Da oggi, 1° ottobre 2013, è aumentata l'IVA di un punto e l'Italia sta vivendo una grave congluntura politica che rappresenterà forse il punto d'arrivo di un percorso destruente iniziato ormai molti anni fa.
Per domani, si attende la fiducia ad un eventuale governo monocolore, anche se per il momento il Presidente del Consiglio Letta ha respinto le dimissioni dei ministri PdL.
Non si sa in quale direzione potremo andare ed intanto il temuto spread ha ripreso a crescere, perchè l'Italia in questo momento non è più affidale sotto il profilo economico.
La corsa e lo sport in genere sono un ottimo euforizzante: a volte penso che il nostro correre quotidiano e la partecipazione alle gare ci portano in un altro mondo e che finiscono per distaccarci dalle fatiche quotidiane del vivere e dal contesto.
Mentre oggi, in ogni parte d'Italia, si sono fatte di gare di corsa di ogni tipo, in contemporanea - a partire da sabato - si sta consumando una crisi di governo epocale che non si sa dove potrà portarci.
C'è da essere preoccupati seriamente, in realtà...
Ma la corsa e lo sport ci consentono di vivere nell'illusione che possiamo continuare a vivere indisturbati nel paese dei balocchi.
Dove andremo a finire?
Non penso che si potrà sempre continuare a dire (o a pensare): "Corri che ti passa!".
Verissimo! Purchè la corsa non rimanga soltanto come espressione dei cosiddetti "circenses" che gli imperatori romani dispensavano al popolo, assieme al "panem" per tenerlo buono e asservito.
Ma senza il pane, non ci sono circenses che tengano, alla lunga...
Quello che ho scritto vuole essere soltanto una riflessione proprio per tutti quelli che, come ha commentato qualcuno, sono monomaniaci della corsa (o dello sport in genere) e che sono invece noncuranti di quello che c'è prima o dopo, purché ci sia la corsa, le gare, la corsa, etc etc...
Non vorrei certamente che "l'Uomo che corre" (quello che pensa - o dice - "A me non interessa niente di ciò che accade, basta che corro") dovesse diventare icona dell'Uomo "che non pensa" o peggio dell'"uomo qualunque" di un non lontano passato (riassunto in modo sintetico dalla frase di Gianfranco Giannini, fondatore dell'omonimo movimento e del giornale che lo supportava che così recitava: "Questo è il giornale dell'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole").
Allora, io penso che qualche vlta, bisognerebbe cambiare esortazione e passare, in maniera salutare dall'abusato "Corri che ti passa!" alla saggezza di una frase come "Fermati e pensa!".
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