Siamo entrati nel 2016 e continuano con costanza i diari di cammino di Salvatore Sulsenti. Pure, con qualche discontinuità, prima dovuta ad un'interruzione nei collegamenti internet che ha patito il nostro Salvatore, poi a causa delle festività trascorse, e infine a causa della concentrarsi del Nostro nell'incipiente Hybla Barocco Marathon, a cui ha partecipato, indossando per la prima volta un pettorale e camminando (con partenza anticipata).
Le emozioni (grandi!) conseguenti alla partecipazione a questo evento sono state grandi e hanno meritato uno spazio a parte, con una pagina di diario scritta a parte e con un risalto particolare.
Il 2016 porta a Salvatore Sulsenti, la conferma del suo progetto di prendere parte da camminatore alla 100 km del Passatore, ma anche un progetto speciale per il giorno del suo compleanno, il cinquantesimo, che cadrà il 20 febbraio.
2016
12 gennaio, martedì. Mi collego al web dopo aver fatto colazione e dopo il rituale caffè mattutino con mio padre. Guardo con attenzione moltissime foto pubblicate da Maurizio. Rispondo ai commenti di chi lascia la sua firma ad un’immagine, ad una emozione, ad un colore. Che bello, che belle le foto. Il rosso mi dona. Mi commuovo, ripasso in un attimo tutti gli ultimi giorni e ne traggo nuova linfa e nuova consapevolezza. Mi sento bene nonostante tutto, nonostante certi diavoletti alcuni dei quali riesco a schiacciarli ed altri mi accompagnano giornalmente. Cammino su un marciapiede facendo riflessioni sul moto perpetuo. Chiamo l’officina ortopedica e li aggiorno sullo stato dei miei plantari dopo la maratona, ci rimandiamo ai primi giorni di febbraio per un controllo diretto. Penso. La mia strada. Gli errori. Le cose giuste. La strada. L’arrivo. La crescita. L’elogio. L’imperfezione. Le mie ferite. I miei sogni. I limiti. Le preghiere. L’accordo con Dio. Il fango. Il Sole. L’Aria. Cammino per 9,5 km, la Maratona è archiviata nel corpo. Vorrei fare un’altra esperienza simile ma in una città diversa, mettermi alla prova fuori casa.
13 gennaio, mercoledì. Questa giornata è dedicata al recupero semi-passivo, in poche parole oggi riposo. Alle 17,30 ho un colloquio di lavoro per collaborare con una ONLUS che si occupa del ricovero per cani abbandonati. Questa opportunità, segnalatami da Massimo, arriva al momento giusto. A 50 anni mi ritrovo a fare un colloquio quando qualcuno è già in pensione. Scambiamo alcuni messaggi con Inge pensando alla prossima uscita. Rimandiamo a domani sera, domani avrò una giornata di prova al lavoro.
14 gennaio, giovedì. Sveglio dalle 4,30 faccio un caffè. Mi collego e guardo quasi 800 foto scattate da Maurizio a Ragusa domenica 10. Inoltro alcune foto a degli amici, vorrei lasciare un commento per tutti quegli scatti che mi hanno colpito e forse lo farò. Alle 8.00 comincio a lavorare in un canile come factotum, struttura mediocre e decisamente sporca.
Alle 15,30 finisco la nobile professione di spalatore di merda canina. Alle 18,30 comincio a camminare con il mio gruppo e fino alle 20,20 non penso più a nulla. mi allontano per un po’. Percorro km 10,6 e mi concedo anche un allungo con Salvina C.
15 gennaio, venerdì. Sono le 3,15 e lavo dei calzini. Oggi è il secondo giorno di lavoro al canile dove sostengo una durissima prova di resilienza. Questa sera sono a cena fuori con “Siemu a peri”. Il 10 c.m. è stato il primo compleanno e stasera festeggiamo. Sono seduto fra due coppie, una appena nata ed in vena di coccole ed effusioni e l’altra coppia consolidata da 35 anni di matrimonio. Mi isolo mentalmente, sono aiutato dalla stanchezza, e penso a Dante Alighieri e al suo Paradiso quando, nel XVII canto
“Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale”.
Sento Inge e, fra una cosa e l’altra, mi dice che alcuni anni fa ha partecipato alla maratona più matta del mondo. Girare ad anello intorno ad un tavolo di ping pong fino a raggiungere, ed è ovvio, i canonici 42,195 km. Il 20 febbraio compio 50 anni e mi è venuta l’idea di organizzare un'uscita di 50 km insieme ad Inge e a chi vorrà condividere questa giornata.
16 gennaio, sabato. 10° e fa freddissimo. Torno al canile. La proprietaria si è rivelata essere molto meno nobile dell’ultimo dei suoi cani. Le condizioni strutturali ed igieniche accompagnate da un’offerta economica ridicola hanno dato il colpo di grazia e pertanto non continuo a lavorare ma vado via. Ciliegina sulla torta, si rifiuta di pagarmi le giornate già fatte.
17 gennaio, domenica. Controllo il meteo, mi copro bene e scendo per strada. Cammino dalle 9,15 alle 11,15. Incontro tanti compagni di camminata con i quali ci tratteniamo alcuni minuti. Prendo un caffè al bar. Mi piacerebbe riuscire a trasformare il piacere di camminare in un lavoro.
18 gennaio, lunedì. Temperatura ancora in ribasso. Sono in campagna con mio padre. Zappetto per creare un percorso lungo il perimetro del terreno, a mio uso personale. Sento Maurizio, sento Inge, sento Massimo, sento Aldo. Pranzo con 4 pomodori, due uova sode, un pezzetto di salame, un caffè al miele. Comincio l’attacco frontale ai chili presi durante le feste. Cammino dalle 14 alle 16 con un freddo pungente. Vado forte, sto bene.
2015
12 gennaio, lunedì. Si apre una settimana impegnativa. Sono le 5:02 e parto. Alle 7:02, secondo più, secondo meno torno dalla mia passeggiata. Temperatura elevata, alba color pastello, mare piatto. Ho camminato al di sopra della mia media oraria. Torno a casa dove c’è una bilancia che mi reclama. Doccia ed eccomi alle verifica quotidiana. Nessuna sorpresa:kg.104,5. Lo stesso peso registrato ieri, bene così.
13 gennaio, martedì. Sono le 5:08 e comincio ad avviarmi pensando che entro le 9:00 dovrò fare dei prelievi del sangue ed esame urine. Controlli di routine ogni sei mesi circa. 7:08 finisco di camminare, mi sento stanco. Due figuri, uno vestito di bianco ed uno total black, cambiano improvvisamente direzione e puntano dritti su di me. Mi preoccupo un attimo e mi preparo al peggio, è tutto al buio e non c’è anima viva in giro. Ma quale peggio? Volevano solo salutarmi ed io a pensare chissà cosa. Rivedo la ragazza dal sorriso gratis che porta a spasso i suoi cani (almeno credo siano i suoi). Ci salutiamo da lontano ed ognuno di noi prosegue. Torno ad incrociare i ”figuri” e torniamo a salutarci.
14 gennaio, mercoledì. Decido di non uscire, ho un abbassamento di voce che insieme alla lieve tosse mi inducono a riposare. Faccio colazione con pane casareccio e latte e caffè. Decido di andare dal medico per gli esami di ieri. Tutto decisamente OK. Ho quasi azzerato il colesterolo. Sto bene. Mi sento un po’ giù lo stesso.
15 gennaio, giovedì. Riposo anche oggi. Ho la tosse, un leggero mal di testa e mi sento ancora stanco. Quindi oggi riposo e digiuno completo, solo acqua. Mio padre, tanto per rendermi il digiuno più facile, mi porta del pane di casa ed un dolce salato appena sfornato. Ammetto che per un attimo ho ceduto all’idea di addentare quel pane caldo ma ho resistito. Mi metto in pigiama alle 18:30 e mi occupo del bucato arretrato. Friggo due melanzane appena raccolte, salto in padella dei peperoni ed una zucchina e mi dedico anche ad un minestrone. Non mangio nulla, ma almeno cucino.
16 gennaio, venerdì. 1:55 del mattino, la tosse ed il raffreddore mi svegliano. Continuo a tossire e non trovo altro rimedio che una tazza di latte caldo con caffè, zucchero e pane. Non so se andrò a camminare e forse oggi è il terzo giorno consecutivo in cui resto “a piedi”. Nella mattinata decido cosa fare. Non vado a camminare, resto in zona. Esco per acquistare dei tasselli, con relativa punta a corredo, per permettere a Domitilla di fissare un quadro materico che ho realizzato per lei. A giorni spedirò il tutto a Milano. Torno a casa e, passando sotto un balcone ricco di vasi spelacchiati, mi becco una secchiata d’acqua. Un’anziana signora ammette candidamente, scusandosi, di non aver affatto guardato. Vado, un po’ divertito ed un po’ bagnato sperando che l’acqua fosse almeno pulita.
17 gennaio, sabato. Notte insonne per via di una persistente tosse che mi auguro non aumenti. Decido di uscire lo stesso e di andare a camminare dopo 3 giorni di “riposo”. Ho le lenti nuove agli occhiali, un regalo anticipato che mi sono fatto per il mio prossimo compleanno. Continuo a tossire in attesa che salga il caffè. 5 minuti ancora ed esco fuori casa. Sono pronto ad andare e spero di essere ancora in forma e che il lungo riposo non mi abbia rammollito. 5:06 parto, 7:06 finisco di camminare. Due cani di grossa taglia, già incontrati in altre occasioni, frugano fra i sacchi neri della spazzatura. Uno dei due, di taglia leggermente più piccola dell’altro, mi abbaia contro. Sono abbastanza lontano e cambio tragitto. Rivedo la ragazza sorridente con i due cani che quasi la trascinano via. Ci salutiamo da lontano ma è buio e non vedo se mi sorride. Mi piace pensare che sia così. Sono tornato, camminato bene e leggero come una farfalla. Pesandomi mi accorgo di aver pagato il mio riposo, ben kg.0,7 in più.
18 gennaio, domenica. 5.15 è tardi e vado subito. 7:17 ed ho appena finito. Vento per tutto il percorso, non riesco a capirne la direzione. Come se il vento si prendesse gioco di me e mi girasse intorno a piacimento. Appena iniziato a muovermi mi accolgono le voci del porto. Il vento fa vibrare le sagole (credo che si chiamino così) che legano gli alberi agli scafi di tutte le imbarcazioni ormeggiate, mentre il mare fa capire agli scogli chi comanda, elargendo sonore e fragorose sberle. Non mi lascio sedurre da Madre Natura e proseguo. Un SUV è parcheggiato in piena spiaggia fronte mare forse ad aspettare l’alba. Incuriosito, non me ne curo tanto e continuo a camminare. Non sono affatto stanco. Il Caffè delle Rose riapre il 22 febbraio, chiuso per ferie. Il 20 febbraio compio 49 anni. Buona musica alla radio. Alba grigia, minaccia pioggia. Alcune gocce d’acqua mi accompagnano alla fine delle mie 2 ore. Il SUV è ripartito, gira quasi in tondo sulla spiaggia. Lo perdo alle mie spalle. Finito di camminare, sono in auto: piove e scrivo. Scrivo e penso. Penso ed ascolto musica, torno a casa. Kg.105,7 in attesa di domani.
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