di Pescara, riferisce che appena l'ha visto, il calciatore "era gia' deceduto". Nei soccorsi "...tutti hanno partecipato professionalmente. Penso che siamo andati oltre quella che e' una rianimazione tradizionale, perche' di solito dopo 40 minuti ci si ferma, qui siamo andati oltre un'ora e mezza. Credo che di macroscopico il ragazzo non avesse nulla, forse qualche piccolissima malformazione strana alla quale, pero', puoi pensare solo dopo un sintomo". La morte di Piermario Morosini e' uina tragedia, ma bisogna evitare gli allarmismi. E' il monito lanciato dai medici sportivi che evidenziano come le cause del decesso del calciatore del Livorno sono ancora tutte da spiegare.
"Non posso correre dietro alle voci, prima di cercare di dare una spiegazione a quanto accaduto bisogna conoscere gli esiti dell'autopsia e delle altre analisi. Perche' la causa potrebbe anche non essere cardiologica". Maurizio Casasco, il presidente della Fmsi, la federazione dei medici sportivi italiani, preferisce attendere gli esiti dell'autopsia sul corpo di Morosini "Bisogna attendere gli esami autoptici prima di esprimere dei pareri tecnici - ha detto Casasco - e capire se questa morte poteva essere prevista o meno attraverso gli esami di idoneita', valutando dunque se ci siano responsabilita' mediche o si tratti di tragica fatalita'". Per Casasco, "quello su cui pero' bisogna mettere un punto fermo e' che non puo' essere un caso tragico ed eclatante a creare allarmismi: in merito alla prevezione, il sistema italiano e' di assoluta eccellenza e, grazie ad una legge dello Stato unica al modo ed al lavoro congiunto con il Coni, si garantisce la massima sicurezza a chi fa sport. E' un sistema certo migliorabile ma e' fondamentale sapere che grazie a questo si salvano tantissime vite perche' l'idoneita' viene rilasciata da specialisti in medicina dello sport, nata a Milano e prima nel mondo". Anche in quest'ottica, Casasco propone "...un pronto soccorso sportivo per l'emergenza in campo che abbiamo elaborato e brevettato da un anno e che non si limita al solo aspetto cardiologico". Insomma, la tragedia di Morosini deve essere di stimolo ad una prevenzione ancora piu' massiccia ma non puo' essere in qualche modo 'screditare' un sistema italiano che e' preso come modello anche nelle altre parti del mondo, sia per l'eccellenza dei suoi medici che per i risultati che riesce ad ottenere nell'ambito dell'attivita' sportiva.
I funerali verranno celebrati mercoledì come ha fatto sapere nella serata di ieri la famiglia.
E' stata da tutti apprezzata la decisione della Federcalcio di sospendere tutte le partite, in segno di lutto: cosa che, come alcuni tendono a ribadire, il mondo della Pallavolo non ha fatto in occasione della morte del compianto Bovolenta. Ma, siccome la macchina del Calcio non può subire arresti o ritardi, già oggi, in attesa delle esequie di Piermario, si accendono le prime polemiche su quando si dovra recuperare la giornata di Campionato persa.
Piermario Morosini è stato ricordato da Luciano Ligabue, con il quale si erano conosciuti di persona nel corso di un concerto, mentre Lorenzo Jovanotti sul proprio profilo Facebook  non ha fatto mancare il proprio tributo per Morosini, suo grande fan: «Ho saputo che Piermario era un mio fan e che amava la musica e che aveva partecipato ai miei concerti. Ho saputo che la sua giovane vita non è stata facile, anche se faceva un mestiere che solitamente fa rima con soldi, fortuna e successo».
«Lui ce l'ha messa tutta a vivere la propria vita fino in fondo» – prosegue Jovanotti – «portando allegria e vitalità agli altri. Non posso far altro che ringraziarlo per avermi fatto sentire all'improvviso, oggi, parte del suo mondo, del suo cammino pieno di ostacoli ma anche di tenacia, di positività e di voglia di vivere».
Nelle ultime 48 ore sono stati tantissimi i tweet dei calciatori sul triste pomeriggio di Pescara-Livorno. Antonio Di Natale, bomber dell'Udinese, ha scritto dell'ex compagno: «era un ragazzo fuori dal comune. Le immagini sono impressionanti. Aveva voglia di rialzarsi ma è caduto di nuovo. Sin dai primi momenti ho detto subito che non era il caso di scendere in campo sabato e domenica».
Delio Rossi, attuale allenatore della Fiorentina, è stato il tecnico che lo ha fatto esordire in serie A con la casacca nerazzurra dell'Atalanta, la squadra per la quale Morosini ha sempre tifato fin da bambino: «quando arrivai a Bergamo portai lui ed altri 2 compagni in prima squadra. Era un ragazzo solare». 
Marco Motta, ora al Catania, ha giocato con Morosini sin da bambino: «Ci siamo conosciuti quando avevamo 7 anni. Era un ragazzo di una forza d'animo incredibile».

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3 aprile 2012 2 03 /04 /aprile /2012 14:09

caballo-blanco_01.jpgDa Renzo Zanchi riceviamo e volentieri pubblichiamo una notizia che sta creando sicuramente un grande cordoglio nel mondo dello sport e dell'ultramaratona in particolare. "Caballo Blanco", l'ultra-runner Micah True, famoso per aver ispirato il libro divenuto cult per i corridori 'Born To Run' di Christopher McDougall, è deceduto in New Mexico.
E’ morto il «Caballo blanco», il cavallo bianco. Si era allontanato dal Motel del New mexico dove aveva preso alloggio per una corsa in natura, come soleva fare quotidianamente. Alla sera è mancato all'appello. Dopo quattro giorni di ricerche lo hanno trovato in un'area remota del Gila National Park, New Mexico, dove era andato per una delle sue lunghe maratone. Il «Caballo blanco» era Micah True, 60 anni, ultra-runner e gran corridore capace di macinare - a passo di corsa - più di 40 chilometri in terre selvagge, magnifiche ma, sopratutto, aspre. Ed è quello che voleva fare anche martedì, non appena ha lasciato un piccolo Motel nel parco, nella parte ovest del New Mexico.

caballo blancoUn malore? Solo che deve essere successo qualcosa di imprevedibile che ha spezzato la sua lunga corsa di quell'ultimo giorno: probabilmente un malore, visto che non sarebbero stati individuati segni di trauma. All’inizio tutti avevano scommesso sulle doti di resistenza di Micah e sulla grande esperienza. «Lo vedremo spuntare da qualche roccia, stanco ma con il suo inconfondibile sorriso», si era augurato un amico. Ma con il passare delle ore sono cresciuti i timori. True era partito in maglietta, calzoncini, scarpe da ginnastica. Più la borraccia con l’acqua. Abbigliamento buono con il sole, ma decisamente leggero per la notte glaciale. E domenica mattina una delle tante squadre di soccorso ha rinvenuto il cadavere nei pressi del Woody's Corral.

Gli amici Indios. L’uomo chiamato cavallo non era certo un tipo comune. Era diventato il «Caballo blanco», infatti, dopo un incontro con quelli che sono i suoi migliori amici nonché un modello: i Tarahumara, tribù abbarbicata sulla Sierra Madre messicana. Originario del Colorado, appassionato di corsa in terreni «ostili», True aveva conosciuto anni fa gli indios ed è rimasto colpito dal loro stile di vita spartano. Vivono con poco, sono abituati sin da piccoli a percorrere (di corsa) lunghe distanze, devono lottare per sopravvivere in una terra non troppo generosa. Micah ha così trascorso lunghi periodi nel bellissimo Copper Canyon, in Messico, regione che gli indios spesso devono condividere con bande criminali. E seguendo il «popolo che corre» aveva migliorato le sue doti di runner.

born-to-run.jpg"Born to Run". Poi aveva imparato la lingua pre-azteca dei Tarahumara, si era abituato a nutrirsi di cibo semplice (come il mais tostato mescolato a erbe), aveva accresciuto la sua capacità di resistenza alla fatica. Ed aveva anche fatto propria la cultura del «korima»: se hai bisogno di qualcosa devi fare conto sull’aiuto degli altri. L’acqua da bere, una ciotola con qualcosa da mangiare, un tetto per proteggersi, tutto deve venire dall’offerta - volontaria - di un amico o di chi incontri sul tuo cammino. La storia di Micah, affascinante e sincera come gli indios, non poteva restare un segreto della Sierra Madre. E, infatti, questa sua esperienza si era tramutata nel soggetto di un libro di grande successo, «Born to run», scritto nel 2009 da Christopher McDougall. Un racconto che ha portato molta attenzione su «Cavallo blanco», senza però cambiarne la vita.

copper-canyon.jpgLa bellezza e la sfida. Il corridore instancabile si era trasformato in guida part-time per condurre appassionati in escursioni lungo il Copper Canyon e in altre zone remote. Lavoro alternato a gare di ultramaratone e ultrail e altre tostissime sfide toste in Colorado, tra le quali la ormai famosa "Copper Canyon Ultramarathon Caballo Blanco" da lui stesso organizzata e sostenuta, che vede ogni anno la partecipazione di rnner e trailer che si cimentano "al naturale", senza dispostivi tecnici, correndo a piedi scalzi o con semplici sandali di cuio legati con stringhe, come un tempo facevano gli Indios. Le tipologie di gara adatte per misurarsi con se stesso, ma anche per scoprire una Natura che ti rapisce. «Ho visto la bellezza dall’alto, dal basso e attorno a me», era la sintesi perfetta di Micah per spiegare le sue avventure. Un'emozione vissuta fino all'ultimo.

 

 


 

 

 Copper-Canyon-Ultramarathon-Caballo-Blanco.jpg

 

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25 marzo 2012 7 25 /03 /marzo /2012 18:38

Vigor-Bovolenta-morto.jpgE' morto a 37 anni l'ex azzurro Vigor Bovolenta, dopo un malore. Si è accasciato durante una sfida di B-2 tra la sua Forlì e Macerata che si svbolgeva ieri 24 marzo 2012. In azzurro, fu argento olimpico ad Atlanta 1996. Il luttuoso evento si è verificato durante la partita di B-2 tra la sua squadra, Forlì, e la Lube Macerata. In lutto il mondo del Volley e di tutto lo sport. Un minuto di silenzio sui campi di serie A nelle partite in corso oggi, dedicato - oltre che a Vigor Bovolenta - alla memoria di Roberto Rondoni, Carlo Facchettin, e del militare ucciso in Afghanistan Michele Silvestri.

(Fonte: Marisa Poli, www.gazzetta.it) L’ex-centrale azzurro nel terzo set è andato in battuta, ha gettato la palla dall’altra parte e ha chiesto aiuto. "Mi gira la testa, aiutatemi che cado - ha detto - si è toccato il fianco dalla parte del cuore ed è svenuto", così ha raccontato un dirigente della Lube. Lunedì mattina, nell'obitorio dell'ospedale di Macerata, verrà eserguta l'autopsia. 

Bovolenta è stato soccorso in campo con il massaggio cardiaco, è stato poi chiesto anche l’intervento del 118, ma il centrale di Forlì non ha mai ripreso conoscenza. I tentativi di rianimazione sono continuati per quasi un’ora in campo, Vigor, che avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio, è stato portato all’ospedale di Macerata. E nel reparto di rianimazione i medici hanno protratto gli sforzi, senza risultati. Nella sala d’attesa, in lacrime, tutti i compagni di squadra, l’allenatore Stefano Mascetti, i dirigenti della Lube e il tecnico della nazionale jr, Marco Bonitta, che era alla partita per seguire alcuni giovani e che era stato l’allenatore di Bovolenta nelle giovanili di Ravenna. A Macerata nella notte sono poi accorsi la moglie del giocatore, l'ex-pallavolista Federica Lisi, i genitori e i fratelli. A vegliare la salma a turno anche i compagni di squadra di Bovolenta e quelli della Lube

bovolentaVigor abitava a Ravenna con la moglie, Federica Lisi e i quattro figli (di cue due gemelli di appena un anno). Doveva il suo nome a un trapezista russo che il fratello Antonio (morto di leucemia nel 1990) e la sorella avevano visto in un circo. Centrale di 202 centimetri, nel 1990 è stato ingaggiato dal Messaggero Ravenna dopo gli inizi nel Polesella. Esordì in prima squadra a 16 anni, vinse lo scudetto e la Coppa Italia. Con la maglia di Ravenna ha vinto poi tre Coppe dei Campioni, una coppa Cev e due Supercoppe Europee. In carriera ha giocato poi a Ferrara, Roma, Palermo, Modena (dove ha vinto il campionato 2001-2002), Piacenza e Perugia. Dal 2010 era tornato vicino a casa, a Forlì, e con questa squadra (la Softer Volley) quest’anno stava giocando il campionato di B-2, nel girone E.

Bovolenta aveva esordito giovanissimo con la Nazionale maggiore: era il 3 maggio 1995, a L’Avana, nella gara persa 3-1 dagli azzurri contro Cuba. Amico per la pelle di Samuele Papi (suo testimone di nozze), era il ragazzino della nazionale dei fenomeni, chiamato da Velasco a giocare la finale olimpica di Atlanta 1996 contro l’Olanda (era l’uomo mascherato, indossava una protezione per il setto nasale fratturato). La storia con la nazionale si è interrotta nella World League 2002, si è riaperta con la gestione del c.t. Andrea Anastasi, che lo ha convocato per Pechino 2008 (dove l’Italia finì al quarto posto). Con la Nazionale, oltre alla medaglia olimpica, ha vinto quattro edizioni della World League, una Coppa del Mondo e due Europei.

Come da prassi quando un paziente muore in ospedale, la direzione sanitaria dell'ospedale maceratese ha disposto l'autopsia sul cadavere di Vigor, e dunque nessuno può più avvicinarsi alla salma. Solo dopo l'esame autoptico, previsto per domani mattina (26 marzo 2012), il feretro di Bovolenta verrà trasferito per i funerali (non si sa ancora se si svolgeranno a Ravenna o a Rovigo, nella regione da cui l'atleta era originario). Sul decesso verrà aperto un fascicolo di indagine e i carabinieri stanno già conducendo i primi accertamenti.

Sotto choc la squadra giovanile della Lube, mentre la prima squadra si trova già da ieri a Belluno, dove oggi incontrerà la Sisley. Il minuto di silenzio previsto sui campi della serie A è stato dedicato anche a Vigor Bovolenta, oltre che alla memoria di Roberto Rondoni, Carlo Facchettin, e del militare ucciso in Afghanistan Michele Silvestri.


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22 febbraio 2012 3 22 /02 /febbraio /2012 19:15

dolore-lutto.jpg(Maurizio Crispi) Si è spento, ieri 21 febbraio 2012, dopo lunga malattia, il papà di Gregorio Zucchinali, segretario dell'ASD Runners Bergamo e attuale Presidente della IUTA (Italian Association Ultramarathon & Trail), ben noto al popolo delle lunghe, non solo per le sue funzioni istituzionali, ma anche per il fatto di essere un valido praticante di maratone e ultra.

Nel dare il triste annuncio, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e la vicinanza a Gregorio e a tutti i suoi familiari in questo momento di grande dolore.

Il funerale avrà luogo giovedì 23 febbraio, con la cerimonia religiosa prevista per le ore 15.00 nella Chiesa di Ciserano (BG).

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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Articoli pubblicati 4259


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