2014
Domenica, 16 novembre. Ogni nuovo giorno mi appresto a scoprire una nuova storia ed ogni volta che comincio mi chiedo sempre cosa succederà. Sono le 5:09 e decido di andare: è una bellissima tiepida mattinata che è un invito a non fermarmi. Alle 5 e 30 noto tre ragazze che, dandomi le spalle, guardano il mare e magari aspettano l’alba, da lì a poco più di mezz’ora. No, decisamente no. Stavano fotografandosi, l’un l’altra. Ritorno dopo circa venti minuti ed erano andate via, perdendosi l’alba a cui, forse, non erano affatto interessate. Percorro 300 metri e noto un pettirosso per terra, mi avvicino, magari dorme. Lo tocco con attenzione e si sveglia ma non va via. Mi salta sulla mano, mi sollevo e lo accarezzo più volte e poi vola via, non lontano. Resta lì a 30 metri circa. Mi allontano non credendo a ciò che mi è appena accaduto. Dopo circa 50 metri mi volto sperando chissà cosa mentre il pettirosso diventa solo un puntino scuro disegnato per terra. Ripercorro lo stesso tragitto e ritrovo il pettirosso. Un furgoncino degli operatori ecologici lo ha schiacciato. Continuo a camminare con l’amaro in bocca. Alla mia sinistra due fidanzati si fotografano a vicenda: e siamo attorno alle 6 e 15. Buona parte del tratto interno del porto è occupato dai partecipanti ad una gara di pesca sportiva. Proseguendo due yorkshire, piccoli e spelacchiati come dei topolini, mi vengono incontro. Uno dei due aspiranti cani mi si piazza di fronte: mi fermo per accarezzarlo e lui mi lecca la gamba. Si avvicina il proprietario, un signore - credo tedesco - che mi saluta divertito. E pensare che c’è chi si perde tutto questo, c’è chi sta ancora dormendo. Oggi ho anche capito perché ho cominciato a camminare: perché voglio fermarmi. Torno a casa, mi peso kg.107,9 ben 12 chili e 300 grammi di calo ponderale.
Lunedì, 17 novembre. Dalle 5:10 alle 7:10 due ore di camminata sul mio tragitto solito. Alle 5:15 incrocio una pattuglia della Guardia di Finanza. Più tardi, ancora buio, scorgo un airone - almeno credo - che stava appollaiato su una zampetta, vola via appena mi avvicino. Tuti i bar chiusi, per ferie e per riposo settimanale. La piazza è presidiata da un anziano che, coperto come se fosse al Polo, legge dépliant pubblicitari di supermercati. Mi fermo un minuto per accarezzare un cucciolo di Labrador che accompagna il suo padrone. Il piccolo ne approfitta per giochicchiare e leccare la mia mano. Per la prima volta negli ultimi tre mesi vedo le luci accese all’interno di un motoscafo, ormeggiato alla fine del mio percorso all’interno del porto. A casa mi peso: kg.107,6 e non è stato facile. La mia bilancia, anche stamani, fa i capricci. Prima 107,9 e poi 107,2. Transitando da 107,6. Alla fine dopo quattro pesate consecutive tutte uguali decido che il mio peso di oggi è kg.107,6.
Martedì, 18 novembre. 5:10 – 7:10 due ore, le mie due ore sono passate, come un soffio, anche oggi. Come ogni giorno, una nuova storia da raccontare. Che la colazione sia - o dovrebbe essere - il pasto principale della giornata è cosa ormai consolidata. Ma cominciare, all’alba, con pane e mortadella mi sembra quanto meno insolito. Quasi tutte le mattine incrocio due operai edili che, seduti a ridosso della spiaggia, fanno colazione con panini che irradiano odori degni di un ben fornito pizzicagnolo. Pane e mortadella l’uno e pane salame l’altro. Chissà cosa berranno. Trovo per terra un cappuccio bianco di lana con il logo di “Hello Kitty”. Dalle dimensioni doveva essere il copri capo di una bambina di 2 o 3 anni, copri capo che metto in bella mostra sulla pianta davanti un ristorante nella speranza che venga notato dai legittimi proprietari. Quest’alba si tinge d'un viola vivido, brillante che si espande velocemente. Mi peso e stavolta la mia bilancia sembra esitare ma si decide e mi da il responso: kg. 108,1.
Mercoledì, 19 novembre. ascolto Barry White mentre, in auto, da casa arrivo al porto. Ho un CD di Barry White che mi accompagna da tantissimi anni e soprattutto mi rammenta che questo cantante è venuto a mancare alla stessa età, 58 anni, di mia madre nello stesso mese ed hanno (mi pare di ricordare). Appena arrivo al piazzale dove sono solito lasciare l’auto trovo i Carabinieri ad aspettarmi, in realtà stavano solo controllando un vecchio camion rosso. Comincio a camminare alle 5:04 pensando alla partenza di venerdì 21. Ascolto Radio DJ con l’auricolare e mi diverto con le telefonate degli ascoltatori. Alcune di queste chiacchierate radiofoniche sono decisamente esilaranti e mi fanno compagnia mentre vado avanti, anzi mentre vado incontro ad una nuova alba. Appena iniziato a camminare mi sono subito chiesto cosa avrà da dirmi questa giornata. Quattro operai, abbigliamento sporco di cemento e calce, l’uno accanto all’altro, a fare cosa? A godersi il Sole che stava per dare vita a questo mercoledì. Due cani, uno nero ed uno marrone, giocano rincorrendosi sull’erba di un’aiuola del porto, come fossero dei bambini. Una compilation di Radio Kiss Kiss mi porta alle 7:04 con la confortante conferma di aver vissuto un’altra nuova storia. Comincio a pensare che camminare sia solo una scusa. Concludo le mie 2 ore camminando bene ed anche se le mie gambe sembrano aprirsi, sento più forte lo stimolo ad andare avanti, ad andare oltre. Raccolgo due barattoli di sabbia proprio davanti alla Casa del Commissario Montalbano come souvenir per Anna (a ricordo del suo primo viaggio in Sicilia) e di Domitilla a ricordo di V.
Arrivo a casa e mi peso senza patemi ed incertezze degli ultimissimi giorni:kg.108,1 ed anche oggi è fatta.
Giovedì, 20 novembre. Inizio alle 5:06 per concludere, dopo due ore, alle 7:06. Comincio a camminare e subito mi appare la Luna come se fosse una virgola luminescente su una tavolozza nera. Stamani, ho l’impressione che sia tutto più scuro ed il nero sembra particolarmente intenso. Fortunatamente dopo un’ora il nero si trasforma in blu, che degrada man mano, cammino verso Est. Un cucciolo di razza non ben definita appena mi vede, esita solo un attimo, attraversa la strada e mi si lancia addosso strappandomi l’auricolare. Lo accarezzo per un minuto ed il cucciolone gradisce tantissimo, ma la strada è impietosa ed esige il mio tributo, continuo a camminare. Dopo circa 10 minuti incontro una anziana coppia, mal messi in salute, che portano a spasso un pastore tedesco bellissimo. È la Giornata mondiale del camminatore generoso ed elargisco coccole e carezze ad un cane che, dolcissimo nello sguardo, vorrebbe certamente correre senza guinzaglio per tutta la spiaggia. Finisco di camminare ed incontro altri cani, ma stavolta niente carezze per nessuno ho la bilancia che attende. Appena in casa caffè con mio padre, anzi due caffè, doccia di rito dopo aver messo dei panni in ammollo. Mi peso e sono a kg.108,6 forse pagando il prezzo di un mega panino gustato davanti la TV ieri sera.
21/26 novembre. Partenza per Rovellasca (CO) e ritorno. Ritrovo degli amici Anna e Carlo che mi ospitano, i membri del CAI di Rovellasca e soprattutto rivedo Domitilla, dopo venti anni. Sono stati giorni di tranquillità, pieni di sorrisi circondato da persone affabili.
2015
16 novembre, lunedì. Oggi altra giornata di riposo meditativo e soprattutto cautelativo. Giro a zonzo per le vie del paese per ricordarmi il sapore della strada. Ho ancora un leggero indolenzimento alla gamba. Sempre la destra. Nel tardo pomeriggio faccio un ECG (un elettrocardiogramma) di controllo. Sul referto è stato scritto: bradicardia sinusale (56 BPM), ECG ai limiti della norma. Il cardiologo mi tranquillizza e mi dice che va tutto bene. Se lo dice lui…
17 novembre, martedì. Stilo un elenco preparatorio del materiale necessario per la mia prossima uscita. Per quanto sia possibile, non bisogna lasciare nulla al caso. Accompagno mio padre in ospedale per gli esami preparatori ad un intervento di cataratta. Passeggio per i corridoi dell’ospedale per alcuni chilometri, avanti ed indietro, assistendo ai micro-romanzi di vita che ignari pazienti, che incrocio per i reparti, mi raccontano non volendo. Mi soffermo davanti ostetricia e ginecologia. Circa venti persone in attesa di far visita ai loro cari. Resto a guardare divertito e lasciando andare la mia mente ad immaginarmi prossimo neo-papà in attesa di entrare. Ricevo la telefonata di Maurizio che ascolto sempre con piacere ed attenzione, avido come sono di buoni consigli. Rientro a casa, uscitone alle 7:30, alle 13:32.
Mi rilasso in serata guardando “La Gang del Bosco” divertente film d’animazione.
18 novembre, mercoledì. Ulteriore giorno di riposo, nulla da dichiarare.
19 novembre, giovedì. Faccio visita al mercato del paese. Acquisto semi di sesamo e di lino (mischiati e macinati vanno ad arricchire yogurt, minestre ed insalate). In serata ricevo la telefonata di Inge. Piacevole conversazione intrisa di consigli e dritte su come camminare, sulle dimensioni del mio zainetto, sulla mia gamba e soprattutto sui nostri progetti a breve e a lungo termine. Ho provato un integratore fatto in casa, niente male sia il sapore che il risultato. Ecco gli ingredienti: 3 cucchiaini da te colmi di miele biologico, 2 cucchiaini da caffè rasi di sale dell’Himalaya (regalo di Inge), 1 limone medio grande spremuto, mezzo litro d’acqua. Miscelare il tutto e bere quando serve. Il sapore è delicatamente sapido con dolci note di sottofondo.
20 novembre, venerdì. A piedi mi dirigo in campagna. Raggiungo mio padre, indaffarato con le sue piantine. Mi dedico ad una seduta di barefooting per circa un’ora o poco più. Il terreno è arato da più di una settimana e nonostante le piogge è tuto asciutto. Cerco di scansare le ortiche. Cammino con attenzione. Comincio a muovermi su un cumulo di ghiaia, sento le mie estremità sollecitate da mille sassolini, continuo per alcuni minuti facendo avanti ed indietro. Cammino sulla nuda terra, il cui fondo é reso pesante dal Sole e dalla temperatura quasi primaverile del periodo. L’erba sotto i carrubi è fresca e ne approfitto per dare sollievo e pulire i miei piedi imbiancati dalla ghiaia. Mi riprometto di creare un percorso lungo il confine della proprietà di mio padre, poco più di 400 metri ma sufficienti per continuare l’esperienza del Barefooting. Mi rimetto le scarpe… che sollievo. Lacero la pelle di vecchie vesciche, mi creo delle piccolissime lesioni ma sono soddisfatto. Da rifare, decisamente. Non potrò che giovarmene. Le mie calze ortopediche sono pronte, in due versioni (una pesante ed una più leggera). Gambaletto che arriva appena sotto il ginocchio. Decido di andare a Marina di Ragusa a camminare. Giornata leggermente ventilata, temperatura piacevolissima. Si respira un clima quasi estivo. Continuo a muovermi sul mio percorso ma dopo un’ora la mia gamba si fa risentire. Niente da fare, ancora riposo. Meglio non forzare ed ascoltare il mio corpo. Scendo in spiaggia per fare qualche metro sulla sabbia, per il fondo più morbido e perché mi va. Decido, faccio il bagno. Resto in mutande: oddio, che spettacolo la mia abbronzatura! Nuoto e mi rilasso. Sono soddisfatto. Il tratto dalla spiaggia all’auto, circa 600 metri di asfalto, lo percorro a piedi nudi (barefooting on the road). Mi sento bene. Quando mi lascio andare, mi sento bene. Alcuni compagni di camminate mi fanno visita al laboratorio e qui non si cammina.
21 novembre, sabato. Sveglio dalle 3:09 mi metto al PC dopo aver fatto il caffè. Scrivo, leggo e decido di uscire a camminare con il gruppo di “Siemu a Peri” con molta moderazione ed attenzione per la mia gamba.
Nulla da fare dopo 5 minuti sono costretto a fermarmi, la mia gamba urla. A casa.