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2 marzo 2015 1 02 /03 /marzo /2015 20:25
6 ore di Torino 2015 (2^ ed.). Lo sfogo di Giancarla Agostini

Giancarla Agostini ha partecipato il 1° marzo 2015 alla 6 ore di Torino (alla sua seconda edzione), abbinata a Recordando, la gara torinese sulla distanza di 10 km sul "circuito dei record" all'interno del Parco Ruffini di Torino, inaugurato da Enzo Caporaso con la sua prestazione da Guinness.
Giancarla Agostini è un'ultrarunner di valore che ha al suo attivo numerose buone prestazioni nella fascia medio-alta, con qualche primo posto conquistato in eventi passati di ultramaratona, ma è anche una persona che vuole trarre piacere dalla corsa.
Qui di seguito il suo sfogo (captato attraverso il social network) in cui espone il suo disappunto e il suo rammarico per un atteggiamento troppo rigoroso, a suo avviso, e inutilmente burbero da parte e i Giudici di Gara preposti alla manifestazione.

 

 

(Giancarla Agostini) Ieri la 6 ore di Torino, mah...
Sulla prestazione non mi aspettavo granché, vista la vita e lo stato di forma attuale: poco meno di 52 km e mi berlicco i baffi.
Tra l'altro, sono partita troppo forte; sono scoppiata com'era prevedibile; ho camminato per più di un'ora e sono risuscitata nell'ultima ora riprendendo a correre grazie ad una Beck's doppio malto.
Però, direi che questa per me è l'ultima gara FIDAL in assoluto; non voglio più neanche sentir parlare di nulla che abbia a che fare con la FIDAL, siano circuiti, maratone, 100 km, compagnia cantante.
Mi spiace avere appena rinnovato il tesseramento (e mi spiace per la squadra podistica di cui faccio parte, che non ne può nulla), ma d'ora in poi non avranno più né i miei soldi né la mia presenza (cosa di cui credo possa non consolarsi senza problemi). Se io la domenica, unico giorno libero, con la voglia di partecipare ad una bella giornata di sport e divertirmi, devo trovarmi davanti ad un borioso pallone gonfiato con la divisa del giudice, che pretende di dirmi cosa posso e non posso fare, nel caso specifico mi sbatte in faccia un c**** di cartellino giallo perché sto ascoltando la chitarra di Mark Knopfler in cuffia, e per tutto questo ho anche PAGATO... Beh, allora fanc*** la FIDAL, i suoi regolamenti idioti, i suoi giudici con delle pance e dei doppi menti tali che credo una scarpa da corsa non l'abbiano mai vista neanche in vetrina.
D'ora in poi correrò per le colline ascoltando tutta la musica che mi pare e piace, o tutt'al più correrò le non competitive della FIASP dove non rischio di trovare esaltati che si credono arbitri alle Olimpiadi.

Giancarla Agostini

(Il commento di Ultramaratone maratone Dintorni) Per alcuni versi, Giancarla Agostini ha ragione: molti dei praticanti della corsa amatoriale, benché dotati e appassionati, vogliono anche divertirsi, non sono soltanto alla ricerca del risultato a tutti i costi. E, quindi, preferirebbero una maggiore rilassatezza (badiamo bene: non lassismo) tale da ricreare quell'atmosfera delle ultramaratone degli anni Novanta, quando il movimento della corsa sulle ultradistanze si stava sviluppando e conquistando una base di popolarità mai vista prima e in cui, nel corso di una gara, accanto ai top runner, si poteva vedere di tutto, anche le piccole esibizioni (divertenti) di chi praticava il verbo dell'anti-corsa. E' anche vero che tutto ciò ha alimentato per alcuni anni l'idea che le ultramaratone fossero una specie di circo frequentato da eccentrici e pazzerelloni e, pertanto, da non prendere sul serio, rispetto alla "purezza" e all'idealità dei praticanti della Maratona (disciplina ritenuta "nobile" ed eccelsa).

Da allora, molte cose sono cambiate: le ultramaratone non sono più cosa da "quei temerari sulle macchine volanti" e ci si muove in direttive sovrapponibili perfettamente ad altre specialità dell'Atletica leggera. E tutto ciò richiede rigore applicativo, disciplina, regolamenti: non bisogna mai dimenticare che una disciplina sportiva è definita dai suoi regolamenti e che chi la pratica deve poterli (e volerli accettare) ed uniformarcisi.

E' in corso un movimento che sta riportando le ultramaratone nell'ambito delle discipline sportive di alto livello, dopo che a lungo erano stato screditate per motivi che sarebbe troppo lungo dire qui in poche parole, ma che sono comunque legati all'entrata in gioco della distanza della Maratone (prima - sino all'idea di De Coubertin) del tutto ignorata in quanto tale e allo svilupparsi di norme e di regolamenti specifici per la maratona e per le altre discipline olimpiche dell'Atletica, e - nello stesso tempo - all'improvvisa - abissale - separazione che venne a crearsi tra atleti "amatori" e atleti "professionisti" - laddove prima dell'avvento del CIO e delle regole olimpiche tale distinzione non sussisteva.

Quindi, direi che lo sfogo di Giancarla Agostini, per quanto motivato sulla base di un assunto soggettivo, è antistorico e - direi - nostalgico - di un modo di prendere parte alle ultramaratone che non è più quello attuale, con l'elevarsi del livello e degli standard organizzativi e delle capacità tecniche degli atleti.
Il particolare rigore riscontrato nei Giudici da Giancarlo Agostini potrebbe essere stato semplicemente il "normale" rigore di un Giudice di Gara in un competizione agonistica che vuole essere di alto livello tecnico: e, come annunciato nei comunicati stampa, la 6 ore di Torino era stata annunciata come un "test-event" del prossimo Campionato del Mondo 24 ore su strada che andrà in scena a Torino sullo stesso circuito di gara.

Ma in fondo. guardando alle conclusioni che trae Giancarla Agostini da questa sua esperienza, è vero: rimane la libertà di scelta di optare per eventi che non siano sotto l'egida FIDAL e che afferiscano ad organizzazione che danno vita ad eventi non competitivi, in qualche misura per tutti e dove, nel rispetto di alcune regole di base, ci possa essere una libertà molto maggiore. Come anche si può decidere d icorrere liberi rispetto a qualsiasi cornice o organizzazione, anche se un podista che corre e che si allena quotidianamente desidera sempre il momento dello scontro/confronto con altri che aggiunge un po' di sale e pepe in più alla sua passione quotidiana.

Ma esiste pur sempre la terza via che è quella di imparare a divertirisi negli eventi di ultramaratone "rigorosi" sotto il profilo dell'applicazione di norme e di regolamenti e, nello stesso, continuare a divertirisi e a provare gioia e felicità.
 

6 ore di Torino 2015 (2^ ed.). Lo sfogo di Giancarla Agostini6 ore di Torino 2015 (2^ ed.). Lo sfogo di Giancarla Agostini
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23 febbraio 2015 1 23 /02 /febbraio /2015 09:56

Il britannico Moh Farah ha infranto a Birmingham il record del mondo due miglia indoor, in occasione del Birmingham Indoor Grand Prix che si è tenuto nel fine settimana (21 febbraio 2015), con il crono di 8'03"40.

It has become a familiar sight this, Mo Farah with the union jack sitting joyously on his shoulders while photographers form a chaotic half-moon around him. Only this time there was a twist. He wasn’t standing on a podium, but perched by a stadium clock showing a new world record, the first of his career.

Almost, but not quite. There was no hiding Farah’s desire when he entered the final 400m needing to run it in 58 seconds to break Kenenisa Bekele’s two-mile indoor world record of 8min 4.35sec, set on this track in 2008. Or the release as he hurled himself raggedly over the line in 8:03.40, nearly a second quicker than Bekele’s old world best.

The International Association of Athletics Federations dopes not class this as a championship world record because the two-mile race is a rarely run race. But tell that to Farah, who was justifiably elated that the sacrifice of seven weeks in Ethiopia, away from his wife and family, had been so satisfyingly rewarded.

“People have been saying, when are you going to break a world record? So it was nice to do it in the UK,” said Farah. “It was very special.”

He admits he may acquire a taste for more of this – but at the moment his desire to add to his two Olympic titles and three world championship titles burns stronger than his loose-fitting ambition to break Bekele’s 5,000m and 10,000m world records.

“It’s two different things, going for a world record or going for a championship,” Farah said. “And I want to be able to know I collected as many medals as I can for my country, so in years to come I can look back and show my kids.”

Farah’s victory – one of seven for Britain in the Birmingham indoor grand prix, the most ever in this event – stole the show from Katarina Johnson-Thompson, who broke her second British indoor record in a week in winning the long jump with a leap of 6.93m.

“I knew I was in good shape but I didn’t expect a personal best,” said Johnson-Thompson, who cleared 1.97m in the high jump last week and now travels to the European indoor championships as a strong favourite in the pentathlon.

In the men’s long jump, a bulked-up Greg Rutherford set four indoor personal bests – including a final-round leap of 8.17m – to beat the new Chinese star Gao Xinglong. However, Rutherford insists he is not tempted to compete in Prague because he wants to focus on the world championships in Beijing.

“If it was any other year then I’d consider it but I’m so determined to win the world championships this year and I believe I can do that,” he said.

The only thing that distracted the Olympic champion was the sound of his 18-week-old son, Milo, crying as he was preparing for his second-round jump – which he subsequently fouled. “All of a sudden I was like: ‘I know that cry,’” joked Rutherford. “It’s probably why I fouled! Cheeky bugger.”

Jenny Meadows, the only athlete to run under two minutes for the 800m this year, was another British winner as she powered cleared at the bell to win in 2:01.26.

In the women’s 400m, meanwhile, the Welsh athlete Seren Bundy-Davies smashed her personal best by nearly half a second to win in 51.72, while Nigel Levine led from first to last in winning the men’s 400m.

But there was no British victory in the men’s 60m: Kim Collins, who is running faster than he ever has done indoors aged 38, maintained his unbeaten record in 2015 by beating Britain’s Chijindu Ujah in a time of 6.50.

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22 febbraio 2015 7 22 /02 /febbraio /2015 19:04
Ivan Zufferli in azione al Magraid 2013.

Ivan Zufferli in azione al Magraid 2013.

 

Ivan Zufferli ha partecipato a ben quattro edizioni di Magraid regalando sempre agli organizzatori e agli appassionati grandi prestazioni.

Gli organizzatori erano curiosi di capire quale fosse per lui la tappa più emozionante di Magraid: “La prima tappa sulla distanza di 25 km”- ha confidato loro -”perché rappresenta una fase decisiva ai fini della classifica finale”. Perseveranza e tempo impiegato nell’attività performativa sono per Zufferli necessari per consolidare lucidità e concentrazione. Ma per migliorare le proprie prestazioni, l’atleta che presta servizio presso la POLFER di Brescia, ha anche adottato alcune strategie di training mentale che gli consentono gestione e dissipazione dei fattori di stress.

In una scala di valori da 1 a 10, Magraid ha un coefficiente di difficoltà pari a 8” - afferma Zufferli quando gli viene chiesto di rapportare il Magraid ad altre gare similari – “in quanto la superficie mista con predominanti tratti in pietra sottopone a sforzi considerevoli come pure le variazioni di temperatura”.

Zufferli ha spiega agli intervistatori che, seppure in questo tipo di gare estreme arrivi il momento in cui si riesce a comprendere chi è in testa e chi insegue, si capisce di aver vinto solo quando si arriva per primi al traguardo. La sua passione per la corsa nasce da un incontro casuale, quando nell’Esercito Italiano incontrò Antonio Scarano e Roberto Cadalino per cui accettò la proposta di entrare nella squadra di rappresentanza dell'Esercito.
L’allenamento di Zufferli è costante, seppur egli non nasconda l’amarezza per la sospensione per motivi connessi all'impossibilità di garantire la sicurezza degli atleti nella gara in Giordania (300 km non stop), in vista della quale si stava preparando da due mesi.

Le sue aspettative per Magraid 2015 sono importanti: “Ci tengo a fare bene sia in termini di risultato, sia di completa espressione della condizione atletica e mentale. Desidero confermare le precedenti prestazioni contando sulla spinta e l’accoglienza del pubblico di casa e del comitato organizzatore”.

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22 febbraio 2015 7 22 /02 /febbraio /2015 17:51

(fonte: www.today.it) La promessa del Biathlon russo, Alina Yakimkina, aveva solo 21 anni ed è morta durante la fase finale della Coppa nazionale in corso a Tjumen, in Siberia.“

Studentessa dell’Accademia sportiva di Izhevsk, nata il 12 novembre 1993, si è accasciata al suolo quando ormai il traguardo della fase finale della 15 km era vicino.

In un comunicato, la Federazione russa di Biathlon ha spiegato che “il cuore della Yakimkina si è fermato durante la gara” e che “...i medici sono intervenuti prontamente, ma non sono stati in grado di salvare la vita all’atleta”.
Ma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non si sa nulla di più.

 

 

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20 febbraio 2015 5 20 /02 /febbraio /2015 22:22
Yulia Baykova. Il suo primo giorno fuori dalla terapia intensiva. E rivolge un saluto a tutti quelli che l'hanno sostenuta.

Yulia Baykova. Il suo primo giorno fuori dalla terapia intensiva. E rivolge un saluto a tutti quelli che l'hanno sostenuta.

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20 febbraio 2015 5 20 /02 /febbraio /2015 19:41
Gerlando Lo Cicero al Cofano Trail 2015

Gerlando Lo Cicero al Cofano Trail 2015

La Rocca di Cefalù é un piccolo scrigno di tesori archeologici e naturalistici e, ogni tanto, è bello inerpicarcisi di Corsa. Complessivamente, tra salita, ondulazioni e discesa, si tratta di un bell'allenamento. Io stesso l'ho fatto diverse volte, partendo dal lungomare e facendo ritorno al punto di partenza, E questo in un periodo della mia vita in cui, d'estate, villeggiavo nella vicina Gibilmanna. In quel periodo mi preparavo per la 100 km, quindi.nulla di strano che scendessi da Gibilmanna di Corsa, che facessi il periplo della Rocca dal basso, passando dal Faro, per poi inerpircarmi sulla montagno sede dell'antica città medeivale fortificata e farne il giro completo con l'inevitabile puntata sino alla cima, per poi ridiscendere sino alla spiaggia e ricongiungermi con la mia famiglia, con la quale avevo preso appuntamento, ad un orario che fosse comodo per loro.
Quello che segue è il racconto di Gerlando Lo Cicero relativamente ad un suo allenamento - non programmato - sulla Rocca di Cefalù: e mi ha molto emozionato leggerlo, proprio perché mi ha ricordato di quei tempi gloriosi.

(Gerlando Lo Cicero) Qualche giorno fa un impegno mi ha portato a Cefalù! Sono passato velocemente da casa al mare per controllare che tutto fosse  a posto, per poi incontrarmi con la persona con cui ho un appuntamento!

Appuntamento noioso, non vedo l’ora di salutare e andar via!

Ho portato con me tutto il necessario per correre e allenarmi: dovendo recarmi a Cefalù avevo voglia di correre oggi nel suo lungo mare! L’idea era olo quella di fare una corsetta lenta e in pianura: questa è, infatti, la settimana di scarico pre maratona!

Tra due giorni infatti, Domenica, correrò a Messina i 42,195 km e, anche se la farò come allenamento di lungo, so bene che comunque 42 km son sempre tanti! Parola d’ordine, dunque, é arrivare a domenica riposati e freschi!

Si, mi dico, farò più volte avanti e indietro nel bel lungomare di Cefalù, che presenta una strada totalmente piatta!

Quando mi libero finalmente dall’impegno, mi porto sul lungomare e li parcheggio la macchina!

Mi cambio idea! C'è qualcosa che mi fa stare irrequieto! I miei occhi ripetutamente vanno in su verso la cima della Rocca di Cefalù, dominata dai ruderi di un antico castello!

Quel monte mi parla, oggi! Mi sta chiamando! Sento qualcosa di irresistibileal suo cospetto!

Cerco di desistere dall’idea che, pian piano, mi nasce dentro, mentre sono intento a cambiarmi i vestiti e indosso i capi da running!

No, sarebbe stupido salir lassù correndo oggi, dato che tra due giorni ho una maratona che mi attende! Mi stancherei troppo! E poi non ho con me neppure le scarpe da trial running!

Eppure quel monte, oggi, ha una voce davvero! La sento! Diamine, continua a chiamarmi!

Ma che vuoi? Dai, smettila di attrarmi cosi terribilmente a te! Dai, ho una maratona domenica, e tu sei alto e faticoso da scalare correndo! Lasciamo perdere, sarà per un’altra volta!

I cefaludesi chiamano questo monte al femminile, la "Rocca"!

Secondo me, ne sono convinto, invece è un maschio, ha un carattere troppo forte per essere femmina!

Però, accidenti, effettivamente mi accorgo che sa ammaliare un uomo come una bellissima donna! Forse hanno ragione i suoi cittadini che vi abitano sotto! Forse è una femmina tentatrice questo monte!

Continua a parlarmi, ancora mentre ho gia allacciato le scarpe da corsa e son pronto a iniziare la mia corsetta facile! Non lo voglio più ascoltare! Ma lui insiste! Lo lascio sbattere! Oggi devo far vincere il mio buon senso e non il mio istinto!

Ha vinto il mio istinto!

Pigio il tasto di avvio allenamento sul mio nuovissimo gps e via, sul lungo mare! Ho parcheggiato a metà del viale che costeggia il mare, e decido di correre subito in direzione Palermo, volgendo le spalle al monte, cosi spero smetta di chiamarmi e di insistere! Quanto meno nel primo km di corsa non lo guarderò e non penserò più a lui!

Finisce quel primo tratto di lungo mare e mi tocca necessariamente girarmi e tornare indietro!

Accidenti, rieccolo li, davanti a me! Mi guarda e io guardo lui! Mi chiama e io non lo ascolto!

Ma sei un maschio o una femmina, maledizione! Che montagna sei?

Corro veloce su tutto il tratto del lungo mare, arrivo all’inizio del centro storico bellissimo, torno ancora una volta indietro, ma non faccio neppure un chilometro in direzione opposta al monte ed ecco che mi giro ancora indietro e, stavolta, punto deciso verso lui!

Ho deciso! Salirò fin sulla sua cima, correndo! Ho troppa voglia di possedere quella rocca oggi, e lei vuol possedere me!

Mi lascerò possedere, non posso far altro, la sua voce insiste ed è troppo forte il suo richiamo!

Spero solo che salirci su non sia troppo una cosa da dannarsi di fatica e che anche lui (o lei) si lasci possedere facilmente da me!

Nasce cosi, senza alcun preavviso, una corsa in montagna, un allenamento di trail running che è stato un po’ come morire dalla fatica fisica ma contemporaneamente è stato mondo per far vivere e respirare intensamente la mia anima!

Comincio a salire per l’antico sentiero pavimentato a gradoni, ma subito poco dopo vengo fermato da tre tipi: sono i custodi dell’accesso all’area acheologica, che gia inizia dal basso! Mi dicono che si paga per entrare un ticket comunale [sino a pochi anni fa l'ingresso era totalmente gratuito e non c'era alcun personale di custodia - ndr]! Accidenti! Non ne sapevo nulla!

E da quando?, chiedo loro, visto che altre volte, ma tantissimi anni fa, son salito da li al castello con amici camminando e non si era mai pagato prima!

Mi rispondono che da due anni è stato istituito l’ingresso a pagamento!

Spiego loro che sono sprovvisto di denaro con me, perché ero qui per fare una corsa in salita e non sapevo del ticket! Alla fine, forse mossi da misericordia verso un folle che intende salire fin in cima correndo, mi lasciano passare!

Riprendo a correre, ma è già dura fin dai primi gradini! La prima parte del sentiero che porta in alto al castello e alle mura in cima è infatti tutta una lunghissima gradinata assai ripida! Non mi demoralizzo, so che ormai la Maratona di Messina è irrimediabilmente compromessa e allora via su, senza fermarmi!

Il cuore, come al solito, mi scoppia in petto e batte peggio di mille tamburi impazziti!

Salgo, salgo e ancora salgo verso l’alto! Sono affranto di fatica, ma corro ancora perché mi sento stupendamente vivo dentro me!

Arrivo a un primo scorcio di panorama! Devo fermarmi! Ho con me il telefono stavolta perché dovevo provare la funzione “live track” del mio nuovo gps 920xt!

E’ cosi bello ciò che mi si apre sotto di me nel panorama che più volte, da qui in avanti mi fermerò a far fotografie!

Non posso esser stato qui su questo monte e non tornare a casa con qualche foto!

Mentre scatto le varie foto, il mio cuore ne approfitta per tornare a battere a regimi a lui più congeniali! Respiro! C’è aria attorno a me, c’è vita! C’è natura, e ci son pietre cosi antiche e cariche di millenni di storia che la mia anima si perde e non sa più se tornare giù al mondo normale!

Già, mi piace correre quassù e scattar foto che quasi la mia anima mi chiede di restare per sempre lassù!

Ma so che devo tornare! Ho una vita che mi attende tra gli uomini!

È stupendo star qui, cosi in alto e a due passi dagli Dei, ma devo pur tornare giù!

Si susseguono i sentieri, a tratti molto tecnici e impegnativi, pietraie vere e proprie e ho qualche timore per le mie caviglie! Penso al mio gps nuovo di zecca, accidenti devo star attentissimo a non ruzzolare per terra, non vorrei graffiarlo o peggio romperlo!

I turisti, tanti e quasi tutti stranieri, mi guardano tra la sorpresa e il sorriso sui loro volti! Li saluto uno per uno man mano incrocio i gruppetti di turisti saliti al passo fin quassu! Mi vedono correre e mi salutano allegramente anche loro! Una bambina addirittura mi applaude e mi dice qualcosa in inglese che non capisco!

Chi se lo sarebbe mai aspettato? Il Gerri applaudito su un monte da una bimba inglese! Fantastico!

Chissa cosa pensano di me tutti questi turisti, nel veder un uomo che corre su quei sentieri!

Raggiungo il Castello, o meglio i resti di quel che fu il caposaldo della città fortificata! E’ il punto più alto del monte! Poi percorro correndo il perimetro delle antichissime mura che un tempo servivano a proteggere i sovrani dai nemici!

La mia corsa oggi praticamente è un correre tra la natura e dentro la storia millenaria di Cefalù!

Sono felice, oggi sono realmente felice!

Poi scendo giù! Sto attento ai sentieri di pietre, poi i gradini ripidi mi fanno sentire a disagio con le gambe, ma li scendo comunque correndo!

Ripasso davanti i tre uomini del ticket e senza fermarmi li ringrazio ancora per la cortesia che mi hanno voluto riservare e vado oltre, rientrando nel centro storico di Cefalù!

Lo percorro tutto, correndo di buon ritmo, riconquisto il mare e il lungo mare e arresto la mia corsa accanto la mia macchina!

Un cane con la sua famiglia umana è li vicino, mi abbaia! Sono italiani i suoi amici umani!

Mi dicono che è buono, fa solo tanto rumore! Gli rispondo che possono lasciarlo libero se vogliono: io amo i cani! Mi prendono in parola, allo sganciarsi di quel guinzaglio quel cane si precipita addosso a me e comincia a giocare e a graffiarmi con le sue zampe!

Affondo le mie mani nel suo pelo, gioco con lui! Non poteva esserci un saluto migliore di questo dopo una meravigliosa corsa su quel monte!

 

Seguendo questo link si accede ad una galleria fotografica sul profilo Facebook di gerlando Lo Cicero con le foto della sua esperienza di corsa sulla Rocca di Cefalù.

Trattandosi di un profilo e non di una pagina le foto possono essere viste soltanto da chi è iscritto su Facebook, anche se non direttamente tra i contatti di Gerlando Lo Cicero.

http://www.facebook.com/media/set/?set=a.1550520498554678.1073741853.100007902284467&type=3

A Cefalù, corsa supramonte. La montagna ha chiamato e Gerlando ha risposto (Gerlando Lo Cicero)
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18 febbraio 2015 3 18 /02 /febbraio /2015 19:37
Giorgio Calcaterra e il presidente della Maratona di Roma Enrico Castrucci.

Giorgio Calcaterra e il presidente della Maratona di Roma Enrico Castrucci.

Giorgio Calcaterra è il più famoso ultramaratoneta italiano.

Nato a Roma l’11 febbraio 1972, Calcaterra ha un legame con la Maratona di Roma davvero speciale.

Nel 1982, a soli 10 anni, ha corso per la prima volta la Stracittadina, all'epoca lunga di 11 chilometri, assaggiando parte del percorso. Aveva visto un volantino della gara e gli è scattata la molla: da grande voglio diventare un maratoneta.

Nel 1990, a 18 anni, ha corso la sua prima 42,195 km, a Roma ovviamente, finendola in 3:29.

Da lì in poi la sua vita è stata la corsa, sempre più lunga e di successo.

Nel 2000, oltre a fissare il suo personale sulla distanza (2:13:15), ha stabilito il primato mondiale di maratone corse in un anno sotto le 2:20:00, chiudendone 16.

Nel 2004 ha completato 30 maratone e 1 ultramaratona.

Dal 2006 al 2014 si è dedicato alle ultramaratone, laureandosi tre volte campione del mondo della 100 chilometri (2008, 2011 e 2012) e vincendo 9 volte il “Passatore”, la 100 chilometri da Firenze a Faenza.

Tutto partì dalla Maratona di Roma e Calcaterra, approssimandosi la Maratona di Roma 2015, ha deciso di onorare l’evento compiendo l’ennesima impresa personale.

L’obiettivo è quello di ispirare le persone e incoraggiarle a correre per il proprio benessere. Il 22 marzo partirà insieme al gruppo di testa con l’obiettivo di chiudere i 42,195 chilometri in 2:30 circa.

Arrivato al traguardo, e ricevuta la medaglia del finisher, proseguirà correndo per la seconda volta la Maratona di Roma lungo lo stesso tracciato, incitando e accompagnando tutti i podisti che raggiungerà lungo il percorso per poi chiudere la prova di 84,390 chilometri insieme all’ultimo arrivato.

Sarà la prima volta di un runner capace di correre due volte consecutivamente la Maratona di Roma.

Giorgio Calcaterra. Una vita di corsa e con la corsa. Tutto cominciò con la Maratona di Roma.

Giorgio Calcaterra. Una vita di corsa e con la corsa. Tutto cominciò con la Maratona di Roma.

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17 febbraio 2015 2 17 /02 /febbraio /2015 03:56
Maratonina di Pergusa 2015. Vito Massimo Catania, la gioia e l'altruismo nella corsa

(Elena Cifali) Lui è un campione e non solo sull'asfalto o sulla nuda terra. Lui è un campione nella vita perché vince, vince qualsiasi cosa faccia.
E a dirlo non sono solo io ma la moltitudine di uomini e donne che lo amano e lo stimano incondizionatamente.
Lui è Vito Massimo Catania, un nome che è una garanzia di lealtà e onestà. Un ragazzo, un uomo che ogni domenica arriva dal suo piccolo paese di montagna perregalare emozioni e gioia a chi lo vede correre.
È facile volergli bene, amarlo come un fratello, sentire la sua vicinanza anche a chilometri e chilometri di distanza. Com'è dolce la parola "sorella" pronunciata da quelle labbra che sembrano essere fatte per dispensare parole d'amore.
Ha un dono per tutti Vito, le sue coppe non le porta a casa, le regala, così come regala sorrisi ed abbracci.
Le sue vittorie arrivano come fiori in primavera. Ad ogni gara lo si vede spingere avanti e lasciare il passo al compagno che ha condiviso con lui la corsa.
Ma non a Pergusa!
A Pergusa un altro uomo, un'altra fantastica persona gli ha reso ciò che lui con infinito amore dona agli altri. A Pergusa uno strepitoso IDRISSI MOHAMED gli lascia la mano a pochi passi dal traguardo e lo spinge avanti a se!
Grandioso IDRISSI MOHAMED!
G-R-A-N-D-I-O-S-O!
Vito e la sua filosofia di corsa e di vita stanno attecchendo nel mondo del running.
Questo nobilissimo gesto, carico di significato, di onestà, di lealtà, è la dimostrazione che l'amore vince sempre!
Grandissimi campioni a voi va il mio ringraziamento più sincero per avermi emozionata ancora una volta.


Foto: Sicily Running

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15 febbraio 2015 7 15 /02 /febbraio /2015 08:33
Magraid. Correre nella Steppa 2015. Mirko Recchi e la corsa come stile di vita

Mentre prosegue il conto alla rovescia per l'edizione 2015 di Magraid, continuano le interviste e le presentazioni dei primi atleti iscritti a quest'edizione. Questa volta  è toccato a Mirko Recchi, atleta di Ronchi dei Legionari, che vanta ben quattro partecipazioni a Magraid.

A lui non potevamo non essere rivolta qualche domanda in merito all'allenamento che segue, visto che si è prestato più volte anche come “tester” per il Magraid LAB.

Recchi ci ha spiegato di seguire ora un allenamento di circa dieci ore settimanali, vista la recente nascita del figlio. In altri periodi si è dedicato con passione alla mountain bike e alla palestra per potenziare la muscolatura. Allo sportivo friulano abbiamo chiesto quali fossero secondo lui le caratteristiche che potevano permettergli di primeggiare rispetto ad atleti con pari preparazione e forma fisica.

Con grande umiltà ha detto di non essere certo di poter primeggiare, ma ci ha confidato che in questo sport primeggia chi è più caparbio e chi non è abituato ad abbandonare il campo di battaglia.

Una vera passione, quella della corsa nata oltre un decennio fa, quando le sue condizioni fisiche erano alquanto peggiorate: "Armato di santa pazienza, mi sono recato da un dietologo, sono dimagrito e ho iniziato a correre. Da allora non ho più smesso”.

E visto che da quella volta, la corsa non l'ha più lasciata, abbiamo capito che è per lui uno stile di vita: come un vero runner, non può vivere senza correre ogni giorno "o quasi".

E' un'attività fondamentale della quotidianità, in grado di regalargli sensazioni bellissime.

La corsa per Recchi è un ottimo metodo per scaricare le tensioni e per fargli vedere la vita in maniera attiva. In una parola: la felicità.

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14 febbraio 2015 6 14 /02 /febbraio /2015 20:00

"C'è un leggero recupero". Solo queste poche parole da Enzo Bertina, il compagno di Yulia Baikova, la podista che ormai da una settimana si trova ricoverata alle Molinette di Torino. "E' uno spiraglio di luce. Ma è presto per cantar vittoria, i medici dicono che devono passare altri giorni". La situazione è assolutamente sotto controllo 24 ore su 24. Yulia è sempre "sedata", ma domani, forse, verrà per la prima volta staccata l'apparecchiatura che provvede a tutte le funzioni, e la ragazza, anche se soltanto per un brevissimo tempo, sarà "risvegliata" e cercherà
di lottare da sola contro il male che l'ha colpita. Un virus, una misteriosa forma influenzale. "Il podismo - dice Bertina - non c'entra. Anzi proprio dalla pratica sportiva Yulia, atleta fortissima, cercherà di trovare la spinta decisiva per vincere la sua battaglia".

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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