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7 aprile 2015 2 07 /04 /aprile /2015 13:42

Su e giù per l'Etna, con partenza e arrivo a Lingaglossa (CT). Il video che segue illustra l'impresa che il 18enne Salvatore Ragonese, appassionato di Trail Running, intende compiere il prossimo 2 maggio 2015.

Vedi anche il seguente articolo, su questo magazine

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30 marzo 2015 1 30 /03 /marzo /2015 07:33
(Nelle foto: Salvatore Ragonese)
(Nelle foto: Salvatore Ragonese)

(Nelle foto: Salvatore Ragonese)

(Elena Cifali) Salvatore Ragonese, ha 18 anni (classe 1996) e frequenta l'ultimo anno del liceo scientifico.
Da tre anni pratica trail running, una magnifica disciplina che gli permette di unire l'attività fisica alla sua passione più grande: la montagna. Il tutto in compagnia di amici della società Etna Trail ASD di cui fa parte, anche se molto spesso la sua natura solitaria prende il sopravvento.

Alcuni giorni fa il giovanissimo Salvatore mi ha scritto un messaggio carico di entusiasmo ed aspettative per la volontà di voler compiere una personalissima impresa che lo vedrà, il giorno 2 maggio 2015, correre sull’Etna cercando di compiere in un'unica sessione ascensione e discesa a piedi sul vulcano attivo più alto d’Europa, con partenza e arrivo a Linguaglossa.
Ho sempre sostenuto che l’Etna sia una palestra di altissimo livello che nutre la fantasia e l’attività di runner che giorno per giorno si cimentano sui suoi fianchi, paragonandolo ad un immenso spazio su cui navigare senza remi o volare senza ali.

Ecco cosa mi scrive questo giovanissimo atleta:

Da un pò di tempo mi passa per la testa l'idea di voler andare oltre il semplice allenamento quotidiano o la gara della domenica. Così ho deciso di tentare di stabilire un nuovo record, mai provato prima, di ascesa e discesa sul vulcano attivo più alto d'Europa, l'Etna. Il percorso, con partenza dal centro del paese di Linguaglossa, si snoderà solamente lungo antichi sentieri e strade forestali, che mi porteranno fin sulla cima del cratere sommitale di Nord-est (3340 s.l.m). Da lì, inizierà una lunga discesa verso valle al punto di partenza, per un totale di circa 45 km e 2800 metri di dislivello positivo. Il tutto, ovviamente, nel minor tempo possibile (spero intorno alle 6 ore)”.

L’unica domanda che potevo fare a questo intrepido ragazzo é stata: "Perché lo vuoi fare"?

“Ho deciso di intraprendere quest'impresa principalmente perché credo che sia giusto rendere onore a una montagna, l'Etna, che è il nostro punto di riferimento quotidiano, facendoci distinguere dal resto del mondo. - così mi ha risposto Salvatore - Abitare sulle sue pendici è un privilegio, e ciò ha sempre risvegliato la mia coscienza. Fin da piccolo ho imparato a rispettare la Montagna e a convivere con essa giorno per giorno. Credo che non ci sia nulla di più essenziale e forte di un uomo con un paio di scarpette ai piedi, solo un puntino rispetto all'immensità della Natura che tenta di attraversare con la sola forza di volontà. Più che una sfida contro l'Etna, la mia sarà una sfida contro me stesso, sostenuto dall'energia positiva che solo l'Etna emana. Inoltre, sarà per me anche un modo per rendere grazie ad una persona speciale, una persona senza la quale il mio amore per la montagna non sarebbe mai nato: mio nonno Salvatore Ragonese soprannominato 'il camoscio dell'Etna'".

Ci sono dei momenti in cui ognuno di noi si abbandona alla fantasia, magari durante quello spazio temporale che si interpone tra veglia e sonno, momenti in cui si è capaci di progettare imprese che mai avremmo immaginato prima, senza che l’ombra dell’incertezza si ponga tra noi e la luce della vittoria.

Si potrebbe pensare che per alcuni trailer l’Etna sia un’ossessione, a me piace pensare che sia una delle ragioni che rendono la vita "eruttiva". Un’eruzione, un carico di energia, di fiducia, di determinazione accompagneranno Salvatore lungo questi chilometri su e giù per la montagna. E’ bellissimo scoprire che ci sono giovanissimi che, seppure ancora impegnati con la scuola, trovano il tempo, la voglia e la passione per correre, dedicandosi a forme di sport pulito ed onesto.

Salvatore sarà sostenuto da alcuni compagni di squadra e l’impresa sarà testimoniata dall’amico Giuseppe Di Stefano che si occuperà delle riprese fotografiche e video.

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27 marzo 2015 5 27 /03 /marzo /2015 23:01

Nino Valsesia, a 44 anni ha fatto il miglior tempo di dislivello positivo, passando dalla spiaggia cilena di Las Ventanas ai 6963 metri della vetta dell'Aconcagua in Argentina.

Insieme a lui il comico e runner Giovanni Storti (il Giovanni del trio con Aldo e Giacomo).

"Sono partito dai 37 gradi di Las Ventanas per arrivare a -15""

L'impresa è stata realizzata il 24 gennaio 2015.

Oltre i quattromila basta un filo di inquietudine per trasformare il ghiaccio nella Santa Inquisizione. Nico Valsesia non ha degnato nemmeno di uno sguardo i Penitentes, la processione di pinnacoli di neve scolpiti dal sole delle Ande, e ha continuato la sua ascesa. Era il pomeriggio del 23 gennaio e i turisti della spiaggia cilena di Las Ventanas, nei pressi di Viña del Mar, assistevano agli ultimi preparativi di un uomo in bicicletta. Dopo otto ore e oltre 200 chilometri Nico era ai 2900 metri di altezza di Los Horcones, Argentina. La notte e poi il giorno, il respiro sempre più affannoso e alle 15 e 41 di sabato 24 gennaio l’atleta piemontese raggiungeva il suo traguardo. Dal mare ai 6963 metri della vetta dell’Aconcagua in meno di un giorno, record mondiale di dislivello positivo.

“Non penso di avere fatto nulla di straordinario – esordisce Nico – Amo il Sud America, è una fortuna avere trovato le condizioni giuste per l’impresa a queste latitudini”. Nico Valsesia ha 44 anni e vive a Borgomanero, nel novarese, dove gestisce un negozio di biciclette. Nel tempo libero cerca dei limiti nel suo fisico e lavora per superarli. “In Argentina è andato tutto bene, a parte una leggera disidratazione nella parte finale. La sete rappresenta il problema più frequente per chi affronta l’Aconcagua assieme alla quota, che può causare edemi polmonari o cerebrali soprattutto se si accelerano i tempi. Altra questione è la temperatura: sono partito dai 37 gradi di Las Ventanas per arrivare a -15, che significa che a 7 mila metri ho trovato condizioni meteo strepitose. Sono partito leggero e a Los Horcones, dove ho lasciato la bici, mi sono vestito da salita, nello zaino avevo i vari strati di vestiti da indossare durante l’ascensione”.

Nico è stato aiutato da un grande lavoro di acclimatamento nei giorni precedenti e da un team che lo ha assistito in ogni istante. Una donna e sei uomini, tra loro in veste di “special motivator” il comico e runner Giovanni Storti, il Giovanni del trio con Aldo e Giacomo. “Avrei potuto fare un tempo inferiore, due giorni dopo il record sono tornato sulla vetta e ho impiegato meno tempo a compiere il percorso a piedi – spiega Nico per la nostra incredulità – La seconda volta il termometro segnava -30 e sentivo mani e piedi che iniziavano a congelarsi. Ero solo in cima e continuavo a camminare per provare a scaldarmi, ma volevo gustare le sensazioni che quel posto regala. A scendere non ci va molto, perché l’Aconcagua non è una montagna tecnicamente complicata”.

Secondo Nico Valsesia il record non è destinato a durare, o per lo meno la sfida è aperta. “Ci sono migliaia di persone al mondo che possono battere il mio tempo tranquillamente – afferma – Ma non c’è bisogno di prendere un aereo per provare grandi emozioni: io ho fatto bike+run da Genova alla cima del Monte Bianco ed è stata un’esperienza fantastica, senza dimenticare l’unicità di posti come il Rosa o il Cervino. Più difficile tentare avventure simili in Himalaya, perché il mare dista troppo”.

Oggi, come tutti gli altri giorni, il runner piemontese macinerà asfalto, per spuntare una nuova voce alla lista dei sogni realizzati. L’impegno, prima o poi, è coprire su due ruote in autonomia i 4 mila chilometri che separano Londra da Istanbul. “Pedalo, corro, scio. La mattina mi sveglio e decido cosa fare, per fortuna ho sempre voglia di allenarmi. Non uso cardiofrequenzimetri né gps, nulla. Se la prestazione arriva bene, altrimenti fa nulla”.

Ragionano così tutti o quasi gli atleti estremi. Marco Olmo, 66enne vincitore di numerose ultratrail, non tiene alcuna tabella e calcola gli sforzi in base alle ore, mai ai chilometri. “Conosco bene Marco – dice Valsesia – Lui, come me, corre per divertimento. Un professionista a 35 anni smette, quando invecchi devi dare retta solo alla tua testa perché gli obblighi non ti portano da nessuna parte”. La domanda, a questo punto, è sempre la stessa: ma chi te lo fa fare? “Talvolta, dopo sette giorni senza sonno, me lo chiedo. Poi alzo la testa e vedo la Monument Valley, o ancora meglio le sagome delle Ande, e ho la risposta: meno male che il fisico e gli sponsor me lo fanno fare, sono una persona fortunata”.
Lo aiuta un mantra, riportato sul suo sito nicovalsesia.com: “La fatica non esiste”. “Organizzo gare e quella frase è una battuta che feci a un concorrente che si lamentava per il tracciato troppo duro. Ma in fondo se ami ciò che fai è vero: la fatica non esiste”.

Dario Falcini (ilfattoquotidiano.it)

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19 febbraio 2015 4 19 /02 /febbraio /2015 22:08

Il film del "Viaggio Podistico" di Alberto Bressan, detto "Pasteo", da Barbisano (TV) fino all'adunata nazionale degli Alpini d'Italia che si è tenuta a Pordenone nei giorni 9, 10 e 11 maggio 2014.
Un gruppo di atleti tra alpini e simpatizzanti, guidato da Alberto Bressan, ha realizzato l'impresa di percorrere in tappa unica 90 km tra le 22:30 di venerdì 9 maggio e le 12:30 di sabato 10 maggio.
In autosufficienza, tra sterrati collinari e sentieri di montagna. Oltre 3300 metri D+ in un percorso per veri eroi.

Il film che è possibile acquistare anche come DVD, è legato ad una iniziativa caritatevole; e, infatti, nella parte finale del video si possono trovare gli estremi per fare una offerta che andrà interamente devoluta all' Istituto La Nostra Famiglia di Barbisano (Tv).
Per ulteriori informazioni www.viaggiopodistico.altervista.org

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18 febbraio 2015 3 18 /02 /febbraio /2015 19:37
Giorgio Calcaterra e il presidente della Maratona di Roma Enrico Castrucci.

Giorgio Calcaterra e il presidente della Maratona di Roma Enrico Castrucci.

Giorgio Calcaterra è il più famoso ultramaratoneta italiano.

Nato a Roma l’11 febbraio 1972, Calcaterra ha un legame con la Maratona di Roma davvero speciale.

Nel 1982, a soli 10 anni, ha corso per la prima volta la Stracittadina, all'epoca lunga di 11 chilometri, assaggiando parte del percorso. Aveva visto un volantino della gara e gli è scattata la molla: da grande voglio diventare un maratoneta.

Nel 1990, a 18 anni, ha corso la sua prima 42,195 km, a Roma ovviamente, finendola in 3:29.

Da lì in poi la sua vita è stata la corsa, sempre più lunga e di successo.

Nel 2000, oltre a fissare il suo personale sulla distanza (2:13:15), ha stabilito il primato mondiale di maratone corse in un anno sotto le 2:20:00, chiudendone 16.

Nel 2004 ha completato 30 maratone e 1 ultramaratona.

Dal 2006 al 2014 si è dedicato alle ultramaratone, laureandosi tre volte campione del mondo della 100 chilometri (2008, 2011 e 2012) e vincendo 9 volte il “Passatore”, la 100 chilometri da Firenze a Faenza.

Tutto partì dalla Maratona di Roma e Calcaterra, approssimandosi la Maratona di Roma 2015, ha deciso di onorare l’evento compiendo l’ennesima impresa personale.

L’obiettivo è quello di ispirare le persone e incoraggiarle a correre per il proprio benessere. Il 22 marzo partirà insieme al gruppo di testa con l’obiettivo di chiudere i 42,195 chilometri in 2:30 circa.

Arrivato al traguardo, e ricevuta la medaglia del finisher, proseguirà correndo per la seconda volta la Maratona di Roma lungo lo stesso tracciato, incitando e accompagnando tutti i podisti che raggiungerà lungo il percorso per poi chiudere la prova di 84,390 chilometri insieme all’ultimo arrivato.

Sarà la prima volta di un runner capace di correre due volte consecutivamente la Maratona di Roma.

Giorgio Calcaterra. Una vita di corsa e con la corsa. Tutto cominciò con la Maratona di Roma.

Giorgio Calcaterra. Una vita di corsa e con la corsa. Tutto cominciò con la Maratona di Roma.

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14 febbraio 2015 6 14 /02 /febbraio /2015 08:29

Tommy Caldwell ha impiegato sei anni a prepararsi per l'ascesa in free climbing del "The Dawn Wall" sul rilievo di 3000 piedi "El Capitan" nello Yosemite National Park (California). Sta procedendo nella sua impresa con il suo partner Kevin Jorgeson. L'impresa è considerata la più ardua al mondo tra le ascese in free climbing.

Tommy Caldwell (Estes Park, 11 agosto 1978) è un alpinista e arrampicatore statunitense.
Nel gennaio 2015 ha salito per primo in arrampicata libera, assieme a Kevin Jorgeson, la via Dawn Wall su El Capitan (gradata 5.14d/9a), realizzando quella che è ritenuta la salita in libera su big wall più difficile al mondo.
Da sempre legato alle pareti dello Yosemite National Park, Caldwell compare per la prima volta sulle principali testate internazionali a causa di un evento avvenuto molto lontano da queste: nel 2000, durante l'apertura di una via in Afghanistan con la futura moglie e due amici, venne rapito da alcuni terroristi locali, riuscendo poi a fuggire poche ore prima dell'annunciata esecuzione in seguito all'uccisione di uno dei rapitori. 

Un anno dopo la sua carriera di scalatore rischiò di essere compromessa a causa della perdita di parte del dito indice sinistro in un incidente domestico, ma nel giro di poco ha superato il trauma ed é tornato ad arrampicare ai massimi livelli.
Nel 2002 ha realizzato la sua prima grande impresa nello Yosemite salendo per primo in libera e in giornata la via Salathé su El Capitan (gradata 5.13b, in 19 ore e mezza); due anni dopo, tra il 2004 e il 2005, ha compiuto un'altra serie di imprese: a maggio 2004 ha liberato la via Dihedrall Wall gradandola 8b+ (che si attesta quindi come la big wall più difficile dello Yosemite salita fino ad allora, eguagliata quattro anni dopo dalla via Magic Mushroom salita in libera sempre da Caldwell assieme a Justen Sjong), mentre ad ottobre 2005 compie la terza e quarta salita in libera della via The Nose salendola due volte a distanza di due giorni con la moglie, e ancora pochi giorni dopo sale per la prima volta due vie di El Capitan (The Nose e Freerider) in libera e in giornata.
Nel 2012 dà ancora prova di grande talento nelle salite in velocità concatenando in libera e in giornata con Alex Honnold il Mount Watkins (per la parete sud), l'El Capitan (Freerider) e lo Half Dome (Regular Northwest Face), incontrando difficoltà di 7c+ e impiegando 21 ore e 15 minuti.
Nel 2008, inoltre, compie la prima salita in Colorado delle due vie sportive kryptonite (5.14c/d) e Flex Luthor (5.15a/9a+).
Ma si è anche dedicato ad imprese patagoniche di pari difficoltà.
Per ulteriori dettagli vedi la voce di Wikipedia

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31 gennaio 2015 6 31 /01 /gennaio /2015 20:24

Il team composto dal riccionese Stefano Gregoretti e dai canadesi Ray Zahab e Ryan Grant ha compiuto, in semi-sufficienza ovvero con il solo supporto di acqua e cibo da parte dell’equipe dell’associazione no profit I2P, il coast to coast dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico sfidando il più vasto deserto del continente americano.

Partiti il 7 gennaio dalla costa dell’Atlantico, in Argentina, il 26 gennaio hanno alzato insieme le braccia al cielo rinfrescandosi i piedi nelle acque del Pacifico, in Cile. 
Per due settimane hanno corso sopportando temperature superiori ai 45 gradi e folate di vento e tempeste di sabbia. Dopo qualche giorno il triatleta Ryan Grant ha dovuto abbandonare l’impresa a causa di una forte infiammazione alle bandellette ileotibiali, continuando il viaggio come membro attivo del team di supporto e tornando a correre le ultime tappe.

Stefano Greoretti e Ray Zahab hanno proseguito coprendo circa 60 km al giorno e bevendo 7 litri di acqua al giorno per non essere sopraffatti dalla disidratazione. La mattina iniziava con i primi 30/40 km, al pomeriggio il resto, dopo un frugale pasto composto principalmente da riso, legumi olio e parecchio sale. Una corsa non veloce agile e con un ritmo che potesse permettere una tale resistenza nei giorni.  Il sole cocente non li ha risparmiati da leggere ustioni sulle parti più esposte del corpo dalle spalle alle caviglie.

Per i tre si è trattato di un’esperienza davvero emozionante sia per la bellezza della natura: arida e stepposa sino alla Cordigliera delle Ande e poi verdeggiante e rigogliosa nell’ultimo tratto. Sono rimasti affascinati dalle popolazioni incontrate, dalla loro spontaneità e ospitalità. Hanno conosciuto allevatori, coltivatori, eremiti e giocato con tantissimi bambini. Hanno raccontato la loro esperienza e quanto raccolto durante le loro soste ai tantissimi studenti delle scuole americane e canadesi che seguono in classe le imprese educative e motivazionali degli ambasciatori di Impossible to Possible. Un format dedicato particolarmente ai giovani, che è stato avviato per la prima volta in Europa in Italia da Stefano Gregoretti, che con 5 ragazzi italiani ha percorso in 5 giorni 300 chilometri attraverso le Alpi.

La loro magnifica avventura è stata documentata dal fotografo Jon Golden e da altri operatori del National Geographic che ne realizzeranno un documentario.

“Bagnarsi i piedi nell’acqua del Pacifico è stata un’emozione difficile da spiegare – ha affermato Stefano Gregoretti -. Sicuramente occorreranno giorni per metabolizzare il tutto, per riprendere i chili persi e rendersi conto di quanto questo viaggio sia stato seguito con entusiasmo, con la voglia da parte di tanti di mettersi in gioco e spostare più “in là” la propria forza di volontà. Sono molto soddisfatto di quanto fatto, ma non la reputo una impresa eccezionale, penso che la vera fatica sia stare seduti alla scrivania o fermi in fabbrica. Noi ci siamo divertiti”.

 

La partenza

La partenza

Il team

Il team

L'arrivo

L'arrivo

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13 agosto 2014 3 13 /08 /agosto /2014 13:17

100kmX100 giorni. L'impresa di Lucio Bazzana prosegue in un quasi impeccabile ruolo di marcia: siamo già oltre i 6000 km percorsi!

Dal 30 maggio 2014 è in corso l'impresa sportiva di Lucia Bazzana, mito vivente dell'Ultramaratona italiana, presso il campo sportivo di Curno (Bergamo), in via via 4 novembre 23.
La sua impresa, che è stata battezzata "La Corsa dei 100 giorni" e il cui obbiettivo è quello di correre possibilmente (ma non obbligatoriamente) una media di circa 100 km al giorno per 100 giorni consecutivi, per un totale dunque di 10.000 chilometri percorsi (poco più o poco meno, non importa), durerà sino al 7 settembre 2014.
Lucio Bazzana ha superato già la metà della sua impresa. che è stata pensata ed è poi passata alla fase realizzativa per mettere in pratica (e dimostrarlo) qualcosa che Lucio Bazzana ha sempre sostenuto nella sua carriera di ultramaratoneta e cioè che un ultrarunner ben allenato in 100 giorni di corsa consecutivi  può arrivare a correre una distanza tra 9000 e 10.500 km.

In particolare, lo spartiacque è stato sabato 26 luglio 2014, quando Lucio Bazzana ha raggiunto i 5000 km percorsi, realizzando di fatto un record mondiale sulla distanza di 5.000.000 mt pista in 56d 23h 48' 20''.

Ma già Lucio Bazzana è andato oltre: il contatore dei giri continua a girare  instancabile e così pure continuano a girare le sue gambe, quelle di un uomo che sembra fatto per correre e per resistere.
 

 

Questa la fotografia della sua impresa al momento in cui viene scritta questa nota.

Partenza ufficiale 30/05/2014 12.00.00
Tempo trascorso 74g 19h 37m 00s
Tempo mancante 25g 04h 22m 59s
Giri percorsi 15398
Distanza percorsa 6.159,2 Km

Per tenersi aggiornati in tempo reale e con lo stremingi TV, si può visitare il sito ufficiale "La Corsa dei 100 giorni(www.lacorsadei100giorni.it).

 

 

 


Articolo correlato: La 100 km x 100 giorni di Lucio Bazzana. Alla data odierna, il Lupo Solitario dell'Ultramaratona italiana ha percorso in pista 2310 km e una manciata di metri

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6 agosto 2014 3 06 /08 /agosto /2014 07:35

Il Periplo dell'Italia piedi. L'impresa 2014 di Alessandro Belliere che alla sua 57^ tappa è già in Sicilia

Domani farà tappa nella siciliana Melilli il maratoneta ultra-ottantenne Alessandro Belliere, con alle spalle una storia sportiva importante e molte straordinarie avventure.
Lo scorso anno Belliere, per festeggiare i suoi ottant’anni, ha percorso a piedi tutta l’Italia dal Comune più a nord a quello più a sud.
Quest’anno sta affrontando una nuova sfida: il periplo dell’Italia, 4.626 Km a piedi, Sicilia e Sardegna comprese, 137 tappe, luoghi, porti e popoli dei nostri mari che l’arduo Belliere vuole conoscere intimamente, percorrendoli a piedi.

Il 5 agosto 2014 era a Lentini e il 6 agosto é la volta di Melilli: qui, alle 12.00, sarà accolto dall’amministrazione comunale di Melilli, nella sala di rappresentanza del Palazzo di Città. Prenderà parte all’incontro il sacerdote Giuseppe Blandino, parroco della Basilica di San Sebastiano di Melilli, che si è reso disponibile per garantire a Belliere l’alloggio di una sera. 

Quella del 6 agosto rappresenta per Belliere la 58^ tappa di un percorso iniziato lo scorso 9 giugno 2014.

In quel giorno, infatti, Alessandro Belliere è partito a piedi da Ventimiglia, con il progetto di compiere il periplo costiero dell'Italia, isole maggiori comprese.

Dopo 137 tappe, toccando tutti i luoghi ed i porti più belli della penisola raggiungere Trieste il 24 ottobre, giorno del suo 81° compleanno, dopo aver camminato per oltre 4600 km.

L'impresa è impegnativa, forse titanica, ma forte del mio allenamento psicofisico cercherò di portarla a termine - afferma Belliere.

Ricordiamo che l'impresa, seppure in forma minore (cioè, escludendo le isole maggiori, è stata compiuta alcuni anni fa da Christian Lorenzati (ben più giovane di Belliere, però, essendo della classe 1974) dall'8 maggio all'8 luglio 2005, con partenza - anche in questo caso - da Sanremo (in verità, Veentimiglia) e punto d'arrivo a Trieste.

Lorenzati compì in solitaria e, trasportando sulle sue spalle tutto il necessario per essere autonomo nel suo trekking, 3300 chilometri in due mesi ad una media di 55 km al giorno.
Al termine del suo "viaggio" raccontò della sua impresa (editando i suoi taccuini di appunti) in un bel volumetto dal titolo "Esco a fare due passi. Da Ventimiglia a Trieste 3500 km a piedi percorrendo tutto il li litorale d'Italia" (Fusta editore, 2007)

Si può seguire l'impresa di belliere in progress sul suo blog, dove è possibile vedere anche delle immagini fotografiche relative alle singole tappe: segui il link (aggiornamenti).

Alessandro Belliere ha il supporto in questa impresa di Poliambulatorio Il Girasole di Molinella, di Lions di Molinella, di Freeride Challenge Punta Nera di Cortina, nonchè il patrocinio della Città di Molinella e dei Paracadutisti Bologna

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26 giugno 2014 4 26 /06 /giugno /2014 15:31

La 100 kmX100 giorni di Lucio Bazzana. Alla data odierna, il Lupo Solitario di Curno ha percorso in pista 2297 km e una manciata di metri

 

«Creare un fondo di stanchezza, è il mio obiettivo per oggi» - questa la dichiarazione di Lucio Bazzana, proprio all'inizio della sua impresa 100kmX100 giorni, poco dopo aver completato le prime sette ore della sua lunghissima corsa.
Dalle ore 12.00 del 30 maggio 2014. Lucio Bazzana, 59 anni, bergamasco di Longuelo, procedendo - per così dire - step by step e costruendo un'impresa memorabile giorno per giorno con ifnicita pazienza e capacità di sacrificio (resilienza, si potrebbe dire forse, usando un termine specialistico, applicato agli sport di lunga durata e alle ultramaratone dallo Psicologo dello Sport - e ultrarunner - Andrea Trabucchi) corre ogni giorni per 100 km sulla pista di atletica del centro sportivo «Vivere insieme 1» di Curno. Il suo obiettivo ambizioso è quello di correre per 100 giorni filati, sfidando se stesso, la sua costanza, il tempo, la distanza: sarà in pista ogni giorno sino alle 12.00 del 7 settembre. 
Al confronto l'impresa di correre una 100 km per sette giorni che compì alcuni anni fa Enzo Caporaso per promuovere la 100 km da Torino a Saint Vincent 
e che fu iscritta nel Guinness dei Primati appare cosa risibile.

!00 km al giorno sono pochi per uno come Bazzana: quando si era ripromesso di fissare la nuova MPI sulla sei giorni, per esempio, si era prefissato di correre almeno 120 km al giorno in ogni giorno di gara, dedicando il resto del tempo, alla nutrizione, al relax e al sonno. Ma è chiaro che 100 km giornalieri per 100 giorni di seguito rappresentano un obiettivo piuttosto impegnativo da mantenere, soprattutto man mano che il tempo passa: 100 giorni, se ci pensiamo, sono poco meno di un 1/3 di un intero anno!
Lucio Bazzana che con quest'impresa, si addentra in un territorio a lui sconosciuto, poichè sino ad ora la sua impresa più impegnativa è stata quella di correre 1000 miglia di seguito (impresa documentata in un bel film da Andrea Zambelli,"L'uomo che corre").
Conta di arrivare, dunque, ad un totale di 10.000 percorsi quando suonerà l’ultima campana annunciante l'ultimo giro di pista alla fine dell’estate.

Può fermarsi, il runner bergamasco che tenta un’impresa senza precedenti: può riposare, mangiare e bere. «Il punto non è quello — spiega —, ma capire comunque quanto riesco a percorrere sul lungo periodo, in base alla mia resistenza, capacità di organizzarmi e tenuta psicologica».
La 100 kmX100 giorni di Lucio Bazzana. Alla data odierna, il Lupo Solitario di Curno ha percorso in pista 2297 km e una manciata di metriLucio Bazzana è uno degli ultrarunner "mitici" nel panorama delle ultramaratone italiane: titolare di numerose altre imprese, titolare di Migliori prestazioni italiane di specialità, come quello sulla 6 giorni podistica, ma con una caratteristica che è quella di esser eun runner silenzioso, modesto, non roboante nelle sue manifestazioni mediatiche, si potrebbe dire quasi schivo della luce dei riflettori e incurante nell'assumere atteggiamenti di "corteggiamento" nei confronti dell'Intellingentsia che opera le scelte di coloro che hanno titolo per far parte delle rappresentative italiane nei Campionati del Mondo di specialità 100 km e 24 ore. Eppure, anche se adesso non di più di altissime prestazioni nella 100 km (non ha la velocità e, ora, nemmeno l'età) nelle gare di endurance a tempo è davvero un osso duro capace di prestazioni strabilianti.
Nemmeno in occasione del Campionato del Mondo 100 km che ebbe luogo a Seregno nel 2012 è stato selezionato (anche soltanto per riconoscergli un semplice e doveroso tributo alla carriera) e si è ritrovato a correre con un'iscrizione autonoma il Campionato del Mondo Master 100 km, concomitante a quello IAU. Forse, perchè i "tecnici" lo hanno da sempre considerato un personaggio troppo folklorico, troppo fuori dalle righe, troppo anarchico ed indipendente, per inserrlo nei ranghi della squadra ufficiale: tutte qualità che, in verità, vanno a suo merito e la dicono lunga sul personaggio che incarna l'essenza stessa delle ultramaratone: correre per il proprio piacere, sfidando se stesso, in primo luogo e il proprio limite. E chi vuole farlo, lo segua. E' - a suo modo - un rivoluzionario: non è un caso che sia "devoto" nei confronti di Che Guevara e che tutte le sue imprese si compiano nel segno del "Che" e sotto la protezione di uno stendardo da cui occhieggia la foto-icona di Che Guevara su campo rosso. 

 

La 100 kmX100 giorni di Lucio Bazzana. Alla data odierna, il Lupo Solitario di Curno ha percorso in pista 2297 km e una manciata di metri

 

 Per sfidare se stesso in modo completo e totale, ha vissuto sino ad ora a Curno e lì rimarrà sino alla fine dell'impresa - come si fa appropriatamente in tutte le ultramaratone a tempo -, dormendo negli spogliatoi a bordo pista, eletti a sua "zona di neutralizzazione", senza mai allontanarsi dal fondo rosso e dalle strisce bianche che guideranno le sue giornate, sotto il sole o sotto l’acqua. Una sorta di auto-segregazione. «È un’idea che covo da lungo tempo, circa da 15 anni — racconta —, da quando ho saputo che a New York si corre una tremila miglia in 50 giorni, alla quale non sono mai riuscito a partecipare. Il fatto è che più corri più ti rendi conto che non esistono limiti per l’uomo, ma solo curiosità da soddisfare. E questa corsa dei 100 giorni è una di quelle curiosità. Ho già partecipato alle «24 ore», poi alle «48», ho percorso anche una 1000 miglia. Volevo andare oltre. E ho voluto questa prova».

I nodi da sciogliere, prima dell'inizio dell'impresa, non sono mancati. Su tutti, trovare un centro sportivo disposto a ospitare un atleta per 100 giorni filati. «Molte amministrazioni comunali ci hanno detto di no — spiega la moglie di Lucio, Marcella —. Solo poche settimane prima dell'inizio dell'impresa è arrivato il via libera da Curno, grazie alla sensibilità del sindaco Perlita Serra, e finalmente ci è stato possibile organizzarci».

 

Step by step dopo poco meno nove giorni di corsa Lucio Bazzana ha «virtualmente» stabilito il primato italiano dei 1.000 chilometri su pista (8 giorni, 23 ore, 7 minuti e 2 secondi).

«Quanto può percorrere l’homo sapiens sapiens del 2014?», si trova scritto su un cartello a bordo pista, a fianco del quale Bazzana sfreccia mediamente 280 volte al giorno (tanti quanti i giri di pista che percorre).
Un giorno va a sinistra, l’altro a destra, e pazienza se a uno che corre con un cappellino di Che Guevara in testa - e lo fa proprio per il «Che» - quel senso di percorrenza rischia di far venire una labirintite: «Come quell’altro detto, “barcollo ma non mollo” - continua in uno dei rari momenti di pit stop, in genere attorno a mezzogiorno -. È quello che si addice alle vicissitudini degli ultimi giorni».

 

La 100 kmX100 giorni di Lucio Bazzana. Alla data odierna, il Lupo Solitario di Curno ha percorso in pista 2297 km e una manciata di metriLa sua quotidianità sono mediamente fra le 15 e le 16 ore di attività fisica (corsa o camminata veloce) «spalmabili» nei momenti che preferisce.
Spesso di giorno, sino a che colonnina di mercurio e umidità non consumano troppo in termini di energie. A volte pure la notte, giocoforza peraltro quando la pista di Atletica è impegnata per altre attività.

Il lungo evento ha anche un suo sito ufficiale: lacorsadei100giorni.it ("La Corsa dei Cento Giorni. Performance individuale su Pista") con tanto di diretta streaming organizzata da un collaboratore, operativo con un computer e più telecamere sulla pista di Curno.
 

Per Lucio Bazzana, inoltre, non mancherà l’assistenza sanitaria: una visita medica al giorno, con tanto di prelievi e valutazioni psico-fisiche.
Appunto, come si può reggere mentalmente per 100 giorni? Un’idea affascinante che può anche spaventare: «Ho paura, altro che, posso solo ammetterlo. Mi sento come un esploratore, un Cristoforo Colombo che parte ma non sa dove può arrivare, anche se ha un obiettivo in testa. Lui era partito per le Indie, ha scoperto l’America: non si sa mai...».
Ma ogni ultramaratoneta che sia tale sino al midollo delle sue ossa e che non sia afflitto dai gravami dei dettati tecnici e delle tabelle d'allenamento decise da altri ha sempre le sue terre inesplorate in cui addentrarsi.
Lucio Bazzana sarebbe il personaggio perfetto da inserire nel bel volume di Christopher McDougall, Born to Run (Mondadori, 2014): è uno che è nato per correre, e possiede indubbiamente tutti i titoli per potere essere allineato accanto ai Tarahumara e al mitico Caballo Blanco

 Il contatore della sua impresa cambia in continuazione e la progressione è inarrestabile. Quella che segue è la sua "fotografia" nel momento in cui l'articolo è stato scritto, ed è qui riprodotto, tanto per dare un'idea sullo stato dell'arte della sua impresa. Nel sito ufficiale dedicato all'impresa si può seguire costantemente la progressione oppure direttamente sul sito della SDAM che sta curando il rilevamento dei passaggi con tecnologia microchip.


VISUALIZZA I PASSAGGI DETTAGLIATI IN TEMPO REALE
 

 


LA CORSA DEI CENTO GIORNI alla data odierna

Partenza ufficiale 30/05/2014 12.00.00
Tempo trascorso 27g 04h 45m 13s
Tempo mancante 72g 18h 14m 46s
Giri percorsi 5743
Distanza percorsa 2.297,2 Km

 



L’iniziativa nella vita non gli è mai mancata: nel 1971 Lucio Bazzana era stato tra i fondatori della prima tifoseria organizzata nerazzurra. «I commandos», che si trovavano nella latteria di Gianluigi Cuminetti (che, poche ore dopo l'inizio dell'impresa, è andato a trovarlo sulla pista di Curno) in via Matris Domini. I primi a occupare e colorare stabilmente la Curva nord. «Allora il tifo organizzato era pura aggregazione, un modo per riunire persone che avevano anche tanti problemi, e c’era bisogno di distrarsi, di fare gruppo. Poi, forse, è diventato qualcosa di diverso, non lo so».
Erano passate le sette di sera del primo giorno della sua impresa, lo scorso 30 maggio, e - appena dette quete ultime frasi - Lucio è tornato a correre. «C’è ancora luce, ma nei giorni di afa mi organizzerò anche per la sera e per la notte, vedremo...».

Il 26 luglio sarà una data memorabile e Lucio Bazzana, che da sempre un particolare valore alle ricorrenze e ai numeri - farà sessant’anni: e, con la sua passione numerologica, tiene d'occhio la tabella di marcia: «Quel giorno potrei essere arrivato a 6.060 chilometri, una coincidenza: spero però di aver fatto bene i miei calcoli». Ha iniziato ed è felice, ma non manca nelle sue parole un po’ di amarezza: «La Federazione italiana di Atletica ci nega i giudici di gara e di conseguenza il riconoscimento della prestazione da parte del Coni — spiega la moglie Marcella —. Chiaro che non ci arrendiamo. Con la consulenza dell’avvocato Francesca Longhi cercheremo il modo più consono per comprovare la validità della prestazione atletica di Lucio, anche a prestazione terminata. Se il Coni e la Federazione non sono in grado di regolamentare un evento di questo tipo, allora sarà lo stesso atleta, dal basso, a ottenere il dovuto riconoscimento».

 

"L'uomo che corre" di Andrea Zambelli Trailer

 

Vedi anche su questo magazine: 

Campionato del Mondo (+ Europeo) IAU 100 km. Anche il bergamasco Lucio Bazzana al campionato del Mondo Master 100 km: un "mitico" ultrarunner che ha tanto da raccontare - Articolo, 26/04/12 - Il bergamasco Lucio

 

L'uomo che corre (the running man). Un film-documentario per raccontare una grande impresa di Lucio Bazzana - Articolo - 13/02/14 - L'uomo che corre. Non poteva esserci titolo più appropriato…


 

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Data di creazione 12/04/2011
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Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
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Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
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