Ancora una riflessione intensa sul cammino e sul camminare "profondo" da parte di Guido Ulula alla Luna, medico nella vita professionale, camminatore e Guida per la Compagnia dei Cammini.
Questa volta il tema che egli sviluppa è quello dell'identità/disindentità e sui modi attraverso cui il Camminare lento ci porta ad abbandonare la nostra usuale identità usata come "maschera" e a trovare il nostro vero sè sepolto o nascosto da qualche parte e consentirgli di venire alla luce.
Abbiamo personalità complesse.
Non è facile conoscerci davvero.
Veniamo educati ad identificarci in un ruolo.
La maschera che indossiamo è solo una parte di noi.
La salute è liberare tutte le nostre sfaccettature.
Ci danneggia lasciare in ombra “l’altro” che è in noi.
Spesso è la razionalità che oscura il lato istintivo.
Disidentità è uscire dagli schemi ed esplorare ogni nostro aspetto.
Siamo sempre più catturati dalle macchine intelligenti.
Il tempo e le energie le dedichiamo al virtuale.
I pensieri sono ormai i padroni assoluti.
Ci identifichiamo con gli strumenti tecnologici che usiamo.
Allontanarci dal corpo e dalla natura crea profondi malesseri.
Tante persone si sono accorte di ciò e cercano di ribellarsi.
Non è un destino già scritto ridurci a organismi bionici.
Scegliere di restare “umani” è giusto e possibile.
Il cammino è il modo più semplice di tornare alla sensorialità.
Disidentifichiamoci dall’io, che tutto controlla. attraverso i passi.
Usciamo dallo schema corporeo “tutta testa”.
Una vita equilibrata deve dare spazio anche ai piedi.
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