Sulla Gazzetta dello Sport del 13 ottobre viene riportata la seguente notizia, titolata "Chiude 3° in maratona. Si fa fa premiare, ma ha preso l'autobus".
Ecco la notizia.
Il 31enne Rob Sloan è salito sul podio della maratona di Newcastle col primato personale, ma viene smascherato. Ora rischia di essere bandito da tutte le maratone del Regno Unito. Terzo al traguardo, fresco come una rosa e felice per il nuovo primato personale. Rob Sloan ha chiuso così domenica la maratona Salomon Kielder di Newcastle di cui è direttore l'ex grande Steve Cram. Unica macchia: durante la gara, ha preso un autobus. Il 31enne, dopo 48 ore di gloria immeritata, ha confessato l'inganno: dopo circa 30 km, si è infilato su un bus dell'organizzazione ed è sceso poco prima del traguardo. È sbucato da un bosco e ha concluso la prova in 2h51', abbassando di circa 21' la miglior prestazione personale. Dopo aver partecipato alla cerimonia di premiazione e dopo aver concesso interviste, è finito nel mirino degli organizzatori: qualcuno, evidentemente, aveva notato la furbata, probabilmente il quarto classificato. Sloan è crollato e ha confessato l'inganno. Ora rischia di essere bandito da tutte le maratone del Regno Unito.
In Italia questo fenomeno alimentato dai cosiddetti "tagliatori", "sarti" e "sartine" è quanto mai attuale.
E i tagliatori - si sa - procedono indisturbati, a volte quasi leggendari, avvvistati da qualcuno in corso di misfatto oppure insospetto di averlo perpetrato ancora una volta, senza testimoni scomodi, sulla base di riscontri cronometrici dubbi: di molti di loro si conoscono nomi, cognomi, date di nascita e magagne. Di rado, tuttavia le malefatte sono realmente provate in modo inoppugnabile (rimanendo il più delle volte evanescenti), di rado sono verifcate dagli organizzatori degli eventi sportivi di massa per mezzo di controlli incrociati e di riscontri cronometrici, qualche volta emergente con potenza drammatica.
E' un fenomeno che da fastidio ai podisti onesti e che getta ombra sulla loro prestazione sudata sino all'ultimo centimetro, ma nuoce anche alla trasparenza e alla limpidezza di chi organizza eventi podistici (si fa rifermento sovente alla non buona logistica del percorso, alla mancanza di controlli, al basso numero di rilevamenti con microchip, alla carenza di controlli volanti). E' chiaro che questi fenomeni possono avvenire con più facilità nelle gare lunghe e in linea e, tra queste, in quelle con pochi concorrenti che procedono praticamente isolati uno rispetto all'altro senza la possibilità di potersi controllare reciprocamente.
Loro - i tagliatori e tutti quelli che vanno alla ricerca di sconti autopraticati - procedono imperturbabili.
Si tratta di una cattiva abitudine, fraudolenta, che sicuramente è equivalente al doping, anche per i suoi effetti sulla psiche di chi vi indulge.
Una volta che lo hai fattto, salvo rari casi, non puoi più smettere e diventi nei confronti degli altri podisti, trasversale e obliquo, sfuggente quasi.I freni inibitori si allentano e si perde di vista il limite morale delle proprie azioni, Tutto si relativizza, per cui alla gara successiva, magrado i buoni propositi, viene fuori una vocina che dici "Perchè no? In fondo, cosa faccio di male"?
Chi lo fa cerca di dissimulare un marchio infamante, mantenendo un profilo basso, ma sempre sfrontato rispetto alle palesi incongruità della sua prestazione.
Come riportarli sulla retta via o indurli a non gareggiare più?
L'unico strumento è agire sulla penalizzazione, denunciando i fatti rilevati ai giudici di gara, quando accadono dei fatti plateali e se, nella graduatoria, ci si ritiene danneggiati (utilizzando gli strumenti regolamentari previsti).
L'altra arma è quella di agire sul sentimento di vergogna, agendo sul residuo senso morale che rimane in loro, rispetto alla cattiva abitudine acquisita.
Fatto sta che l'imperversare dei tagliatori si crea nelle gare podistiche un clima viziato e che, frequentemente, si alimentano voci e dicerie che colpiscono quello e quell'altro senza che però sia possibile provare alcunc, se non sulla base di ragionamenti abduttivi, non supportati da fatti certi e misurabili.
Solo le prove materiali possono inchiodare il tagliatore alle sue responsabilità per il misfatto compiuto compiuto e consentire ai giudici di gara di sanzionarlo adeguatamente, considerando che, tecnicamente, siamo di fronte asd una specie della frode sportiva che, nel ccaso degli atleti di alto livello può portare anche alla permanente sclusione dai campi di gara.
In ogni caso, è imperdonabile mantenere su questi comportamenti un imbarazzato silenzio e far finta che nulla sia accaduto, anche ai più alti livelli.
Si svilisce lo sport.
Si svilisce e si leva valore alla fatica degli sportivi onesti.
Per fronteggiare adeguatamente il deleterio fenomeno bisognerrebbe comprendere esattamente i "perchè" e le motivazioni che fanno dei tagliatori degli sportivi "a rovescio".
Ma questo discorso ci porterebbe lontano e non questa sede per farlo, anche se potrebbero essere oltremodo utili i commenti di chiunque voglia esprimere il suo pensiero al riguardo.
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