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23 aprile 2015 4 23 /04 /aprile /2015 06:31
Mamma, vorrei fare l'emerodromo (dal sito web della FIDAL)Mamma, vorrei fare l'emerodromo (dal sito web della FIDAL)

Ecco - tra storia e fantasia - il racconto di Giorgio Cimbrico (pubblicato sul sito web della FIDAL), nel quale - ma con un finale assolutamente inedito - viene raccontata l'avventurosa vicenda del leggendario soldato ateniese che, di corsa, portò in patria la notizia della vittoria della battaglia di Maratona, che - vogliamo ricoradare qui - prima ancora di essere "maratoneta" era un "emerodromo", cioè un soldato disciplinato a correre anche per cicli di 24 ore consecutive: questo per dire che, anche con il supporto di fonti storiche alternative a quelle ufficiali sull'origine della Maratona, Filippide compì tra la vigilia della famosa battaglia e suo aftermath un'impresa di corsa titanica e tanto più gloriosa.

Gli amanti della corsa di 24 ore e più sono dunque degli "emerodromi", a somiglianza di Fidippide.

(Giorgio Cimbrico) “Mamma, vorrei fare l’emerodromo”. “Ma caro, ci vogliono buone gambe e tu a volte non vuoi neanche andare al tempio per portare l’offerto ad Atene, nostra protettrice e patrona. E dire che è lì, a quattro stadi da casa nostra”.

“Hai ragione, sono un pigraccio, ma da quando ho parlato con Eucle, ho capito che fare l’emerodromo fa al caso mio: fichi del Peloponneso, miele di Tessaglia, formaggio di Chio, è quello che tocca. Mamma, ho diciotto anni, devo pensare al mio futuro. E poi, ci sarebbe anche qualcos’altro… Per gli emerodromi le ragazze stravedono. E quando l’ho accennato a Ictina, quella ha cominciato a farmi gli occhi dolci”.

“Fai tu, ormai sei adulto. Ma ricordo che quando ci provò Tirsi, quello che abita qua dietro, tornò a casa con le ciocche ai piedi e calli che lo facevano urlare. Ora vende verdura. Altro che emerodromo”.

“Ma io quello voglio fare, ho già cominciato ad allenarmi con Tersippo. E Eucle può metterci una buona parola: lui è già nell’esercito da tempo ed è stato proprio lui a dare una mano a Tersippo perché lo prendessero”.

“E va beh, prova. Al massimo finisci come Tirsi. Io comincio a metter via un po’ di olio di Locri da spalmarti sulle piante”. “L’olio di Locri è meglio sul pane. Comunque, domani comincio e così sarebbe bene che stasera mi tenga leggero. Cos’hai preparato?”. “Capra cotta nel suo grasso”. “Va be’, faccio uno strappo, ma è l’ultimo. E’ una di quelle capre di Amaroussi?”. “Eh, sì, quelle che alleva Falocio”. E Filippide si servì di un cosciotto e, già che c’era, anche di un po’ di frattaglie che gli piacevano tanto. Stava per cominciare la sua carriera di emerodromo, messaggero a piedi. La posta celere di quel tempo.

Inizio estate del 490 prima della nascita di Nostro Signore, venti di guerra. Arrivano i persiani di re Dario, tantissimi e minacciosissimi, e marciano verso l’Attica per mettere a posto i greci che si erano un po’ allargati sulle coste della Licia. Marciano e non solo: hanno anche una flotta pazzesca, sterminata. Gli ateniesi hanno bisogno di aiuto e quelli di Platea aderiscono, ma sono quattro gatti. Rimane da ingoiare un rospo e chiedere agli Spartani, la Ddr dell’epoca: tutti duri, tosti, allenati, un po’ fissati con quella che oggi chiamano la fitness. E così Milziade raduna lo stato maggiore.

“Con voi di Platea, arriviamo sui 10.000 uomini. Pochini. Callimaco, quanti sono i persiani?”. “C’è chi dice 30.000, c’è chi dice 50.000. E non sono lontani”. “Proviamo con gli Spartani, Aristide?”. “Proviamo, ma sono degli stronzi”. “Va be’, che siano degli stronzi è noto, ma tentare bisogna. Chiamatemi un emerodrono. L’ultimo arrivato mi sembra buono. Come si chiama?” “Filippide, Fidippide, una cosa del genere. Ma senti, Milziade, Sparta è lontana; se ne mandi uno o quello schiatta o ci mette un’epoca ad andare e tornare con la risposta”. “E allora?”. “Il ragazzo è stato reclutato dai due che avevamo già in forza, Eucle e Tersippo. Se si danno una mano, tagliamo i tempi”. “Non mi sembra mal pensata. Chiamali”.

E così partono in tre, con un piano. Uno si fermerà più o meno dopo due terzi di cammino, gli altri due andranno avanti, sino a Sparta e il meno stracco imboccherà un pezzo della strada di ritorno. Eucle, il veterano: “Filippide, sarai tu a tornare all’accampamento del nostro esercito: sei giovane, non conosci gli spartani che sono dei gran figli di cane, e sei anche un nostro amico e vogliamo che tu abbia il tuo momento: se la risposta sarà positiva e a portarla sarai tu, gli strateghi avranno una bella impressione”. “Eucle, Tersippo, siete come dei fratelli. Anzi, meglio dei fratelli. Vi devo una bevuta. Al ritorno, bianco per tutti”. “Sì, ma non quello che sa di resina. Mi fa schifo”. “Allora prenderemo una brocca di quello di Corinto”. “Andata”.

Giugno, il caldo comincia a picchiar duro. Per Sparta, sempre dritti a sud ovest: il sole è una buona guida. Dopo un giorno di corsa leggera, Filippide si ferma in una macchia d’olivi. “Quanto tornerete?”. “Con gli spartani di mezzo, non sai mai. Magari ci fanno la pelle. Aspetta qua buono. Acqua ne hai”. Eucle e Tersippo vanno sinché la polvere dell’orizzonte li assorbe. Eucle è il più anziano, sa distribuire bene le energie ma Filippide pensa che l’indomani sarà Tersippo a portargli la notizia: è giovane e già esperto e gli dei sanno tenere la fatica lontano dai suoi muscoli. Il sole tramonta, la notte cala, la luna sorge e, come diceva quel porta cieco di cui gli parlava il retore, arriva l’alba dalle dita rosate. Quando il carro del sole corre già alto nel cielo, ricompare un puntino, è Tersippo.

“Notizie di merda. Non vengono. Perché hanno una delle loro feste, dicono, ma secondo me è perché sanno che siamo vicini a esser fregati e se Atene scompare, per loro è una pacchia”. “E Eucle?”. “Eucle arriva, ha il fiato un po’ corto, e ce l’ho anch’io. Vai dai capi e racconta com’è andata”. “Vado, qui c’è ancora un po’ d’acqua e un po’ di ricotta”.

L’esercito è radunato in una pianura a nord della città, Maratona si chiama. Milziade è un generale che va per le spicce ma è anche un tipo comprensivo e dopo che Filippide gli ha riferito le notizie, aggrotta il volto, ma lo congeda con gentilezza e gli dice di andarsi a riposare. Notte, fuochi nella radura. Tersippo ha aspettato Eucle, arrivano e si fanno scivolare a terra, vicini all’amico. “Come l’ha presa?”. “Bene, no. Ma è uno con le palle e ha chiamato gi altri comandanti e stanno parlando da qualche ora”.

L’indomani è quello che noi chiamiamo 12 settembre ma qualche storico pensa sia l’11: si vede che quel giorno ha avuto sempre in serbo qualcosa di grosso. I persiani vengono avanti con quei loro berretti frigi, con quei loro archi corti, una siepe fitta. Milziade accetta battaglia e naturalmente non c’è niente di eroico: è solo un taglia, affetta, sfonda, picchia, massacra. A metà pomeriggio, la pianura è coperta di morti. Persiani. “Callimaco, come sta andando?”. “Milziade, a occhio direi che abbiamo vinto. E abbiamo anche avuto pochi morti. Il problema è che pare che i persiani, con la flotta, stiano tentando di aggirare l’Attica per puntare su Atene”. “Senti, se gli uomini ce la fanno, radunali e marciamo verso la città”. “Mandiamo un emerodromo?”. “Macché emerodromo. Se ci organizziamo, questi 200 stadi ce li sbraniamo in quattro ore. Gli uomini saranno anche stanchi, m sono eccitati e hanno vinto. In marcia”.

Danno un elmo e una lancia anche agli emerodromi e partono: prima in salita, poi una lunga discesa verso la città. Non ce la fanno in quattro, ma in cinque ore sì, e trovano un’aria tranquilla perché dal Pireo nessuno ha segnalato l’arrivo di navi persiane. E’ allora che Milziade annuncia che ha appena sbaragliato il nemico. Festa, ghirlande di fiori preparate al momento, bevute e, a sera inoltrata, rompete le righe.

“Figlio, figlio mio”, urla isterica Vuia, la mamma di Filippide quando vede il figlio sull’uscio di casa. “Mamma, cos’hai? Sei fuori di te”. “E’ che girava la voce che il comandante avesse mandato un emerodromo per annunciare la vittoria e che lui era arrivato, sì, ma aveva appena avuto il tempo di dire nike e poi era spirato. E io mi ero messa in testa che fossi tu e così ho pregato tutti gli dei, a cominciare dal gran padre Zeus. Ma ora sei qui, tutto intero. Grazie Zeus, grazie Athena, grazie dei del cielo e degli inferi. Mio figlio è a casa”. “Mamma, io avrei fame”. “Figlio, Falocio ha portato un’altra di quelle capre che ti piacciono tanto. Un paio d’ore e sarà in tavola. Mentre aspetti, riposati e mangiati un po’ di formaggio con le olive di Kalamata”. “Mentre cucini, ti racconto di quando ho corso dalla strada per Sparta sino a Maratona. Non ero mica stanco”. “Figlio, sei un emerodromo nato”.

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18 aprile 2015 6 18 /04 /aprile /2015 06:22
Dorando Pietri, la storia di una sfida. Una conferenza biografica su Dorando Pietri, tenuta a Sanremo da Franco Ranciaffi

Sabato 18 aprile 2015, alle 16:30, presso la sala di Palazzo Gentile-Spinola (piazza dei Dolori), a Sanremo, è in programma l'incontro sul tema: "Dorando Pietri, la storia di una sfida"

Si tratterà di una .cConferenza biografica tenuta dal giornalista Franco Ranciaffi.

L'evento è curato dal Circolo Ligustico Arte e Ambiente di Sanremo. Ingresso libero

L'evento è curato dal Circolo Ligustico Arte e Ambiente di Sanremo.

Ingresso libero.

L'argomento, dedicato al maratoneta Dorando Pietri, riveste particolare attenzione con numerosi riferimenti alla città di Sanremo, dove il mitico maratoneta visse e morì nell'ultima parte della sua vita, dopo il fallimento della sua impresa "alberghiera" e dove esercitò il lavoro di guidatore di autovettura a noleggio..

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16 aprile 2015 4 16 /04 /aprile /2015 20:03
Marathon des Sables 2015. L'impresa di sir Ranulph Fiennes, sportiva ma anche collegata ad un obiettivo caritatevole
Marathon des Sables 2015. L'impresa di sir Ranulph Fiennes, sportiva ma anche collegata ad un obiettivo caritatevole
Marathon des Sables 2015. L'impresa di sir Ranulph Fiennes, sportiva ma anche collegata ad un obiettivo caritatevole
Marathon des Sables 2015. L'impresa di sir Ranulph Fiennes, sportiva ma anche collegata ad un obiettivo caritatevole

Il britannico sir Ranulph Fiennes, 71 anni, noto per le sue innumerevoli imprese sportive estreme, è in questi giorni impegnato a partecipare alla Marathon des Sables 2015, fiancheggiato da Rory Coleman suo personal trainer (ma soprattutto atleta, con diversi importanti achievement nel suo palamares, tra i quali l'essere stato per 11 volte finishe della MdS, nonché organizzatore di eventi sportivi in UK). Il suo obiettivo è quello di essere il primo cittadino britannico di questa fascia d'età a completare la Marathon des Sables.

Al termine della prima tappa, il suo coach Rory Coleman ha rimarcato che Runulph Fiennes ha superato almeno il 25 per cento degli atleti più giovani di lui.

Dunque, senz'altro positivo il risultato della prima tappa.

L'altro obiettivo importante e rimarchevole di Ranulph Fiennes è di raccogliere due milioni e mezzo di sterline per la Charity Marie Curie.
 

Ranulph Fiennes 'overtaking people a quarter his age' in Marathon des Sables

The 71-year-old is facing temperatures of more than 50C running through the Sahara as he hopes to raise £2.5m for UK charity Marie Curie

Sir Ranulph Fiennes’ coach has revealed the 71-year-old explorer is overtaking people a quarter of his age during the Marathon des Sables.

Fiennes is facing temperatures of more than 50C (122F) and endless sand dunes in the challenge, dubbed the toughest footrace on Earth. He hopes to raise £2.5m for the UK charity Marie Curie by taking part.

His fitness coach, Rory Coleman, told BBC Breakfast: “He is overtaking lots of people who are a quarter of his age, not just half his age. It’s remarkable he’s doing this at 71.”

But Fiennes said he was trying to allay his competitive side to ensure he had enough energy to finish the race. He said: “I rely on Rory, uncle Rory, to get it right and make sure I don’t go too fast, which is a competitional [sic] element you’ve got to subdue, because it gets worse and worse and worse.

“Yesterday I thought was very difficult, but it’s nothing compared with the next day, and the next day and the next day, so you’ve got to stop any form of competition if you’re going to compete at a certain age.”

The explorer, who turned 71 in March and is battling diabetes, said enduring blisters and the heat was the toughest part of the challenge. He said: “I’m OK in the cold but I don’t like the hot very much ... I’m also finding that the blister situation is new, you’ve got to keep plastering stuff on, be sure of no sunburn.

“I really need to complete it because we are desperate to raise lots of money for Marie Curie, and without completion of course you don’t raise so much money.”

The Marathon des Sables in Morocco covers 155 miles (251km) including the distance of a marathon a day and a double marathon one day, with runners carrying everything they need on their backs.

Fiennes received a message from the Prince of Wales wishing him the very best of luck before taking part in the race. He hopes the money raised will help Marie Curie provide more free care and support to people living with a terminal illness.

Fiennes hopes to become the oldest Briton to complete the marathon, which lasts for six days. Monday is the second leg of the race and will see the explorer cover 19 miles of ground from Oed Tijekht to Jebel el Otfal. He faces three steep climbs in temperatures reaching 50C.

This follows Sunday’s run of 22 miles, which took Fiennes eight hours to complete.

TheGuardian.com

My Story...

As a young person I had loved sport but by the time I reached 31, fitness didn't feature in my life. I was successful in other areas of my life: I had my own business, three great children and a nice house.

But life was out of control, I was an overweight, 40/day cigarette smoking alcoholic. On 5 January 1994, I realised that I had to change the way I approached life and decided that it was time to stop looking for happiness in drink and cigarettes.

My dream to get fit started with a short jog. At 15 stone in weight I was totally out of breath after just 100 metres and was appalled at the state of my body.

For the next three months I was motivated by my dream. I stuck to my goals, stopped smoking, gradually increased my exercise regime and controlled my diet. In just three months I was able to run a Half-Marathon in under 2 hours.

I went on to run the London Marathon in 1995 in under 4 hours and enjoyed the 'marathon experience' so much that by 1998 I had run my first 100 marathons. I raised my personal best to 3 hours 24 minutes and set 9 Guinness World Records for running on treadmills.

During this journey of fitness I have experienced some amazing life adventures, including:
Running John O'Groats to Lands End
Running the Flora 1,000 Mile Challenge
Running a 600 mile route connecting the grounds of the Premier League Football Clubs
Running 1,275 miles from London to Lisbon for Euro 2004 = 30 miles per day for 43 days
Completed 11 Marathon des Sables and now going for my 12th in April 2015.
Fitness has brought me great happiness and is a fundamental part of my daily life... I completed over 870 Marathons and now have a dream of completing 1000 Marathons in 2017.

Rory Coleman Perfomance Coach

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5 aprile 2015 7 05 /04 /aprile /2015 06:08
Dave Kunst in transito sul Khyber Pass, passo di montagna che collega il Pakistan con l’Afghanistan lungo la Via della seta

Dave Kunst in transito sul Khyber Pass, passo di montagna che collega il Pakistan con l’Afghanistan lungo la Via della seta

Nei primi anni ’70: Dave Kunst fu il primo uomo a fare il giro del mondo a piedi. Presto, usciranno in libreria i suoi diari di viaggio, d prossima pubblicazione per Edizioni dei Cammini:  dal 22 aprile in libreria (titolo originale: The man who walked around the world), scritto dallo stesso dave Kunst assieme a Clinton Throwbridge.
Basato sulla vicenda reale e ispirato al libro, è in corso di realizzazione - con la regia di Robert Connolly, il film con il medesimo titolo.

L'avventura di Dave Kunst fu pensata per essere portata avanti in due, con il fratello John. Ma in un punto del percorso asiatico (mentre attraversavano l'Afghanistan, in particolare) i due furono assaliti dai banditi, il fratello John ucciso e lo stesso Dave ferito.

Quando si riprese, ricominciò il suo cammino, questa volta accompagnato dal fratello Peter.

Dave Kunst fu il primo camminatore indipendente a compiere il periplo del mondo a piedi: la certificazione definitiva della distanza da lui percorso è di 14.452 miglia.

Sembra che la sua ispirazione a compiere il cammino attorno al mondo sia stata l'impresa della sbarco lunare degli astronauti USA.

Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo
Dave Kunst, camminatore del mondo. Ad aprile, nelle librerie il libro che racconta il suo viaggio a piedi attorno al globo

(da Wikipedia) Dave Kunst (born July 16, 1939 in Caledonia, Minnesota) is the first person independently verified to have walked around the earth.

The walk was intended to be achieved along with his brother John, but in the event John was shot and killed by bandits, and Dave wounded; Dave resumed and completed the walk with another brother, Peter. His walk was officially stated to be 14,452 miles.

Kunst's walk may not have been the first circumnavigation by foot, in particular Guinness World Records mentions George Matthew Schilling (walked: 1897-1904), and Dumitru Dancircumnavigated the globe between 1910-1923, in a Touring Club de France contest.

Kunst's trek began June 20, 1970, and ended October 5, 1974. Dave started his journey in Waseca, Minnesota with his brother John, a letter of recommendation from Sen. Hubert Humphrey, a scroll to be signed by officials along the way, $1000 and a mule named Willie Makeit carrying camping supplies.

The brothers walked to New York City with Willie Makeit, then flew to Portugal, where they acquired a second mule (Willie stayed home). Dave and John walked across Europe and visited Monaco, where they met Princess Grace, and Italy, where they encountered Thor Heyerdahl.

During their travels, the brothers asked people to send donations to UNICEF, which a reporter in Afghanistan mistakenly wrote that they collected and carried along with them.

John was killed when bandits shot him in the mountains of Afghanistan in October 1972. Dave was shot in the chest during the same attack, but survived by playing dead. After spending 4 months recovering from his injuries, Dave resumed his journey along with his brother Pete, from the spot where John was killed. As they continued their travels, Dave and Pete were denied access to the USSR, so they flew from India to Australia.

Pete returned home during the Australia-leg of the trek, where Dave continued on alone, by this time on his 3rd mule. Unfortunately, the mule died and Dave was left hauling his wagon of supplies himself. He was on the verge of abandoning his supplies, when he fortuitously met Jenni Samuel, a schoolteacher from Perth. She helped pull his wagon with her car, while he walked alongside. Dave returned to Australia for a year after completing his journey. Jenni and Dave later married and are still together as of 2013.

"I walked 20 million steps" Dave says, figuring 31 steps per 100 feet "I wore out 21 pairs of shoes but I proved something to myself: If a human being makes up his mind, is determined, sets goals, he can walk around the world".

The brothers were commemorated in June 2004 with a sign in their hometown of Caledonia, Minnesota. The inscription reads: "Caledonia: Birthplace of the Earthwalkers David, Peter and John Kunst."

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28 marzo 2015 6 28 /03 /marzo /2015 21:41
Supermaratona dell'Etna da 0 a 3000 2015 (9^ ed.). Salvatore Calandriello sfiderà l'Etna palleggiando per tutta la distanza con un pallone da basket
Supermaratona dell'Etna da 0 a 3000 2015 (9^ ed.). Salvatore Calandriello sfiderà l'Etna palleggiando per tutta la distanza con un pallone da basket

(Elena Cifali) Sabato 13 giugno 2015 un grande evento prenderà forma, o forse sarebbe meglio dire piede sull’Etna. E' un evento che, anno dopo anno, catalizza l’attenzione di decine e decine di runner che sfidano se stessi e la “montagna” nel tentativo di conquistare la quota di tremila metri sul livello del mare.

Sto parlando della Supermaratona dell’Etna, anche conosciuta come 0-3000, che, per quest’anno, sarà organizzata dalla Società Etna Trail ASD di Linguaglossa.

La circostanza che rende questa gara unica al mondo? E' presto detto: la SuperMaratona dell’Etna è la corsa podistica su di un tracciato in linea, con un dislivello massimale tra punto di partenza e punto di arrivo. L'impresa, registrata all'interno degli annali della Federazione Italiana di Atletica Leggera e la cui prima edizione è stata inserita all'interno del libro del Guinness dei primati come gara con il maggior dislivello su unico tracciato mai realizzata, è un evento fortemente challenging

Dopo la partenza sulle rive del Mar Ionio, da Marina di Cottone (Fiumefreddo) gli atleti potranno raggiungere la vetta dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa (circa trecento metri sotto, per la verità, più che altro per motivi di sicurezza).
Tremila sono i metri di dislivello spalmati su un percorso di ben 43 chilometri, superiore quindi alla distanza della maratona, tale da consentire di inquadrare questa manifestazione tra le ultramaratone che si definiscono appunto per il fatto di disputarsi su distanze superiori ai 42,195 km. E, pur essendo quella della Supermaratona dell'Etna una distanza anomala nel panorama delle Ultra, appena superiore al limite di discrimine con le maratone, fa da compensazione il forte dislivello altimetrico, dal punto di inizio a quello di arrivo, con le sue difficoltà estreme.

Quest’anno, però, la gara si tingerà dei vividi colori della sfida nella sfida, grazie all’ultramaratoneta Salvatore Calandriello, tesserato con AS Podistica Amatori Policoro (categoria M45) che si cimenterà nella corsa in salita palleggiando con un pallone da basket.

Un’impresa bizzarra e senza precedenti questa sulll'Etna di Salvatore Calandriello, che è ben conosciuto nel mondo delle Ultra per aver compiuto numerose gare a tempo e aver conseguito altrettanti successi. Un'impresa che presenterà degli imprevisti dal momento che, se la gara sino a Piano Povenzana è su asfalto, da questo punto in poi per gli ultimi 10 km circa è su fondo sabbioso di ceneri laviche che, per quanto compattato, dal passaggio continuo dei mezzi cheportano i tursiti sulla cima, potrebbe creare delle difficoltà, interferendo sul rimbalzo della palla.

Ho parlato con Salvatore al telefono in questi giorni e il suo entusiasmo è senza confini. La sua voglia di arrivare a quota tremila, tenendo ben stretto in mano il suo pallone tra un palleggio e l’altro, mi ha incuriosita non poco.

Lui sa perfettamente ciò che vuole e la sua sfida sarà un poco quella di tutti noi che lo seguiremo.

A Salvatore Calandriello va il mio in bocca al lupo!

 

Il video ufficiale

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25 febbraio 2015 3 25 /02 /febbraio /2015 18:59

Ciao a tutti, as a tribute to Simone Grassi, a great man and a Connemarathon legend, many of his friends are going to take part in this year’s race on 12th April. Simone won the Connemarathon twice, in 2008 and 2009, and among all the races he ran, he remembered this one as ‘a piece of life’. Simone died in February2013 after fighting against lung cancer for over two years.
To celebrate his life, we are going back to his Connemara to continue the work he had started in 2012, by raising money for Cancer Care West, a charity that supports cancer patients and their families (www.cancercarewest.ie).
We are honoured to be running in his name and we appreciate your support/donation, to remember him in the way he would have loved best - helping others!
Any donation, no matter how small, is hugely appreciated.
GO, Simone, GO!
Many thanks in advance for your support,
ASG - A s s o c i a z i o n e S i m o n e G r a s s i

Ciao a tutti, Come tributo a Simone Grassi, un grande uomo ed una leggenda per la Connemarathon, molti dei suoi amici prenderanno parte all'edizione del prossimo 12 Aprile.
Simone ha vinto la Connemarthon due volte, nel 2008 e nel 2009, tra tutte le gare che ha corso ha sempre ricordato questa come 'parte della sua vita'.
Simone ci ha lasciati a febbraio 2013 dopo aver lottato per oltre due anni contro un cancro ai polmoni.
Per celebrare la sua vita, torneremo nella sua Connemara per continuare il lavoro che ha iniziato nel 2012, raccogliendo fondi per Cancer Care West, un'organizzazione a sostegno dei malati oncologici e delle loro famiglie (www.cancercarewest.ie).
Siamo onorati di correre in suo nome ed vi ringraziamo per le vostre donazioni, cosi' da ricordarlo nel modo che lui stesso avrebbe scelto, aiutando gli altri!
GO, Simone, GO!
Many thanks in advance for your support,
ASG - A s s o c i a z i o n e S i m o n e G r a s s i

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19 febbraio 2015 4 19 /02 /febbraio /2015 22:08

Il film del "Viaggio Podistico" di Alberto Bressan, detto "Pasteo", da Barbisano (TV) fino all'adunata nazionale degli Alpini d'Italia che si è tenuta a Pordenone nei giorni 9, 10 e 11 maggio 2014.
Un gruppo di atleti tra alpini e simpatizzanti, guidato da Alberto Bressan, ha realizzato l'impresa di percorrere in tappa unica 90 km tra le 22:30 di venerdì 9 maggio e le 12:30 di sabato 10 maggio.
In autosufficienza, tra sterrati collinari e sentieri di montagna. Oltre 3300 metri D+ in un percorso per veri eroi.

Il film che è possibile acquistare anche come DVD, è legato ad una iniziativa caritatevole; e, infatti, nella parte finale del video si possono trovare gli estremi per fare una offerta che andrà interamente devoluta all' Istituto La Nostra Famiglia di Barbisano (Tv).
Per ulteriori informazioni www.viaggiopodistico.altervista.org

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12 febbraio 2015 4 12 /02 /febbraio /2015 18:32
Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon 2015. Anche Gianni Morandi allo start: di seguito altre anticipazioni e dettagli

Gianni Morandi, il cantante bolognese del quale è nota la passione per il running, sarà al via dell'edizione 2015 della Gwensan Giulietta&Romeo Half marathon, così come 20 ragazzi della Comunità di San Patrignano. Confermato anche Gelindo Bordin. Tutti i nomi dei Top Runner.

Anche Gianni Morandi sarà al via domenica mattina 15 Febbraio alla Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon, oltre che cantante da oltre un decennio Morandi è un ottimo maratoneta. Già due anni fa partecipò alla Veronamarathon concludendo la sua fatica all’interno dell’Arena, sul quel palco che il giorno successivo avrebbe ancora calpestato duettando con Adriano Celentano. Arriverà direttamente domenica mattina da Bologna con i suoi più cari amici e compagni di corse e allenamenti. Con lui l’allenatrice di sempre, l’azzurra e olimpionica Laura Fogli, poi ci sarà il medico di fiducia, di origini siriane, Ismat Mohamud. Ancora ci sarà il maratoneta Lorenzo Lo Preiato protagonista in questo mese con una intervista su Runner’s World che corre da anni tantissime maratone nonostante sei bypass al cuore ed infine Stefano Soverini, organizzatore della mezza bolognese Run Tune Up. Morandi, insieme a Gelindo Bordin che ha scelto di correre tutta la mezza maratona e non la Duo, saranno sicuro tra le persone più attese all’arrivo in piazza Bra.
Sempre più ricca di interessanti partecipanti questa edizione della Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon, perché l’altra notizia di giornata è l’iscrizione last minute di ben 20 ragazzi provenienti dal San Patrignano Running Team, ragazzi portati a correre e a riscattare la loro vita dal dottor Gabriele Rosa con il progetto ‘Oltre il traguardo’ che li ha portati nell’autunno 2014 a correre anche la maratona di New York.
TOP RUNNER - Cresce anche l’attesa sui top runner, la sfida nella sfida, per vedere chi si aggiudicherà la competizione. Si tenterà di battere il primato della gara fissato l’anno scorso da William Kibor con 1h00’51”. Sarà confronto tra Italia e Kenya, ora allargata anche all’Uganda grazie alla presenza di Ezekiel Chepkorom all’esordio sulla mezzamaratona ma con dei test molto attendibili fatti in Uganda che parlano di 1h03’ in solitaria e con tanto margine di miglioramento. Oltre a Chepkorom vi saranno gli azzurri Simone Gariboldi 6° l’anno scorso (Personal Best 1h02’51”) e Jamel Chatbi (1h02’38”) l’ex campione italiano di maratona Giovanni Gualdi (1h03’57”) contro Cosmas Koech Kimutai (1h00’56”), Robert Ndiwa anche lui keniano (1h02’03”) a cui si aggiunge il connazionale Andrew Mang’ata con un primato personale di 1h02’26” fatto a Bologna a settembre 2014. Nella gara femminile difficilmente verrà battuto il primato della corsa fissato l’anno scorso da Valeria Straneo con 1h09’45”. Al via la sudafricana Irvette Van Zyl (1h10’56”) contro l’azzurra Deborah Toniolo (1h12’14”) che ha partecipato anche agli europei nell’agosto scorso, Sara Dossena (1h12’54”) che si divide tra corsa e triathlon e Giovanna Epis (1h13’02”) terza ai campionati italiani in pista sui 10mila metri nel 2014. Da non sottovalutare anche la svizzera Patricia Morceli Buhler con un miglior tempo sulla distanza di 1h13’01” fatto a Verbania nel 2011 e vincitrice della half di Losanna. Pettorale anche per Federica Dal Rì, da tanti anni azzurra tra pista, corse su strada e nei cross, che vanta un personale di 1h14’57” e per Sonia Lopes Conceisao, capoverdiana ma residente a Bussolengo (Vr) e seconda classficata nella maratona di Verona nell’ottobre 2013.
MERCHANDISING – Una gara è un’emozione che può durare per la vita e come conservarne un ricordo ancora migliore se non portandosi a casa un souvenir della Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon? Sul sito sono visionabili i vari prodotti acquistabili in Expo, t-shirt, felpe, cappellini, zainetti e tanto altro e relativi prezzi. Da prendere per sé o da regalare, per dire…io c’ero.
1 EURO IN ARENA – Il Comitato organizzatore conferma che domenica mattina sarà possibile entrare in Arena al costo convenzionato di 1 Euro (al posto di 8 euro), così da poter vedere i propri amici e familiari correre nel suggestivo ed emozionante passaggio in Arena.


Programma orario - Gensan Giulietta & Romeo Half Marathon
Venerdì 13 febbraio 2015

  • Ore 15.00 - Apertura expo
  • Ore 15.00 - 20.00 - Consegna pettorali



Sabato 14 febbraio 2015

  • Ore 10.00 - 20.00 - Ritiro pettorali presso il Palasport, Piazzale Azzurri D'Italia
  • Ore 11.00 - Presentazione percorso
  • Ore 11.30 - Attività di Parkour
  • Ore 15.00 - Presentazione percorso
  • Ore 15.30 - Attività di Parkour
  • Ore 16.00 - Attività di Zumba fitness
  • Ore 16.30 - Premiazione Half Marathon Tour
  • Ore 17.00 - Brooks presenta le novità della stagione
  • Ore 18.00 - Presentazione Pacemaker e top runner
  • Ore 18.30 - Presentazione percorso



Domenica 15 febbraio 2015

  • Ore 07.00 - 09.00 - Ritiro pettorali presso il Palasport, Piazzale Azzurri D'Italia
  • (possibile solo per chi NON risiede nella provincia di Verona)
  • Ore 10.00 - Partenza Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon e Duo Halfmarathon
  • Ore 10.30 - Attività di Zumba fitness (zona arrivo)
  • Ore 11.00 - Arrivo primi concorrenti
  • Ore 11.30 - Premiazioni vincitori (Piazza Bra)
  • Ore 14.00 - Premiazioni categorie amatori e società (Palasport di Verona)
  • Pasta party
Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon 2015. Anche Gianni Morandi allo start: di seguito altre anticipazioni e dettagli
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28 novembre 2014 5 28 /11 /novembre /2014 05:25
Giusto Umek, un campione purtroppo dimenticato e grande pioniere dell'ultramaratonaNel 1928 e nel 1929 il triestino Giusto Umek, uno dei nostri migliori marciatori, partecipò alla traversata degli Stati Uniti, una prova professionistica, denominata comunemente come Bunion Derby ( ovvero "gara dei calli") o con il nome ufficiale di Trans-American Footrace, con premi in denaro. In conseguenza di questo fatto l’atleta venne radiato dai ranghi dilettantistici dalla Fidal, con bocciatura della sua richiesta di essere reintegrato, emessa dalla Fidal con comunicato n.4 della  seduta del 6 dicembre 1934.
La prima edizione di questa ultramaratona ideata e diretta dall'impresario sportivo Charles C. Pyle, con criteri di spettacolarizione e di intrattenimento, partì dall’Ascot Speedway (una pista ovale di fianco a Soto Street) di Los Angeles il 4 marzo 1928 e terminò al celebre Madison Square Garden di New York il 27 maggio, per un totale di 3422 miglia (km 5507,093) da percorrere a passo libero (corsa o marcia) a tappe quotidiane, come nel Giro d’Italia di ciclismo, e da disputarsi sotto qualsiasi condizione ambientale.
L’edizione del 1929 partì con progetti più ambiziosi e qualche cambiamento, primo fra tutti la direzione di gara, questa volta da New York a Los Angeles. Distanza totale 3683 miglia (km 5927,125) da percorrere in 78 giorni, quindi con tappe un po’ più lunghe. I partenti furono solo 90, dei quali solo 19 arrivati al traguardo; avvio al Columbus Circle di New York (nds: piazzale con la statua di Cristoforo Colombo al centro), conclusione al Wrigley Field di Los Angeles.
La 2^ edizione fu per gli atleti più onerosa, innanzitutto perchè furono aumentate le quote d'iscrizione sino a $300 (un piccolo patrimonio all'epoca) e, in secondo luogo, per il fatto che, a differenza di quanto era accaduto l'anno precedente, C. C. Pyle non garantì più l'assistenza in corso di gara, né tanto meno l'alloggio e i pasti tra una tappa e l'altra. Ogni atleta (o squadra) doveva provvedere per sé. Alcuni, per sopperire alle necessità e per contenere le spese che altrimenti sarebbero stati enormi, acquistarono un van che attrezzarono appositamente sia per portare tutti i necessari generi di conforto, sia per cucinare sia per dormire (e naturalmente ebbero bisogno di reclutare un assistente che si occupasse di tutte le necessarie incombenze). i britannici Arthur Newman e Peter Gavuzzi che, in quest'impresa, si erano associati seguirono questa strategia, sobbarcandosi ai relativi costi in vista di un guadagno che, poi alla fine, non arrivò mai.
Giusto Umek, invece era assistito da un automezzo ceh faceva pubblicità alla Fernet Branca, come mostra un raro documento fotografico d'epoca. 
Giusto Umek è morto il 22 Ottobre 1967 ed è sepolto nel Cimitero Maggiore di Padova.
Purtroppo, pochi lo ricordano, anche nel campo delle ultramaratone.
Venne tagliato fuori dagli annali ufficiali dalla mannaia del radicalismo decoubertiniano che stabilì una netta divisione tra lo sport dilettantistico "puro" e "nobile", tagliando fuori dalle competizioni sulle ultradistanze tanti che nella corsa trovavano (o speravano di trovare) una fonte di guadagno.
Alcuni di questi atleti come Arthur Newman, Peter Gavuzzi e il nostro Giusto Umek andrebbero rivalutati.
Nel suo articolo Marco Martini pone l'interessante questione se Giusto Umek debba essere considerato un "professionista", sia per i premi in denaro ricevuti sia per il fatto di correre come atleta sponsorizzato dal Corriere d'America (nel 1928) e dalla "Fernet Branca" all'edizione successiva (e in quanto tale la decisione presa dalla Federazione di atletica di allora dovrebbe essere giustificata alla luce dei rigorosi parametri di quel tempo) on non piuttosto un "patriota" che portò i colori dell'Italia in una gara estrema, classificandosi 5° alla sua prima edizione e terzo alla sua seconda.
Marco Martini propende per questa seconda "verisone" che renderebbe giustizia a Giusto Umek: 
"Egli venne definito da Luigi Ferrario «alfiere dei nostri colori in terra americana, ambasciatore di italianità in mezzo agli emigrati» (La Gazzetta dello Sport 1° giugno 1928). E quando, nella competizione del 1929, non fu più in grado di puntare alla vittoria, prese a fare il tifo per Gavuzzi: «Umek sta facendo voto per un successo italiano, riconoscendo in questa (eventuale) vittoria un grande mezzo di propaganda per il buon nome dell’Italia in America» (La Gazzetta dello Sport 8 giugno 1929)" (ib. Marco Martini).
Certo è che, oggi, i parametri del CIO e conseguentemente dei diversi organismi nazionali di atletica che regolano i comportamenti degli atleti in merito ai compensi in denaro, con le "sponsorizzazioni" si sono sfilacciati e non c'è di fatto, atleta di punta che non sia in qualche misura un "professionista" (anche se non lo si dece, e si preferisce ricorrere all'eufemismo "sponsorizzato").

Da notare, tra l'altro, che specie al termine della 2^ edizione della Trans-American Foot Race. i premi in denaro promessi, non vennero mai pagati (alcuni accettarano a titolo di acconto - dopo una lunga attesa - $500 a titolo di acconto - poiché C. C. Pyle, nel frattempo aveva dato bancarotta: una ulteriore beffa.

Di Giusto Umek si parla ampiamente in un libro purtroppo non tradotto in Italiano "Running for their lives. The Extraordinary Story of Britain's Greatest Ever Distance Runners" (di Mark Whitaker, 2012) centrato sulle storie di vita e di sport di Arthur Newton e di Peter Gavuzzi che, nelle sue parti centrali contiene il racconto minuzioso delle due successive edizioni della Trans-American Foot-race, costruito dall'autore avvalendosi delle memorie personali di Newton, nonché degli appunti e delle lettere di Peter Gavuzzi. E, ovviamente, si parla molto di Giusto Umek che, soprattutto nella corsa del 1929 fu un agguerrito avversario di Gavuzzi. 
Purtroppo l'autore del libro ha storpiato il nome di Giusto Umek, facendolo diventare "Guisto Umek"... E qualcuno dovrebbe darsi la pena di scrivere all'autore, in modo tale che possa correre l'errore in successive edizioni.

Non solo per i motivi che menziona Marco Martini e cioè che giusto Umek sia stato un autentico ambasciatore dell'Italia all'estero con le sue imprese sportive, ma anche perchè in due anni di seguito ha portato a termine una titanica impresa, classificandosi 5°la prima volta e 3°, alla seconda partecipazione, andrebbe ricordato.
Credo che anche al giorno d'oggi in cui l'ultramaratona in Italia sta vedendo una sua nua rigoglioa fioritura sono pochi gli ultrarunner italiani che abbiano compiuto un'impresa di corsa che si avvicino di un poco solltanto ai due successivi Bunyon Derby. Forse che l'abbiano superato c'è soltanto il nostro "mitico" Lucio Bazzana con la sua sfida dei 100 giorni di corsa con l'obiettivo di percorrere una distanza tra 9000 e 10.000 km. 
Nota biografica su Giusto Umek. Nato a Trieste l’11 ottobre 1895, deceduto a Padova il 22 ottobre 1967, nello sport fu allievo del marciatore Romeo  Marcovig, che dal 1922 al 1933 fu presidente del Comitato Regionale della Federazione italiana di atletica leggera. 
Diplomato in un istituto tecnico, orfano di padre da giovane e unico maschio di cinque figli, trasferitosi per lavoro a Milano (prima della seconda guerra mondiale), e poi a Lumezzane, trascorse la vecchiaia prima a Trieste e poi a Padova, dove vivevano dei parenti della moglie; ha avuto due figli, Luciano nel 1933 e Albina nel 1935.
Curriculum sportivo-agonistico (é interessante notare che l'elencazione delle sue imprese sportive si arresta poco prima dell'avventura americana, poichè da quel momento in poi, per gli organismi federali italiani, in quanto atleta che percepiva compensi in denaro con il suo  gesto sportivo, non aveva più dirito ad avere un posto al sole e ad una registrazione "ufficiale" delle sue performance).
Tournée inglese 1922.
  • Londra-Brighton, 23 settembre, 51 miglia: 1. Horton (GB) 8h27:12.2/5, 2. Umek 8h35:49.2/5, 3. Donato Pavesi (Umek era nettamente in testa ma, colto da crampi a 3 km dalla fine, fu costretto a fermarsi ripetutamente per poi riprendere) 
  • Londra, pista Stamford Bridge, 30 settembre, campionati inglesi 7 miglia su pista: ritirato
  • Manchester-Blackpool, 7 ottobre, gara su strada: 1. Pavesi 8h12:44, 2. Poynton (GB) 8h18:31, 3. Umek 8h20:39
  • Birmingham 14 ottobre, 20 miglia su strada: 1. Pavesi 2h48:58, 2. Goodwin (GB) 2h49:59, 16. Umek 3h05:40
Campionati italiani di marcia di resistenza su strada
  • Milano 5-10-1919, km 42: 1. Umek (US Internazionale Trieste) 4h33:00.2/5, 2. Pavesi 4h37:55
  • Roma 20-9-1920, km 44: 1. Umek (CS Olimpia Trieste) 3h52:43.2/5, 2. Pavesi 3h58:04
  • Bologna 20-9-1921, km 42.750: Umek (US Triestina) ritirato
  • Firenze 14-9-1924, km 42.750: Umek (CS Ponziana Trieste) ritirato
  • Como 2-10-1927, km 42.750: 1. Umek (Associazione 30 ottobre Trieste) 3h34:25.4/5, 2. Pavesi 3h28:25.4/5
100 km organizzata da La Gazzetta dello Sport
  • 24-4-1921: 1. Donato Pavesi 10h04:20.4/5, 2. Umek (libero, Trieste) 10h55:30
  • 19-11-1922: 1. Pavesi 9h51:37, 2. Umek (libero, Trieste) 10h14:36
  • 11-11-1923: 1. Umek (libero, Trieste) 10h40:24.1/5, 2. Pavesi 10h55:52.1/5
  • 23-11-1924: 1. Karl Hähnel (Germania) 9h57:16.4/5, Umek (CS Ponziana Trieste) ritirato
  • 15-11-1925: 1. Carlo Giani 11h06:00, Umek (CS Ponziana Trieste) ritirato
  • 26-11-1926: 1. Carlo Giani 10h45:00, 2. Umek (CS Ponziana Trieste) 10h51:00
  • 6-11-1927: 1. Umek (CS Ponziana Trieste) 10h29:53, 2. Pavesi 10h36:43
Giro di Roma (su strada, 20 km)
  • 28-3-1920: 1. Umek (CS Olimpia Trieste) 1h34:55.2/5, 2. Pavesi 1h38:12.1/5
  • 30-4-1922: 11. Umek (US Triestina) non cronometrato
Coppa Malvezzi (Milano), 20 km su strada organizzata dall’Agamennone Milano
21-3-1920: 1. Umek (CS Olimpia Trieste) 1h27:13, 2. Paolo Pozzi 1h29:45, Pavesi ritirato
Roma-Ostia, su strada km 26.6, organizzata dal giornale L’Epoca
12-7-1925: 1. Benedetto Maccari 2h25:00, 2. Pavesi 2h26:00, 11. Umek (CS Ponziana Trieste) non cronometrato
Vicenza-Padova, km 35 su strada, organizzata dalla AS Padovana Leonio Contro
30-10-1927: 1. Pavesi 3h05:52.1/5, 2. Umek 3h11:26, 3. Giulio De Petra 3h14:12, 4. Mario Brignoli 3h15:10 

Classifiche finali delle due traversate degli Stati Uniti nel 1928 e nel 1929 (dall'articolo di Marco Martini)
Atleta/nazionalità/premio (1928) Atleta/nazionalità/premio (1929)
1. Andrew Payne (USA) 25000$ 1. John Salo (FIN/USA) 25000$
2. John Salo (FIN/USA) 10000$   2. Peter Gavuzzi (GB/ITA) 10000$
3. Philip Granville (CAN) 5000$ 3. Giusto Umek (ITA) 6500$
4. Mike Joyce (USA) 2500$ 4. Sam Richman (USA) 3500$
4. Giusto Umek (ITA) 1000$  5. Paul Simpson (USA) 2500$
6. William Kerr (USA) 1000$  6. Philip Granville (CAN) 2250$
7. Louis Perrella (USA/ITA) 1000$ 7. M.B. Mc Namara (AUSL) 2000$
8. Eddie Gardner (USA) 1000$ 8. Herbert Hedeman (USA) 1750$
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27 novembre 2014 4 27 /11 /novembre /2014 07:29

Ted Corbitt. Nello studio biografico la storia e le imprese di uno dei grandi e longevi ultrurunner nello storia della corsa sulle ultradistanzeNon molto tempo, nel 2010, fa è stata pubblicata la 3^ edizione del volume di John Chodes, Corbitt. The Story of Ted Corbitt, Long Distance Runner (Ishi Press International) la cui prima edizione risale al 1974 e in cui viene raccontata la storia di uno dei più grandi e longevi ultramaratoneti della storia contemporanea dello sport delle ultradistance. Per la sua attività e il suo esempio si è meritato l'appellativo di "father of long distance running".
Ted Corbit (1919-2007) ha corso ininterrotaemnte per oltre un cinquantennio, avendo cominciato la sua carriera di runner relativamente tardi. E in oltre 300 gare tra maratone ed ultra, sperimentando in questo campo le più diverse specialità tra le quali la distanza delle 100 miglia che è la prediletta tra i cultori delle ultradistanze nei paesi di lingua inglese, ha raccolto risultati d'eccellenza. Era un omo che, nella Maratona, valeva tempi tra le2h20' e le 2h30' nelle sue best performance. Persino nel 2001, già ultra-ottantenne, prese parte alla Sri Chimnoy  6 days Run (Ward's Island, New Yoirk) e, alternando in ogni lap la corsa con la camminata veloce riuscì a percorrere 300 miglia, conquistando il titolo della Migliore Prestazione per la sua fascia d'età.
Morì nel 2007, dopo aver raccolto anche grandi onorifence e riconoscimenti alla carriera.
Nel cosrso della sua lunga pratica ha svolto anche delle apprezzate attività come coach per atleti che si accingevano a correre sulle lunghe distanze (e in merito ha anche scritto dei "decaloghi" di suggerimenti), e ha dato dei contributi fondamentali nel campo dell'Atletica nel campo dei regolamenti e degli strumenti di misurazioni tra cui la "bici calibrata" che è stata successivamente adottata in tutto il mondo.
Alla sua attività di sportivo, ha affiancato per 44 anni quella di fisioterapista.
Il volume è corredato di numerosi reperti fotografici che illustrano diversi momenti della vita e della carriera atletica di Ted Corbitt.
John Chodes, autore dello studio biografico, non poteva essere meglio qualificato in questo amico. Amico e consulente per lunghi anni di Ted Corbit nell'approccio tattico alle maratone e alle ultramaratone, inclusa la Walton-on-Thames 24 hours Run (dove Corbit stabilì il record delle 50 miglia), nonchè runner lui stesso, si è trovato a comptere spalla a spalla con Ted Corbit in maratone ed ultramaratone.
Per le sue attività giornalistiche sportive, conquistò negli USA il "Journalistic Excellence Award".
Avendo alle spalle questo curriculum e quest'esperienz, John Chodes fu il consulente tecnico di Dustin Hoffman nelle riprese del film della Paramount Pictures, "Marathon Man" (Il Maratoneta).
Oltre a ciò John Chodes è stato anche sceneggiatore per il cinema e per il teatro e ha scritto saggi e romanzi che hanno come oggetto d'interesse e sfondo la Guerra Civile Americana. 

Ted Corbitt. Nello studio biografico la storia e le imprese di uno dei grandi e longevi ultrurunner nello storia della corsa sulle ultradistanze(Dall'introduzione di John Chodes alla 3^ edizione). Thirty six years have elapsed since the original publication of "Corbitt". Ted Corbitt died in Houston, Texas on December 12, 2007 at the age of 88. Until the very end, he was still competing in marathons, and ultra-marathons! He finished well over two hundred of them. I say "well over" because as age crept up, he lost the enthusiasm to run them, so he raced-walked through his competitions, and often failed to write the results down. Yet, age-group records and new accolades kept coming. At the end of this book, immediately following the "Complete Marathon Record of Ted Corbitt to May l978", there is a brief addition of some of his major ultra-marathon races to the end of his life. There is also a listing of his athletic and professional awards.
I wrote this book about Ted Corbitt as a tribute and a thank-you to a man who was much more than someone who was a great athlete and who brought me into the running game, and gave me a life-long passion for this sport.
I wrote this book because Ted Corbitt was my mentor and spiritual father who, without directly advising me, led me to a productive life by following his example.

 

(Da Wikipedia) Ted Corbitt (January 31, 1919 – December 12, 2007) was an American long-distance runner and an official of running organizations. Corbitt is often called "the father of long distance running". He was an ultramarathon pioneer, helping to revive interest in the sport in the United States in the 1960s and 70s. New York Times columnist Robert Lipsyte called Corbitt a "spiritual elder of the modern running clan". In a Runner's World feature honoring lifetime achievement, writer Gail Kislevitz called Corbitt a "symbol of durability and longevity".

Corbitt also developed standards to accurately measure courses and certify races.
The technique involved the use of a calibrated bicycle and has been adopted worldwide.

The grandson of slaves, Corbitt was born on a cotton farm near Dunbarton, South Carolina. He ran track in high school and at the University of Cincinnati. Due to the racial discrimination common at the time, he was sometimes banned from track meets when white athletes refused to compete against him. After army service in World War II, Corbitt earned a graduate degree in physical therapy from New York University, where he later lectured. He was a physiotherapist for more than 40 years.

Corbitt joined the nation's first integrated running organization, the New York Pioneer Club, in 1947.

Ted Corbitt. Nello studio biografico la storia e le imprese di uno dei grandi e longevi ultrurunner nello storia della corsa sulle ultradistanzeHe competed in the Marathon at the 1952 Summer Olympics in Helsinki. In January 1954, he won the Philadelphia Marathon, the first of his four wins there. In May 1954, he won the Yonkers Marathon, becoming the U.S. National Marathon Champion.
At various times, Corbitt held the U.S. track records for distances of 25 miles, the marathon, 40 miles, 50 miles and 100 miles. He remained a nationally competitive runner well into his fifties.

For many years, Corbitt ran more than 20 miles a day from his home in Yonkers, a New York City suburb, to his office in downtown Manhattan. On some days, he also ran home.
At his peak, Corbitt ran up to 200 miles a week, far more than almost any other distance runner. Corbitt ran most of his miles at a fast pace. One workout he often ran involved 17 miles on the track, followed by 13 miles on roads. One week in 1962, Corbitt ran 300 miles.

He then traveled to England and competed in the 54 mile London to Brighton road race, finishing fourth. In his final ultra-distance race he completed 68 miles in a 24-hour race in Flushing Meadow Park in 2003.

Corbitt served as an unpaid official of many running organizations, including the Amateur Athletic Union. He was the founder and first president of the Road Runners Club of America and the founding president of the New York Road Runners Club. He helped plan the New York City Marathon course.

Corbitt served on various boards and committees for over 50 years. He helped create the masters division for runners over 40.

In the early 1960s, Corbitt led efforts to accurately measure and certify long distance road race courses in the United States. The technique, based on the work of John Jewell of Great Britain, used a calibrated bicycle wheel in conjunction with a revolution counter. This method is still used today.

In 1998, Corbitt was among the first five runners to be inducted into the National Distance Running Hall of Fame. Corbitt was also inducted into the American Ultrarunning Hall of Fame, on its inauguration in April 2006.

In 2003, at 84, Corbitt completed a 24-hour race by walking 68 miles, finishing 17th in a field of 35. Some runners were awed by his presence; others had no idea who he was.
At 87, he was still volunteering at ultramarathon races in New York and sometimes even competing. He continued to treat physiotherapy patients. At the time of his death, Corbitt had embarked on a project to walk all the streets of Manhattan.

Corbitt never smoked and his only drink was a single can of beer while in the army. He practiced self-massage, carefully chewed every mouthful of food, and drank lots of water. He was a soft-spoken and gentle man who rarely spoke.
He was an avid photographer and would attend many athletic events sporting a 35-mm camera until he died (in Houston, Texas).

 

 

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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