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5 agosto 2015 3 05 /08 /agosto /2015 05:50

Le condizioni di Kira Grunberg, la 21enne astista austriaca atterrata fuori dal materasso in allenamento e ricoverata ad Innsbruck, sono sempre più drammatiche.

"Kira è paralizzata dal collo in giù. Dunque non può muovere né le sue gambe né le sue braccia", ha comunicato il suo manager Thomas Herzog.

I medici nella clinica universitaria di Innsbruck, dov'è ricoverata nel reparto intensivo traumatologico, avrebbero inoltre diagnosticato che queste lesioni sarebbero permanenti. Kira sarebbe perfettamente lucida e cosciente.

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3 agosto 2015 1 03 /08 /agosto /2015 04:34
Redbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunningRedbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunning
Redbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunning
Redbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunningRedbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunningRedbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunning

3030 metri di dislivello positivo in poco meno di 10 chilometri: Red Bull K3 è l’evento che ha rivoluzionato la scena dello skyrunning. Dopo il grande successo dello scorso anno, l'edizione 2015 della competizione di “triplo chilometro verticale” prenderà il via da Susa (Torino) il prossimo 8 agosto, quando atleti professionisti e amatori saranno chiamati ancora una volta ad affrontare l’ascesa alla vetta del Rocciamelone, a 3538 metri di altezza.

Sito ufficiale

Dopo il successo dello scorso anno, l’8 agosto ritorna Red Bull K3, detta anche il "triplo chilometro verticale", l’evento che sulle Alpi piemontesi, ha rivoluzionato il panorama dello skyrunning. Oltre 3.000 metri di dislivello positivo spalmati in poco meno di 10 chilometri, un triplo chilometro verticale riservato a pochi atleti professionisti e amatori, purché in grado di compiere una vera impresa.
La partenza è fissata da Susa (Piazza savoia), in provincia di Torino, e gli atleti taglieranno il traguardo in vetta al monte Rocciamelone, a quota 3.538 metri di altezza.
Le donne partono alle 9.00, mentre gli uomini alle 9.30.
Sono previste porte cronometriche molto rigorose, appositamente per sfoltire il numero dei partecipanti che, al termine della loro fatica, si raccoglieranno, sulla ristretta cime che è il punto di arrivo.
La selezione quindi è stata nella precedente edizione e sarà in questa fortissima.

Antonio PalzerAi blocchi di partenza ci sarà anche Anton Palzer, il giovane tedesco del team Dynafit astro nascente dello scialpinismo, che si prepara alla stagione invernale con allenamenti e competizioni di corsa in montagna.
Il 22enne atleta bavarese sarà facilmente riconoscibile perché indosserà le nuove scarpe Feline Vertical Pro che ha ricevuto e messo alla prova con ottimi risultati già all'inizio di questa stagione agonistica, e che verranno distribuite in negozio nella prossima primavera. A dispetto del nome la new entry nella famiglia Dynafit non è una scarpa dedicata solo alle gare Vertical, dove alle scarpe si richiede soprattutto peso ridotto. È un modello più eclettico, che si sposa benissimo anche con le esigenze di ogni skyracer che cerca, oltre alla leggerezza, velocità e reattività, con un grip di assoluto valore. Così come nella attrezzatura invernale racing dell’azienda del leopardo delle nevi la colorazione è bicolor (per esempio lo scarpone e lo sci di destra sono magenta e quelli di sinistra verdi), lo stesso total look viene riproposto anche nella collezione estiva di scarpe e abbigliamento dedicato all'alpine running.
E come lo scorso anno Dynafit, brand di riferimento per chi ama la montagna in stile dinamico, è al fianco dell’organizzazione come sponsor tecnico: gli atleti al via della Red Bull K3 troveranno nel pacco gara le headband Dynafit personalizzate con il prestigioso logo della manifestazione.
Chi è Dynafit? Nel 2003 Dynafit, originariamente un’azienda austriaca produttrice di scarponi da sci, è stata integrata nel gruppo Salewa/Oberalp. Quasi 200 collaboratori a livello mondiale vivono quotidianamente per lo sport e il marchio, la cui filosofia, ossia produrre prodotti tecnici su misura per lo scialpinismo, il trail running e la mountain bike si rispecchia nella stretta collaborazione con gli atleti. Il marchio con il leopardo delle nevi è sinonimo di Speed, Lightness, Performance e Technology. In inverno come in estate: speed up!

Redbull K3 (triplo chilometro verticale) 2015 (2^ ed.). Ritorna l'evento che ha rivoluzionato il mondo dello skyrunning
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28 luglio 2015 2 28 /07 /luglio /2015 21:53

Roberto Baratta (Classe '68, tesserato per il Marathon Club Taormina), sportivo siciliano, triathleta e finisher della Supermaratona dell'Etna da 0 a 3000 2015, non è arrivato a correre l'Etnatrail che pure aveva in programma, poichè è stato investito mentre si allenava in bici da un automobilista pirata che si è dileguato senza soccorrerlo.

Adesso, sta lottando tra la vita e la morte, ricoverato in reparto di terapia intensiva.
Un flebile filo lo tiene legato alla vita e la speranza non muore.

Tutto il mondo dello sport siciliano è vicino a lui e ai suoi familiari, ed esprime tutta la sua solidarietà.

 

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23 luglio 2015 4 23 /07 /luglio /2015 16:40

Quella che segue è un'intervista di Matteo Simone, Psicologo dello Sport e Psicoterapeuta al giovane runner Raffaele Luciano che, poco dopo avere intrapreso la sua attività di runner, ha collocato il suo interesse nelle Ultramaratone.

Questa intervista fa parte di una serie che Matteo Simone sta raccogliendo per procedere presto alla loro pubblicazione in un unico volume che vuole esplorare le motivazioni individuali e gli assetti mentali nell'approccio alle ultramaratone.

Raffaele Luciano: cosa spinge un ragazzo di 29 anni a decidere di correre 50 km e a sognare solo le ultra?

(Mattteo Simone) Le ultramaratone attraggono le persone sia per parteciparvi da corridori sia per respirare l’aria che c’è durante queste competizioni, sia per aiutare ad organizzare tali competizioni, sia per aiutare le persone ad approfondire questo mondo.

il 29enne Raffaele Luciano si è avvicinato a questo mondo per tutti e tre i precedenti motivi, iniziando ad allungare le distanze di gara. In questo percorso, ha anche aiutato Pasquale Giuliani ad organizzare la prima 100 km del Gargano, ed ha collaborato con il sottoscritto a trovare volontari che rispondessero al mio questionario per la stesura del mio prossimo libro appunto su questa tematica dal titolo "Ultramaratoneti e gare estreme".
Di seguito Rffaele Luciano ci illustra la sua passione per questa particolare disciplina della corsa.

Ti puoi definire ultramaratoneta?

Nel senso proprio del termine, sono ultramaratoneta, avendo percorso in gara la distanza superiore alla maratona, praticamente devo lavorare ancora molto, con 3 ultra e diverse maratone sono all’inizio del mio percorso di crescita e conoscenza interiore”.

Raffaele ha intrapreso la strada delle lunghe distanze e sta sperimentando una crescita personale interiore e pertanto è propenso a continuare questo percorso.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta?

L’Ultramaratoneta è una persona che attraverso la corsa fa un viaggio dentro se stesso, per conoscersi, migliorarsi e crescere”.

Raffaele, infatti, considera questo percorso di fatica, un percorso quasi terapeutico un autoterapia attraverso la conoscenza degli altri corridori ma di se stesso anche attraversando i lunghi percorsi di gara riflettendo sulla propria vita, percorrendo dentro di se lunghi sentieri.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?

Ho iniziato con le maratone, poi ho corso una 50 km, poi un’altra 50 km, poi una 6Ore”.

Il percorso è comune a tanti altri che cercano di alzare l’asticella piano piano dalle 42 km passano per le 50, le 6 ore e poi si inoltrano a percorsi lunghi quali le 100km le 24 ore ed alcuni sentono di avere le capacità e la voglia di spingersi ancora oltre verso i 200km ed anche superarli.

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?

Nelle tre ultra che ho concluso, ho approfondito la conoscenza di me stesso, ho imparato a conoscere i miei limiti e superarli, rispettando il mio corpo. A livello mentale, ho imparato che con il sacrificio, e il duro lavoro posso raggiungere qualsiasi obiettivo, quelli che sembrano ostacoli insormontabili, paure che destabilizzano, possono essere superati con la volontà di arrivare e di superarsi”.

E’ una continua ricerca e parallemente una continua crescita sia dal punto di vista atletico sportivo che a livello personale si riesce a conoscersi sempre di più, le proprie risorse personali, capacità, caratteristiche individuali, i propri limiti.

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?

Non smetterò di essere ultramaratoneta, il percorso di crescita e conoscenza interiore è appena iniziato, i limiti da superare sono tanti, i km che voglio percorrere, per migliorarmi sono tanti, e li voglio percorrere tutti”.

E’ come intraprendere una psicoanalisi ma forse è più una psicoterapia esperenziale, in quanto il percorso è si lungo ma non si tratta di stare sdraiati sul lettino, ma ci si mette in gioco come siuccede con la psicoterapia dell aGestalt che diventa un laboratorio vivo, una terapia esperenziale, si esce fuori dalla zona di confort disposti a sbagliare per imparare, ad andare in crisi per capire come superarle, come uscirne fuori.

Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?

Per fortuna ad oggi, non ho avuto infortuni o altro che mi ha impedito di correre le lunghe distanze”.

Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?

Correre una ultramaratona, mi permette di scoprire nuovi aspetti del mio carattere, di conoscermi meglio, scopro di avere risorse che nel quotidiano non pensavo di avere”.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?

Nella mia prima 50 km, arrivato alla distanza della maratona, sentivo dolori alle gambe, e ho smesso di correre, mi ha raggiungo un ‘Supermaratoneta’, che mi ha spinto a camminare per qualche metro, parlandomi del panorama, delle sue scarpe, dopo 300 metri correvano di nuovo”.

Come succede in psicoterapia dove lo psicoterapeuta aiuta ad aiutarti, cerca di fare un lavoro per sviluppare le risorse personali, anche nelle gare delle lunghe distanze può capitare di trovare un concorrente, un anmico, un aiutatore podistico disposto a darti una mano, a starti vicino durante una crisi, disposto a spiegarti quello che può succedere durante una lunga distanza.

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?

Nelle gare estreme conta molto l’umiltà, la distanza va rispettata ed affrontata senza presunzione, ascoltandosi interiormente e ascoltando i segnali del proprio corpo”.

Imiportante in questo tipo di sport è l’umiltà, affrontare le competizioni impegnative e durissime conn rispetto, senza presunzione con una buona preparazione e ben preparati.

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?

Nella 6 ore, ha avuto al 59° km, un problema al ginocchio destro che mi ha bloccato per mezz’ora costringendomi a camminare”.

Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?

“La Spartatlon o la Nove Colli, anche se dopo la 100km, di sicuro ci proverò.”

C’è una gara estrema che non faresti mai?

No, avendone la possibilità - economica – proverei qualsiasi gara estrema”.

Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?

Da quando ho iniziato a correre, sono alla ricerca dei miei limiti, non credevo di correre una maratona e ne ho fatte diverse, la 50km mi faceva paura e ne ho fatte 2, una 100km, l’ho vissuta dando una mano agli organizzatori; superare il limite significa porsi un nuovo obiettivo, misurarsi con se stesso, continuare a conoscersi, superare le proprie paure, dimostrare che – come detto – con il lavoro, i sacrifici, uno stile di vita sano, posso raggiungere un obiettivo, e se posso raggiungere un obiettivo sportivo, posso raggiungere qualsiasi obiettivo nella mia vita, personale, famigliare, lavorativa”.

Più vai avanti, più raggiungi risultati e iù si isperimenta benessere, sicurezza, aumenta l’autoefficacia nonn solo nello sport ma anche nella vita di tutti i giorni, si è in grado maggiormente di affrontare, gestire e superare situazioni che possono sembrare difficili.

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme?

Semplicemente che ‘c’è qualcosa che non va’. Dopo la prima 50 km, mia madre non mi ha parlato per una settimana. Poi però mi ha detto: “ascolta il tuo fisico e non esagerare, questa per la corsa è una passione, non deve diventare una droga”.

In famiglia si accorgono che si viene assorbiti da questo sport delle lunghe distanze dove si passano tante ore ma poi riconoscono che si fa per passione e con attenzione ed allora i famigliari decidono di sostenerti.

Che significa per te partecipare ad una gara estrema?

Quando mi iscrivo ad una ultramaratona, cerco di immaginare il percorso mentale che farò in gara, la gioia della partenza, il rivedere gli amici, le difficoltà, la lotta mentale tra ‘fermati che ti fai male e addio corsa’ e ‘dai che tutto passa anche questi 5 minuti in cui stai pensando di mollare’ e la voglia di arrivare; dopo il via della gara mi sembra di essere isolato dal mondo, corro con me stesso, inizia un viaggio di conoscenza interiore che mi sta aiutando tantissimo a migliorarmi e a smussare aspetti del mio carattere, oltre che ad affrontare le difficoltà quotidiane”.

Ti va di raccontare un aneddoto?

Nella prima 50 km, al 45° km, non riuscivo a correre come volevo, mi sono inventato un’intervista con una giornalista sportiva, che mi rivolgeva una serie di domande, partendo da ‘cosa spinge un ragazzo di 29 anni a correre 50 km??’, fino a domande sul personale. Ha funzionato. Ho ripreso a correre senza problemi, e non nascondo che le domande me le faccio ancora quando sono in difficoltà o quando fatico a prendere sonno”.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?

Dalla seconda 50 km e nella 6ore, ho scoperto che non mollo facilmente, se voglio davvero una cosa, stringo i denti e la conquisto, quando ho qualche esitazione nella vita di tutti i giorni ripenso a quelle due gare e vado avanti deciso”.

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa?

Grazie alle ultra, sono diventato più umile, più disponibile, dopo la 6Ore, ho imparato che coloro che concludono le maratone dopo le 4 ore, meritano rispetto e considerazione per lo sforzo che fanno”.

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti?

Potendo tornare indietro rifarei quello che ho fatto, forse qualche ultra in più. Devo ringraziare gli amici Guerino, Nicola, Domenico, Gino e Antonio con i quali ho fatto la mia prima 50 km, loro tutti e 5 supermaratoneti e ultramaratoneti, mi hanno insegnato ad affrontare le ultra, oltre che con consigli relativi alla preparazione, all’idratazione e alimentazione, trasmettendomi l’atteggiamento giusto per affrontare una 50km, e poi una 6Ore, con grande disponibilità e umiltà mi hanno iniziato a questo percorso, che mi ha aperto un mondo, e attraverso il quale mi sono aperto al mondo, diventando una persona migliore”.

Raffaele sente di essere diventato una persona migliore, partecipare alle ultramaratone è come partecipare ad un gruppo di alcolisti anonimi, si parla conn altri che hanno attraversato gli stessi problemi, le stesse crisi, e si comprende come far fronte, si esce fuori più rafforzati, più resilienti.

Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?

Non uso farmaci, sporadicamente bevo qualche sportdrink, bevo birra (con moderazione). Non digerisco gel e barrette quindi evito di assumerli. Da piccolo ho sofferto di una grave forma di allergia, e poi di asma, da quando ho iniziato a correre, l’asma è sparita, cosi come l’allergia, i farmaci per contrastare l’asma sono un lontano ricordo”.

Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?

Ho fatto l’Holter cardiaco, perché da un controllo medico (elettrocardiogramma all’AVIS) mi è stato riscontrato un ‘battito anomalo’, fortunatamente niente di grave, - 32 battiti a riposo - il ‘battito anomalo’ è dipeso dall’assunzione di caffè e the prima dell’elettrocardiogramma. Stavo preparando un’esame universitario e studiavo anche la notte”.

E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva?

Per fortuna non mi è mai stato consigliato di ridurre l’attività sportiva, anzi mi è stato consigliato di variare gli sport, per potenziare la parte superiore del corpo e la schiena, e quindi da settembre andrò in palestra”.

Hai un sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto si chiama ‘100 km del Passatore’, ci sto lavorando, sia da un punto di vista fisico che mentale, l’obiettivo più vicino e scendere sotto le 3 ore in maratona e poi concentrarmi sulla 100km”.

Ha sogni Raffaele e sa che per raggiungerli non è sufficiente solo allenamento fisico ma anche l’aspetto nmentale conta tanto.

 

 

Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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17 luglio 2015 5 17 /07 /luglio /2015 13:23
Philipp Reiter, giovane studente e ultrarunner, già campionissimo! Un'intervista di Matteo Simone
Philipp Reiter, giovane studente e ultrarunner, già campionissimo! Un'intervista di Matteo SimonePhilipp Reiter, giovane studente e ultrarunner, già campionissimo! Un'intervista di Matteo Simone

Ecco un'intervista di Matteo Simone, psicologo dello Sport e psicoterapeuta, a Philipp Reiter, giovane studente, ultrrunner per passione e già campionissimo

Interessandomi di Ulramaratoneti e gare estreme per la stesura del mio nuovo libro che dovrebbe uscire a fine settembre, ho avuto modo di contattare Philipp Reiter, un giovane studente amante della montagna, dell’attività fisica in generale, e visto che correva facile per i sentieri di montagna con notevoli dislivelli ha deciso di competere con i più forti esperti del trail e dello skyrunner.

Come tanti altri anche Philipp ha iniziato per caso a frequentare la montagna portato dai genitori e poi ha scoperto di avere un talento e quindi la passione lo ha portato a dedicarsi a questo sport intensamente con allenamenti impegnativi ma non togliendo troppo tempo allo studio, quindi non solo corsa ma anche cultura per avere un lavoro che ti appassiona oltre allo sport e che un domani ti possa dare una sicurezza economica.

Di seguito riporto le domande che ho posto anche a quasi un centinaio di ultrarunner per la maggior parte italiani.

What was your path to becoming a Ultrarunner? (Qual è stato il tuo percorso per diventare un Ultrarunner?

My parents always took my siblings and me in the mountains to show us the beauty of nature but ‘just for fun’ and without any competitions. At the age of 16 I saw an advertisement of a skimountaineering race closed from my home and took part there. So I got involved into the racing scene and did trailrunning just for summer training. After my first Transalpine Run (8 day-team-race where you cross the Alps) I focused more on trailrunning. 
(I miei genitori mi hanno sempre portato con i miei fratelli in montagna per mostrarci la bellezza della natura, ma "solo per divertimento" e senza nessuna competizione. All'età di 16 anni ho visto una pubblicità di una gara di SCI ALPINISMO nei pressi dalla mia abitazione e partecipai. Così sono stato coinvolto e facevo trailrunning solo per l'allenamento estivo. Dopo la mia prima Transalpine Run (8 giorni-team-gara in cui si attraversano le Alpi) mi sono concentrato più sul trailrunning.)

La Transalpine-Run consiste in un attraversamento delle Alpi a piedi, quest’anno si disputerà dal 29 agosto al 5 settembre 2015. La traversata delle Alpi viene considerata una delle più impegnative corse a tappe per trail runner in tutto il mondo.
Diverse sono le componenti che fanno di questa manifestazione una corsa unica: l'unicità dell'esperienza sui valichi alpini, la fatica portata ai limiti delle proprie possibilità e il panorama mozzafiato. I concorrenti dovranno percorrere 293 chilometri, superare 13.733 metri di dislivello e attraversare tre Paesi alpini (Germania, Austria e Italia).

What motivates you to be Ultrarunner? Cosa ti motiva ad essere Ultrarunner?

It’s the amazing places and landscapes I won’t reach as a ‘usual runner’, the breathtaking and wild mountains I run on and the ability of a human body to do such incredible journeys. 
(Sono i luoghi meravigliosi e paesaggi che non raggiungerei come un ‘normale corridore’, panorami mozzafiato e montagne selvagge, corro con le possibilità di un corpo umano per fare tali viaggi incredibili.)

Come tanti altri ultrarunner, la corsa permette a Philipp di viaggare, scoprire posti nuovi, scoprire se stesso, fare tanta esperienza e ne ha tanta da fare lungo tante strade e percorsi visto che ha appena 24 anni e già si può considerare un campionissimo ed è temuto da tanti, lui che sembra un ragazzino e sembra giocare e divertirsi per le montagne.

What drives you to continue to be Ultrarunner? Cosa ti spinge a continuare ad essere Ultrarunner?

The feeling when you cross a finish line after all the ups and downs during such a long race is overwhelming and I think you get addicted to that in a way that you want to repeat despite the tough experience. 
(La sensazione quando si attraversa la linea del traguardo dopo tutti gli alti e bassi nel corso di una lunga gara così è inimmaginabile e penso che si diventa dipendenti a ciò da volerla ripetere, nonostante la dura esperienza.)”
Quello che sperimenta Philipp è una sorta di dipendenza, un’addiction, una voglia costante di risperimentare situazioni e sensazioni di difficoltà e di riuscita, di superamento delle difficoltà e di ritrovarsi oltre la linea del traguardo per emozionarsi, per godere delle sensazioni sperimentate.

Have you experienced the experience of the limit in your races? Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?

Yes, of course. With the feelings and emotions in such a race it’s like a roller-coaster – sometimes you feel like you can just sprint out and run straight through the finish and sometimes it’s that hard that you just want to sit down and have a nap. It’s a sharp ridge between just scratching the personal limits and push them in a still healthy way or being one step beyond the border of what is good for yourself in a long term thinking. 
(Sì, certo. Con i sentimenti e le emozioni in una gara così è come un ottovolante, - a volte ti senti come se si può semplicemente andare avanti con un piccolo sforzo per arrivare dritto al traguardo e a volte è così difficile che si desidera solo fermarsi e fare un pisolino. Si tratta di stare sul filo del rasoio e da una parte ti senti sicuro di poter superare i tuoi limiti personali e spingerti oltre con sicurezza per la tua buona salute e dall’altra parte rischi di essere un passo oltre il confine rischiando per la tua salute.)
In gare così difficili ed estreme spesso si sperimenta la crisi, la difficoltà, è un attimo ed è in queste circostanze difficili che serve la testa per continuare ad andare avanti e gestire la crisi oppure fermarsi e recuperare.

What are the psychological mechanisms you feel will help to participate in extreme races? Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?

“You have to believe in yourself that your body can do it and if you have already had a similar experience that you can do it again. After a few hours it’s only mental work that prevent you from stopping, the body has already told you long time before that it’s enough for him. 
(Devi credere in te stesso che il tuo corpo può fare e se avete già avuto un'esperienza simile sai che si può farlo di nuovo. Dopo qualche ora è solo lavoro mentale che ti impedisce di fermare, il corpo ti dice che è abbastanza per lui.)”

Per essere campioni bisogna conoscere bene gli aspetti mentali che influiscono sulla prestazione ed in questo tipo di gare è importante l’autoefficacia, il sapere di saper fare, l’essere convinti di riuscire ed una delle fonti è l’esperienza passata di successo, quindi se sei riuscito in passato ci riuscirai anche ora e questo lo sa benissimo Philipp nonostante la sua giovane età ecco perché è già un campione perché non usa solo il corpo che dopo qualche ora di gara ti può mandare segnali di stanchezza, di affaticamento.

What was your race more extreme or more difficult? Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?

“One of the hardest race that I have done so far was the ‘The Coastal Challenge’ as it’s in February when the middle-Europeans stuck in the deepest winter and the temperatures in the jungle are around 32°C and extreme humid. It’s 6 stages through the deep tropical forest and you sleep in a tent every day. That was crazy. 
(Una delle gare più dure che ho fatto fino ad ora è stata il ‘The Coastal Challenge’ nel mese di febbraio, quando nel Centro Europea è inverno inoltrato e le temperature nella giungla sono circa 32° C e con estrema umidità. E' di 6 tappe attraverso la foresta tropicale e si dorme in una tenda ogni giorno. E 'stato pazzesco.)”

The Coastal Challenge è considerata una delle gare più difficili del mondo. 230 km in sei tappe, questa gara mette alla prova la forza mentale, la volontà e la resistenza di alcuni tra i migliori trail runners ultra del mondo. La gara si rivela estremamente difficile in termini di distanza, terreno e clima tropicale.

What do your family and friends about your participation in extreme racing? Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme?

As I wouldn’t call my races that extreme, I have really good support from my family background. It’s important to have someone to you can share your experiences with and tell about your feelings and emotions. If I know that my family is waiting at the finish line I can even more push my limits. 
(Non chiamerei le mie gare estremo, ho davvero un buon supporto dal miei familiari. E ' importante avere qualcuno con cui è possibile condividere le esperienze, le tue sensazioni ed emozioni. Se so che la mia famiglia mi sta aspettando al traguardo, posso ancora di spingermi oltre i miei limiti.)”

E’ importante il supporto della famiglia in generale nella vita quotidiana ma soprattutto è importante in questo tipo di gare dove si va incontro a condizioni di gare difficilissime e sapere che al traguardo ti aspetta una persona cara non fa che attivarti maggiormente e così si va avanti con il cuore, le gambe e la testa. E’ importante anche poter condividere l’esperienza fatta in queste competizioni, i panorami mozzafiato, scoperte su se stessi che si fanno.

How has your family life, work? Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa?

“At the moment I am a serious student at the University of Salzburg to become a teacher for Mathematics and Biology for high school and with a good time management and a lot of discipline I can fit my training into my day schedule. 
(Al momento io sono uno studente serio presso l'Università di Salisburgo per diventare un insegnante di matematica e biologia per la scuola superiore e con una buona gestione del tempo e tanta disciplina che mi permette di allenarmmi bene giornalmente.)”

Philipp ha le idee chiare, per ora fa questo sport che lo appassiona e gli permette di sperimentare benessere ma sa anche che il suo futuro sarà diverso, c’è l’intenzione di fare l’insegnante e riesce a portare avanti contemporaneamente due progetti molto ambiziosi.

Do you use drugs, supplements? Why? Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?

“No drugs as this is extremely unfair and has nothing to do with sports anymore. It’s simply cheating! In a period of hard and intense training I take Magnesium for my muscles and an extra portion salt in my meals to avoid cramps. 
(Nessuna droga, questo è estremamente ingiusto e non ha nulla a che fare con lo sport. E ' semplicemente barare! In un periodo di duro allenamento e intenso prendo magnesio per i miei muscoli e una porzione extra di sale nei miei pasti per evitare i crampi.)”

Do you have a dream? Hai un sogno nel cassetto?

To have the ability and possibility to run a lot of the most iconic trailraces on the globe like Hardrock, Diagonale de Fus, UTMB. 
(Avere la capacità e la possibilità di correre le gare di trail più dure al mondo come Hardrock, Diagonale de Fus, UTMB.)”

Come tanti altri Ultrarunner anche Philipp vorrebbe partecipare alle gare più difficili che esistono sulla terra.

La Hardrock Hundred Mile Endurance Run è una ultramaratona di 100,5 miglia (161,7 km) di lunghezza, con 10.000 m di salita a un'altitudine media di oltre 3.400 m. La gara si svolge nel sud del Colorado. La gara è dedicata alla memoria dei minatori che si insediarono nella zona e che hanno costruito i sentieri minerari su cui gran parte della gara viene eseguito.

Il Grand Raid de la Réunion, chiamato anche La Diagonale des fous è un’ultramaratona di montagna. La gara si svolge nel mese di ottobre sull’isola Réunion, nell'Oceano Indiano, situata tra il Madagascar e le Mauritius. Il percorso 162 km con 9643 m di dislivello è noto per essere molto impegnativo.

UTMB (Ultra-Trail du Mont-Blanc). Gara di montagna, con numerosi passaggi in alta quota (> 2500m), in condizioni meteo difficili (notte, vento, freddo, pioggia o neve).

Frequentando gli ultrarunner sto scoprendo delle persone eccezionali, molto umili, corretti, rispettosi.

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26 giugno 2015 5 26 /06 /giugno /2015 09:18
Mount Washington Road Race 2015. Luca Cagnati (Team Dynafit), conquista un'onorevole quarto posto in una delle più prestigiose gare di corsa in montagna su strada

Luca Cagnati, atleta del team Dynafit di corsa in montagna, ha partecipato alla gara Mount Washington Road Race negli Stati Uniti, guadagnandosi un meritato quarto posto, traguardo mai raggiunto prima d’ora da un atleta italiano.
La Mount Washington Road Race è una delle gare più prestigiose nella storia podistica degli Stati Uniti e attira ogni anno moltissimi atleti da tutti gli stati. Nella 55esima edizione svoltasi sabato 20 giugno, hanno partecipato più di mille atleti che hanno affrontato le 7 miglia del tradizionale tracciato e superato il dislivello di 1400 metri fino alla sommità del monte Washington, il più alto del Nord-Est degli Stati Uniti.

Al via della gara anche Luca Cagnati, 25enne portacolori del team Dynafit, unico italiano presente che ha difeso i colori di casa nostra tagliando il traguardo in quarta posizione: se da una parte c’è l’amarezza per essere rimasto ai piedi del podio dall’altra Cagnati può vantare il miglior risultato di sempre come atleta azzurro.
«È stata una grande esperienza – ha raccontato Luca emozionato – più di mille persone al via con campioni di altissimo livello in una gara di cui ho sempre sentito parlare e solo adesso che l’ho conclusa, capisco il fascino che avvolge tutta la manifestazione».
Il percorso della Mount Washington Road, oltre ad essere molto impegnativo, è anche famoso per essere caratterizzato da condizioni meteo spesso imprevedibili. Si passa infatti da temperature molto alte ai piedi della montagna, per giungere in vetta con la colonnina di mercurio che sfiora lo zero. Consapevole delle difficoltà della gara, Luca non si è fatto intimidire:
«Sono partito tranquillo non conoscendo bene gli avversari, a metà gara ho spinto sull’acceleratore e mi sono portato nelle prime cinque posizioni, e nel finale ho dato tutto e ho ottenuto un insperato quarto posto, a pochi secondi dal terzo» ha commentato l’atleta bellunese.

Il disappunto per un podio mancato lascia subito spazio alle emozioni d'una gara prestigiosa.
«Un quarto posto che vale una medaglia – ha dichiarato Luca – e, vista la concorrenza, non ci credo ancora. Forse, se avessi osato un po’ di più all’inizio, il secondo o terzo posto avrei potuto raggiungerlo…ma sono comunque molto soddisfatto e felice».

Mount Washington Road Race 2015
Primi arrivati classifica Maschile
1 Joseph Gray Colorado Spring CO 58:15
2 Andy Wacker Boulder CO 1:00:59
3 Zach Miller Manitou Springs CO 1:03:15
4 Luca Cagnati Italy 1:03:40

Per maggiori informazioni: www.dynafit.it

Luca Cagnati in due diversi momenti della gara.
Luca Cagnati in due diversi momenti della gara.

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18 giugno 2015 4 18 /06 /giugno /2015 18:16
Supermaratona dell'Etna da 0 a 3000 2015 (9^ ed.). Massimo Buccafusca e Francesco Cesare racconteranno dal vivo la loro 0-3000. Il prossimo 12 giugno da Percorrere

La 9^ edizione della Supermaratona dell'Etna da 0 a 3000, corsa il 13 giugno 2015, Massimo Buccafusca e Francesco Cesare l’hanno già alle spalle: uno di loro l’ha anche vinta, l’altro l’ha “domata” alla sua maniera, uscendone da protagonista.
Adesso sono pronti per raccontarla, per fare conoscere le loro emozioni, i loro punti di vista, pronti per farci rituffare nuovamente in questa splendida e affascinante avventura, dalle pendici fino al tetto del vulcano che li ha attesi per diverse ore. Max Buccafusca e Francesco Cesare sono due atleti ben noti e amati dai runner siciliani e dagli appassionati del Trail, diversi nei modi d’essere, uguali nell’amore per lo sport.

Max e Ciccio racconteranno la loro gara e risponderanno alle domande di amici, appassionati, operatori dell’informazione e semplici curiosi nel corso di un incontro in programma lunedì 22 giugno alle 18.30, presso il locale Percorrere (via Croce Rossa 167, Palermo), al suo secondo appuntamento, dopo la presentazione del Sicily Coast to Coast, con “Incontri percorrere”.

Un racconto “illustrato” grazie anche ad alcune foto della gara che accompagneranno la narrazione.

A moderare l’incontro sarà il responsabile del sito siciliarunning.it Michele Amato.

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4 giugno 2015 4 04 /06 /giugno /2015 05:12
(Foto di Maurizio Crispi)
(Foto di Maurizio Crispi)(Foto di Maurizio Crispi)(Foto di Maurizio Crispi)

(Foto di Maurizio Crispi)

Il veronese Walter Fagnani, veterano - anzi,decano - della 100 km del Passatore, con 42 partecipazioni su 43 edizioni,nella recente ultima edzione (la 43^) della rinomata ultramaratona da Firenze a faenza,andata in scena tra il 30 e il 31 maggio 2015, all'età di 91 anni, non solo ha completato la sua 42^ cento, ma ha anche stabilito la Migliore Prestazione Mondiale nella specialità per lacategoria M90.

(Dal sito della IUTA) Se non ci sono parole per descrivere e commentare la grandissima impresa delle 10 vittorie consecutive di Giorgio Calcaterra, di cui tutti noi dell’ambiente stiamo parlando con entusiasmo e fervore, altrettanto rilevante è stata la conquista della miglior prestazione mondiale della categoria M90 riportata dal veronese Walter Fagnani con 18h09'04.

Fagnani ha così migliorato la precedente MPM del tedesco Adolf Weidmann (nato il 08.10.1901), che impiegò l’otto giugno del 1992 il tempo di 22h35'13 per percorrere l’altrettanto famosa 100 km su strada Biel-Bienne, in Svizzera.

Oltre alla ratifica di questo risultato, verrà avviata anche quella relativa all’altra MPM della categoria M85 conseguita sempre da Fagnani nel 2000, anche allora al Passatore, quando conseguì il crono di 15h44:00.

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27 maggio 2015 3 27 /05 /maggio /2015 05:28
Moonlight Half Marathon 2015 (5^ ed.). Trionfano Eyob Faniel e Giovanna Pizzato. Ma è festa grande per oltre 6000Moonlight Half Marathon 2015 (5^ ed.). Trionfano Eyob Faniel e Giovanna Pizzato. Ma è festa grande per oltre 6000

Eyob Faniel e Giovanna Pizzato si sono aggiudicata la 5^ Moonlight Half Marathon, andata inscena il 23 maggio 2015. Ma - soprattutto - é stata una grande festa per 6.000 persone!

Podi tutti italiani con Francesco Bona, Ruggero Pertile, Rosa Alfieri e Mirella Bergamo. Il giovane eritreo equiparato italiano, allenato da Giancarlo Chittolini, ha vinto in volata la Mezza Maratona Cavallino-Treporti Jesolo in 1h05’'34’’. Bis per la veneziana Giovanna Pizzato.

Nella 10 km MHM10KM - Garmin Tour vittoria per Gabriele Cossettini e Ilaria Benetti. In gara anche Stefano Baldini.

Nella Mezza maratona al chiaro di luna è nata una stella.

Quella di Eyob Faniel, il 23enne eritreo in attesa di cittadinanza italiana, chenella sera del 23 maggio 2015 Half Marathon vincendo in volata davanti all’aviere piemontese Francesco Bona e al maratoneta azzurro Ruggero Pertile, entrambi al traguardo con il tempo di 1h05’37’’.

Allenato da Giancarlo Chittolini, Eyob vive a Bassano del Grappa, corre per i colori della Brugnera Friulintagli e, a ottobre, potrebbe fare il suo esordio in maratona proprio alla 30^ Venicemarathon. Faniel ha condotto una gara molto intelligente, rimanendo sempre coperto nel quartetto di testa composto da Bona, Pertile ed il keniano Lawi, per poi sferrare un attacco micidiale nell’ultimo chilometro. Fresco vincitore di un bronzo sui 10.000 metri agli Italiani di Isernia di settimana scorsa, Eyob vince la sua terza mezza maratona di carriera.

Devo confessare che sono arrivato a Jesolo un po’ stanco dalla gara di settimana scorsa, per cui stasera ho controllato fino all’ultimo chilometro. Lì ci ho provato e ho capito che le gambe giravano bene e allora ho detto ‘ciao ragazzi, io vado’“– - scherza così il sorridente Eyob, mentre abbraccia sul podio l’allenatore Chittolini.

Nella gara femminile Giovanna Pizzato ha fatto gara di testa sin dal primo chilometro aggiudicandosi così per la seconda volta (prima vittoria nel 2012) la Moonlight Half Marathon in 1h19’09’’. Completano il podio femminile: Rosa Alfieri (1h19’40’’) e Mirella Bergamo (1h21’20’’).
Questa gara – - 
ha dichiarato entusiasta la Pizzato - ha un’atmosfera magica per me, vincerla anche quest’anno al rientro da un infortunio mi ha dato una carica enorme. Il nuovo percorso, poi, è veramente bello”.

Eyob, così come la Pizzato, firmano il nuovo primato della corsa perché il percorso è stato modificato rispetto al passato per accogliere la nuova 10 chilometri.
Gli arrivati solo nella mezza maratona sono stati 3.667 e a questi si aggiungono gli oltre 2.000 che hanno preso parte alla prima MHM10KM valida come prima tappa del Garmin Forerunner Tour.
Nella MHM10KM Garmin Forerunner 10K hanno vinto Gabriele Cossettini con il tempo di 32’'
40” e Ilaria Benetti 37'’55”. In gara anche il campione olimpico Stefano Baldini che ha corso, divertendosi, assieme alle prime donne. 

Così ha commentato: All'orario della gara, c'erano le condizioni ideali perché la pioggia aveva ripulito l'’aria e si era creato quel clima frizzantino ideale per correre. Mi è piaciuto molto il percorso e mi sono divertito moltissimo!”

Le prossime tappe del Garmin Forerunner Tour saranno: Monza il 31 maggio, 11 luglio a Viareggio per poi concludersi il 25 ottobre a Venezia con la 2^ VM10KM.
Alcune curiosità: gli atleti più maturi al via erano Franco Bonilauri, nato nel 1938 e Carla Barsanti nata nel 1935; tra gli stranieri, Grewe Hilmar, nato nel 1940, e Maria Ele Mesia Rampoldi nata nel 1954.

Ben 16 persone quest’oggi hanno festeggiato il loro compleanno correndo la 5^ Moonlight Half Marathon.
Tra le società più numerose, ha vinto l’'
Atletica Vicentina con 107 atleti iscritti, seguita dal Running Team Pettinelli (85), Atletica Riviera del Brenta (71), la Essetre Running (65) e Vicenza Marathon (62). Nelle società extra veneto vincono: Marathon Club Trento (55), Happy Runner Club (35), Podismo Buttrio (35), Runners Bergamo (20) e Podismo Lattanzi (19). Nella Garmin Forerunner 10k vince la Essetre Running.

Grande soddisfazione in casa Venicemarathon per un’'edizione che per la prima volta ha visto l’abbinamento di una mezza maratona ad una 10 km.

E' ’stata l'edizione più bella - ha dichiarato Piero Rosa Salva, presidente del Venicemarathon Club –- perché abbiamo lanciato una nuova sfida che abbiamo vinto per merito dei partecipanti, i veri protagonisti di questa giornata. Non nascondo che, essendo il primo anno di questa doppia gara, qualche pensiero l’avevamo ma questa sera abbiamo avuto la prova che la struttura regge ed è riuscita ad accogliere nel migliore dei modi tutti i partecipanti. Ringrazio le amministrazioni comunali di Jesolo e di Cavallino-Treporti che come ogni anno ci sono vicine e ringrazio tutti quei volontari che in questi giorni hanno preso acqua e freddo ma che, per merito loro, siamo riusciti a realizzare una manifestazione di grande successo”.

Grande entusiasmo espresso da Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo, e da quello di Cavallino Treporti, Claudio Orazio, dall'assessore allo Sport del Comune di Jesolo Ennio Valiante e da quello di Cavallino-Treporti Maurizio Orazio, che hanno premiato gli atleti saliti sul podio della manifestazione.

 

Risultati Moonlight Half Marathon
Uomini
1. Eyob Faniel Ghebrehiwet (ERI) 1h05’34’’
2. Francesco Bona (Aeronautica) 1h05’37’’
3. Ruggero Pertile (Assindustria Padova) 1h’05’37’’
4. Lawi Kiptui (KEN) 1h05’51’’
5. Said Boudalia (Atl. Biotekna Marcon) 1h’07’02’’
6. Simon Kipngetich Rugut (UGA) 1h08’35’’
7. Lucio Sacchet (Ana Atl. Feltre) 1h10’26’’
8. Diego Avon (Spak4 Padova) 1h10’38’’

Donne
1. Giovanna Pizzato (Essetre Running) 1h19’09’’
2. Rosa Alfieri (Atletica Reggio A.s.d.) 1h19’40’’
3. Mirella Bergamo (Valsugana Trentino) 1h21’20’’
4. Marina Zanardi (Grottini Team) 1h22’32’’
5. Maurizia Cunico (Vicenza Marathon) 1h23’18’’
6. Antonella Gravino (A.s.d. Equlibria Running Team) 1h24’12’’
7. Paloma Salado Morano (A.s.d Atletica San Rocco) 1h24’18’’
8. Ilaria Gurini (Essetre Running) 1h25’59’’


RISULTATI MHM10KM – Garmin Forerunner Tour

Uomini
1. Gabriele Cossettini 32’40”
2. Lorenzo De Conto 32’54”
3. Pietro Bernardoni 32’59”
4. Luca Solone 33’33”
5. Gianmarco Pitteri 33’58”

Donne
1. Ilaria Benetti 37’55”
2. Alice Sganzerla 38’24”
3. Jessica Doria 38’51”
4. Alessandra Magosso 39’48”
5. Barbara Giacomuzzi 39’56”

Foto di Matteo Bertolin e Italo Croci

Moonlight Half Marathon 2015 (5^ ed.). Trionfano Eyob Faniel e Giovanna Pizzato. Ma è festa grande per oltre 6000Moonlight Half Marathon 2015 (5^ ed.). Trionfano Eyob Faniel e Giovanna Pizzato. Ma è festa grande per oltre 6000
Moonlight Half Marathon 2015 (5^ ed.). Trionfano Eyob Faniel e Giovanna Pizzato. Ma è festa grande per oltre 6000Moonlight Half Marathon 2015 (5^ ed.). Trionfano Eyob Faniel e Giovanna Pizzato. Ma è festa grande per oltre 6000

Il Campione azzurro e portacolori di Assindistria Padova Sport, Ruggero Pertile sale sul podio della Moonlight Half Marathon. 

Un podio “al chiaro di luna”. Ruggero Pertile ha chiuso al terzo posto la Moonlight Half Marathon, corsa su strada internazionale sui 21,097 chilometri con partenza a Cavallino Treporti e arrivo a Jesolo, migliorando la quarta piazza dell’edizione 2014.

La gara si è risolta solo in volata, con il marocchino Eyob Faniel Ghebrehiwet davanti all’aviere piemontese Francesco Bona e al maratoneta di Assindustria Sport, sul traguardo con il tempo di un’ora 5’37.

 

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27 maggio 2015 3 27 /05 /maggio /2015 04:28
Nove Colli Running 2015. Maurizio Ghidini e la follia della Nove Colli
Nove Colli Running 2015. Maurizio Ghidini e la follia della Nove Colli

Mio figlio e il materiale Oxyburn essenziali per finire quest’avventura da 201,2 km
... ho fatto gli ultimi 30 km come un dannato, recuperando più di 10 posizioni, ad un ritmo impressionante, non so neanche io dove ho trovato tutte quelle energie per correre ancora.
E’ stato un viaggio folle e meraviglioso insieme a mio figlio

Maurizio Ghidini (Cesare Monetti - Ufficio Stampa Oxyburn)

Parli con i ciclisti e ti dicono che è dura, faticosa, lunghissima. Si parte da Cesenatico e si fanno 202 km superando 9 colli. Sono oltre 10.000 a correrla con la bici, eroi vorresti chiamarli.

Poi però pensi che ci sono i runner per la 9 Colli Running. Una pazzia assoluta. La stessa partenza, lo stesso arrivo, gli stessi 9 Colli e gli stessi, infiniti, 202 chilometri.

Qualche centinaio al via, gli ultramaratoneti più duri in circolazione, per una delle ultramaratone più difficili al mondo. E capita anche che qualcuno da lassù decide che deve piovere e fare freddo, decide di complicare le cose, come se già di per sé fossero facili.

In tutto questo c’era anche Oxyburn grazie al capello biondo volante di Ilaria Fossati e al ‘barba nera’ Maurizio Ghidini. Eroi d’altri tempi, guerrieri della notte tra vento e pioggia e gambe da non fermare. Ilaria è una veterana di queste esperienze, ma per Maurizio quasi un ‘debutto’.

E’ una follia questa gara, uno splendido viaggio per me durato 24h47’, di cui 18 le ho passate sotto il diluvio. Quindicesima posizione. Qualcosa fuori dal normale, ma qualcosa che mi ha segnato e insegnato”- queste le prime parole di Ghidini ancora euforico anche se ormai nella quiete casalinga. “E’ stata una gara travaglio, difficile nella sua gestione e forse ho commesso l’errore di partire vestito troppo leggero. Ho preso un po’ di freddo e dopo il 100° km ho iniziato a camminare ed io quando inizio a fare così nelle gare poi vado un po’ in crisi mentale, in depressione. Perché amo correre e non camminare. Sono partito troppo forte, ho dovuto rallentare e far riprendere il mio corpo. E poi devo ringraziare una persona”.

E’ qui che viene fuori il cuore di un ultramaratoneta, che bada alla sostanza delle cose, ed espelle tutto il superfluo: “Devo ringraziare mio figlio Mattia che per la prima volta mi ha seguito dall’inizio alla fine. 21 anni e 24 ore sul furgone a seguirmi, in giro per i colli tra i tornanti nella notte. Alzava la musica, mi parlava. Sembravamo l’A-team per come eravamo organizzati: si fermava, mi sedevo sulla poltroncina girevole, mangiavo, mi cambiavo e ripartivo. Ho tenuto duro per lui e grazie a lui che mi parlava dal finestrino”.

Un figlio che ti segue, la tua parte emozionale che macina chilometri come e più delle gambe: “Credo di avergli insegnato che non si molla mai in quelle 24 ore, ma anche lui mi ha insegnato che una persona, che un figlio, c’è sempre e comunque. Voglio pertanto ringraziarlo pubblicamente. Eravamo io e lui e nessun altro, è stato importante per me”.

E poi c’è stata la gara, i restanti 100 km, la crisi di freddo, quasi l’ipotermia tanto da dover camminare per qualche tempo con piumino e guanti, il non riuscire più a mangiare, finché anche Oxyburn con il suo materiale d’eccellenza ha fatto la differenza.

La maglia a manica 5055 Forty-Two corta e i pantaloncini 5030 Shout mi hanno fatto comunque stare asciutto e nessuna abrasione nonostante decine di ore. Mai avuto bisogno di cambiarmi. Ho solo preferito stare più caldo in seguito indossando i 5035 Rampage e la 5025 Build. Ho apprezzato come non mai questo materiale, portandolo all’estremizzazione dove senti davvero la differenza. Ovviamente avevo manicotti, calze e gli Spyd a compressione”.

E’ finita che ho fatto gli ultimi 30 km come un dannato, recuperando più di 10 posizioni, ad un ritmo impressionante, non so neanche io dove ho trovato tutte quelle energie per correre ancora. E’ stato un viaggio folle e meraviglioso insieme a mio figlio”.

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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